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Charlot

Italian, TV & Video, 1 season, 72 episodes, 1 day, 18 hours, 34 minutes
About
Versatile, curioso e con l’ambizione di regalare qualche sorriso con una pensosa leggerezza. Charlot da Charlie Chaplin prende il nome ma vorrebbe rifletterne anche lo spirito, per diventare un programma che guarda al mondo dello spettacolo come da una scala a chiocciola: con una prospettiva a 360 gradi ma anche qualcuno in più. Perché passare e ripassare da un certo luogo - fisico o mentale - affrontare tematiche e problematiche vicine da punti di vista differenti, alla fine ci regala piccole illuminazioni, impreziosite da accostamenti inediti. Charlot si occuperà di cinema, di teatro, di opera lirica, di serie TV, di musical o di stand-up comedy... Facendoli dialogare tra loro a volte. Altre sfruttando quello che i linguaggi più moderni insegnano a quelli tradizionali. Due ore settimanali per scoprire, riflettere, interrogarsi sul mondo dello spettacolo e le sue prospettive.
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Anatomia di un Oscar

2/11/20243 minutes, 50 seconds
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Chiedi al sudore

Può forse stupire ma cinema e sport moderno nascono assieme e hanno entrambi origine nella società industriale di fine Ottocento. Una società che inizia a coltivare una nuova cultura del corpo e una nuova cultura dell’immagine e dove fisicità e sguardo si incrociano fondendosi nella magia dello schermo. In quest’ottica gli innumerevoli esempi di narrazioni audiovisive sul o attorno lo sport si spiegano quasi da sé, e rintracciare le diverse modalità narrative con cui cinema, televisione, e in alcuni casi anche teatro, affrontano il racconto delle sfide, degli eventi o della vita di uomini e donne di sport, significa anche ricostruire come la nostra cultura si confronta con il corpo e la sua rappresentazione.Di racconti sportivi parliamo questa settimana a Charlot con: Federico Buffa, giornalista sportivo ma anche autore e attore teatrale, Danilo Baccarani, autore del libro Cinema e Sport e con Chiara Fanetti giornalista culturale e cinematografica attenta al racconto audiovisivo su ogni tipo di schermo con cui affronteremo gli ultimi formati diffusi soprattutto sulle piattaforme di streaming.
2/11/20241 hour, 55 minutes, 38 seconds
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Lezioni di musica – Tromba

2/4/20247 minutes, 38 seconds
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Anatomia di un Oscar

2/4/20244 minutes, 4 seconds
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Dentro e fuori dai generi

Si sono nutriti a vicenda, sovrapponendosi e talvolta incrociandosi. Oppure danzando uno con l’altro. Sono i generi. Letterari, teatrali, cinematografici e non solo. Ma cos’è il genere? Il concetto di genere, nei diversi ambiti artistici, è riferito alle categorie utilizzate per classificare e ordinare le opere sulla scorta di elementi tematici, stilistici e strutturali simili. Nel teatro, il genere delinea la natura dell’azione scenica, distinguendo, per esempio, fra dramma, commedia o tragedia. Nel cinema, i generi spesso indicano le categorie narrative: azione, dramma, horror, fantasy o commedia. Nella danza poi, il genere, può riflettere stili coreografici specifici o intenti espressivi, come nel caso del balletto classico oppure della danza contemporanea. I generi sono una mappa. Aiutano il pubblico a orientarsi. A scegliere. Suggerendo previsioni relative ai temi e alle convenzioni narrative. Tuttavia, sempre più spesso, le opere sono il frutto dell’ibridazione dei generi, arrivando perfino a scardinare le tradizionali definizioni – sconfinando in territori inediti – fino al punto di ritrovare il genere anche al di fuori del genere. Tra gli altri, ospiti di Charlot, il critico cinematografico Bruno Fornara, autore del libro Geografia del cinema. Viaggi nella messinscena (Rizzoli, 2001) e della monografia Charles Laughton. La morte corre sul fiume (Lindau, 1998); il professor Franco Perrelli già ordinario di Discipline dello Spettacolo al DAMS dell’Università di Torino e di Bari, autore dei saggi Poetiche e teorie del teatro (Carocci, 2018), Le origini del teatro moderno. Da Jarry a Brecht (Laterza, 2016) e I maestri della ricerca teatrale. Il Living, Grotowski, Barba e Brook (Laterza, 2007) e, infine, la giornalista Francesca Rosso autrice del volume Cinema e danza. Storia di un passo a due (Utet, 2008).
2/4/20241 hour, 58 minutes, 26 seconds
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Anatomia di un Oscar

1/28/20244 minutes, 38 seconds
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Tra sperimentazione e indipendenza

Quando vengono accostati al termine musica gli aggettivi sperimentale e indipendente suonano quasi come sinonimi. Vero è che a volte la musica sperimentale è gioco forza indipendente perché costretta ad autoprodursi. Vero anche soprattutto che sotto queste etichette si trovano cose molto diverse perché né l’una né l’altra definiscono davvero un genere ma dicono piuttosto qualcosa dell’atteggiamento, del modo di concepire la musica di un artista.Di musica sperimentale e di chi la crea e la produce si occupa Charlot questa settimana, prendendo spunto e occasione da una serie di appuntamenti che a titolo diverso propongono in queste settimane l’opportunità di scoprire nella Svizzera italiana artisti che hanno votato la loro ricerca alla sperimentazione.Con i musicisti Barbara Lehnhoff, Kety Fusco, Fabio Pinto, Federico Albanese, e con la danzatrice Marta Ciappina.
1/28/20241 hour, 56 minutes, 44 seconds
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Lezioni di musica – flauto

1/21/20247 minutes, 17 seconds
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I tuttofare del cinema – Ben Affleck 

1/21/20245 minutes, 56 seconds
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L’America del mito

Sono molte le tessere che compongono il mosaico del mito americano. Per esempio, nel corso della storia degli Stati Uniti, il mito della “frontiera” e del West hanno contribuito a plasmare la percezione di un’America come terra delle grandi opportunità e dalle possibilità illimitate. C’è poi l’american dream. Il sogno americano. Ovvero l’idea che tutti possono ambire al successo. Ogni cittadino, indipendentemente dalle sue origini, può migliorare la propria condizione sociale e personale grazie alla dedizione unita al duro lavoro. Un sogno alimentato dall’ideale di libertà individuale e dall’aspirazione all’indipendenza. Non a caso, la Dichiarazione d’Indipendenza del 1776, l’atto di nascita degli Stati Uniti d’America, sottolinea proprio questi due principi fondamentali. E il concetto di libertà personale è da sempre un elemento chiave nella costruzione dell’identità nazionale. Ma com’è stato raccontato e rimodellato dal cinema, dalla televisione e dal musical, il mito americano? Ospiti di Charlot, per riflettere su quale sia stata l’evoluzione del racconto del mito americano, i critici Mariuccia Ciotta e Roberto Silvestri, autori del volume Spettri di Clint. L’America del mito nell’opera di Eastwood (Baldini e Castoldi, 2023); Luca Barra, esperto di media e televisione, autore del volume La sitcom. Genere, evoluzione, prospettive (Carocci, 2020) e il musicologo Luca Cerchiari, docente di Storia della musica pop e jazz allo IULM di Milano, autore del libro Storia del musical. Teatro e cinema da Offenbach alla musica pop (Bompiani, 2022).
1/21/20241 hour, 57 minutes, 49 seconds
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I tuttofare del cinema – Angelina Jolie

1/14/20245 minutes, 3 seconds
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Rileggere è sempre una prima volta

“D’un classico ogni rilettura è una lettura di scoperta come la prima”. Lo scriveva Italo Calvino in una raccolta di saggi non a caso intitolata “Perché leggere i classici”. Aggiungeva poi lo scrittore italiano: “D’un classico ogni prima lettura è in realtà una rilettura”.Oscilla tra questi due concetti la puntata di questa settimana di Charlot che pone a registi e attori, recentemente impegnati in allestimenti di classici o in loro adattamenti, la domanda “cosa accade rileggendo un classico per trarne uno spettacolo?”Le risposte riconducono alla forza di quei testi che proprio perché classici non solo non hanno mai finito di dire quello che hanno da dire, ma sono anche il riflesso - come ancora Calvino ci insegnava – delle letture che hanno preceduto la nostra e mantengono in sé la traccia delle culture che hanno attraversato.Con i registi e autori Marco Maria Linzi, Marco Drago, Gaetano Cappa, Margherita Saltamacchia e con l’attore Massimiliano Speziani.
1/14/20241 hour, 57 minutes, 24 seconds
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Lezioni di musica – Organo 

12/17/20238 minutes, 51 seconds
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L’eredità del grande Lebowski

Il grande Lebowski, il settimo film dei fratelli Coen, fu presentato in anteprima al Sundance film Festival, il 18 gennaio del 1998 e, sempre nel corso di quell’anno, venne poi distribuito nelle sale cinematografiche di tutto il mondo. Anche se all’inizio fu accolto tiepidamente, a 25 anni di distanza, questo capolavoro dei due geniali registi statunitensi, è ormai diventato un assoluto cult, ha legioni di fan (gli Achievers), un festival annuale (il Lebowski Fest) e ha dato perfino origine a una religione (il Dudeismo).Il film, un’irresistibile commedia noir, ambientata a Los Angeles, nel 1991, durante la prima guerra del Golfo, vede quale protagonista d’eccezione, l’attore Jeff Bridges nei panni di “Drugo”, uno scansafatiche che vive le sue giornate fumando marijuana e bevendo white russian, tra una partita di bowling e l’altra con gli amici Walter (John Goodman) e Donny (Steve Buscemi). La sua vita viene però presto sconvolta dalla visita di due picchiatori che, solo in seguito all’aggressione, realizzano di aver mancato l’obiettivo a causa dell’omonimia con un miliardario che nulla ha a che fare col Drugo. Tuttavia, prima di togliere il disturbo, i due urinano sul suo “bel tappeto”, rovinandolo. Convinto dall’amico Walter, Drugo decide così di farselo risarcire dal suo facoltoso omonimo. Una scelta che dà il via a un’intricata serie di eventi che lo vedranno, suo malgrado, coinvolto in un misterioso rapimento e nel suo riscatto. Perché Jeffrey Lebowski detto “Drugo” è entrato a far parte del nostro immaginario collettivo? E quali sono le ragioni che, a 25 anni di distanza, hanno fatto di quest’opera dei fratelli Coen un capolavoro senza tempo? Ospiti di Charlot la giornalista e conduttrice di Radio 24 Marta Cagnola, il fumettista e illustratore Stefano Frassetto, lo sceneggiatore e regista bellinzonese Erik Bernasconi, il traduttore, scrittore e regista Stefano Tummolini e lo scrittore, sceneggiatore e autore televisivo Emiliano Ereddia.
12/17/20232 hours
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I tuttofare del cinema – Clint Eastwood

12/17/20235 minutes, 22 seconds
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L’eredità del grande Lebowski

Il grande Lebowski, il settimo film dei fratelli Coen, fu presentato in anteprima al Sundance film Festival, il 18 gennaio del 1998 e, sempre nel corso di quell’anno, venne poi distribuito nelle sale cinematografiche di tutto il mondo. Anche se all’inizio fu accolto tiepidamente, a 25 anni di distanza, questo capolavoro dei due geniali registi statunitensi, è ormai diventato un assoluto cult, ha legioni di fan (gli Achievers), un festival annuale (il Lebowski Fest) e ha dato perfino origine a una religione (il Dudeismo).Il film, un’irresistibile commedia noir, ambientata a Los Angeles, nel 1991, durante la prima guerra del Golfo, vede quale protagonista d’eccezione, l’attore Jeff Bridges nei panni di “Drugo”, uno scansafatiche che vive le sue giornate fumando marijuana e bevendo white russian, tra una partita di bowling e l’altra con gli amici Walter (John Goodman) e Donny (Steve Buscemi). La sua vita viene però presto sconvolta dalla visita di due picchiatori che, solo in seguito all’aggressione, realizzano di aver mancato l’obiettivo a causa dell’omonimia con un miliardario che nulla ha a che fare col Drugo. Tuttavia, prima di togliere il disturbo, i due urinano sul suo “bel tappeto”, rovinandolo. Convinto dall’amico Walter, Drugo decide così di farselo risarcire dal suo facoltoso omonimo. Una scelta che dà il via a un’intricata serie di eventi che lo vedranno, suo malgrado, coinvolto in un misterioso rapimento e nel suo riscatto. Perché Jeffrey Lebowski detto “Drugo” è entrato a far parte del nostro immaginario collettivo? E quali sono le ragioni che, a 25 anni di distanza, hanno fatto di quest’opera dei fratelli Coen un capolavoro senza tempo? Ospiti di Charlot la giornalista e conduttrice di Radio 24 Marta Cagnola, il fumettista e illustratore Stefano Frassetto, lo sceneggiatore e regista bellinzonese Erik Bernasconi, il traduttore, scrittore e regista Stefano Tummolini e lo scrittore, sceneggiatore e autore televisivo Emiliano Ereddia.
12/17/20231 hour, 56 minutes
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I tuttofare del cinema – Robert Redford

12/10/20234 minutes, 43 seconds
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Pillole d’opera – Don Carlo 

12/10/20233 minutes, 15 seconds
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Tra spazio e tempo - il teatro e l’arte di Bob Wilson

Ha collaborato con figure di spicco del mondo musicale e teatrale. Ha ricevuto innumerevoli premi tra cui il Leone d’oro per la scultura alla Biennale di Venezia del 1993, l’Olivier Award per la miglior opera in scena nel 2003 e ancora il Praemium Imperiale della Japan Art Association per la categoria teatro/cinema nel 2023. Artista, scultore, videoartista, regista di caratura internazionale, Robert Wilson è una figura eclettica che da più di mezzo secolo non smette di stupire per la sua straripante creatività e la sua capacità di attraversare e contaminare i linguaggi della contemporaneità. In queste settimane il LAC gli dedica un progetto speciale con la sua ultima creazione teatrale Relative Calm realizzata in collaborazione con la grande coreografa statunitense Lucinda Childs; una grande installazione nell’atrio del centro culturale, e un incontro pubblico.Alla figura di Robert Wilson e alla sua eclettica produzione Charlot dedica una puntata monografica che si apre proprio con un incontro con il grande regista e ne esplora poi l’universo artistico insieme a chi da anni collabora con lui.
12/10/20231 hour, 55 minutes, 24 seconds
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I tuttofare del cinema – Warren 

12/3/20235 minutes, 35 seconds
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La cura

Quando si parla di musica, di teatro, danza o di cinema è naturale pensare anche al piacere che accompagna l’ascolto o la visione di un’opera. Una pièce teatrale, un film o una canzone, generano in noi pensieri, sensazioni ed emozioni. “L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni”, sosteneva Pablo Picasso. D’altronde, spesso, l’arte è lo specchio dei nostri stati d’animo. Come una poesia ci commuove, traducendo le nostre emozioni, oppure ci fa capire cosa stiamo provando in quel momento con parole nuove, o una canzone ci parla se stiamo soffrendo, qualcosa di simile accade quando siamo seduti in poltrona a teatro o nel buio di una sala cinematografica. Così, perfino in ambito medico, ci si è posti la questione di come l’arte possa essere utile negli ospedali o nella prescrizione dei farmaci. Migliorare l’umore e il benessere dei pazienti e dei soggetti coinvolti è l’obiettivo. Ma quali sono i reali benefici delle terapie associate al cinema, al teatro o alla musica? Ospiti di Charlot, per capire come l’arte e la cultura possano talvolta rivelarsi una cura: la drammaturga, regista e attrice teatrale Silvia Gallerano, coordinatrice di due laboratori intitolati “La salute femminile va in scena”, parte del progetto di ricerca teatrale “Svelarsi”; il docente di Arti performative e ricercatore presso l’Università di Bologna Lorenzo Donati, tra i relatori di “Le parole che curano”, terza edizione del corso universitario di Cultura e Salute della Facoltà di scienze biomediche e della Facoltà di comunicazione, cultura e società dell’USI; il neurologo Bruno Bernardini dell’Istituto Clinico Humanitas di Milano, ospite del simposio “Filosofia, medicina (cervello) e cinema” tenutosi al Monte Verità; il giornalista e saggista Andrea Fiamma, coautore del libro “Cinematerapia. Curarsi con i film. Rimedi cinematografici per ogni stato d’animo” (Newton Compton Editori, 2021) e infine, il musicista e ricercatore del Conservatorio della Svizzera Italiana, Paolo Paolantonio, autore della ricerca “Art for ages. Musica nella comunità” sul ruolo della musica nelle case di cura.
12/3/20231 hour, 57 minutes, 12 seconds
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Pillole d’opera – Maria Callas 

12/3/20233 minutes, 30 seconds
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I tuttofare del cinema – Barbra Streisand 

11/26/20236 minutes, 12 seconds
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Lezioni di Musica – Composizione

11/26/20238 minutes, 50 seconds
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L’arte del(raccontare)la Guerra

Fin dalle sue origini nell’antica Grecia il teatro ha raccontato la Guerra, mitizzandola, esecrandola, in ogni caso riflettendo sulle sue origini e le sue ripercussioni sulla vita e la psiche dell’umanità. In momenti come quello attuale in cui le guerre sono così presenti nelle cronache dei nostri giornali e negli incubi di tante persone, è naturale che alla riflessione sulla guerra torni a guardare anche il teatro con testi nuovi o rileggendo i classici. Alla guerra e ai racconti teatrali attorno ad essa, comprese quelli sulle rivoluzioni che a volte la precedono o la accompagnano, è dedicata questa puntata di Charlot. Una puntata in cui intervengono registi, autori ed attori da sempre impegnati in un teatro di riflessione come Gabriele Vacis che porta in scena con un gruppo di giovanissimi attori “Antigone” di Sofocle, o come la compagnia Frosini/Timpano impegnata in “Ottantanove” sulla rivoluzione francese e la sua influenza sulla nascita delle nostre democrazie, ma anche un fotoreporter come Gianluca Grossi che tanti conflitti soprattutto medio orientali ha raccontato con parole ed immagini nelle sue cronache giornalistiche e che ora sulla guerra riflette in Servito a zero lo spettacolo in scena al suo debutto al teatro San Materno di Ascona.
11/26/20231 hour, 58 minutes, 11 seconds
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Il cinema del futuro – War Games

11/19/20235 minutes, 40 seconds
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L’arte di narrare tra teatro, cinema e letteratura

Quali sono gli elementi che rendono avvincente un racconto? Qual è la ricetta segreta secondo la quale il narratore riesce a catturare l’attenzione e a stringere con chi ascolta quel patto di fiducia che rende possibile accettare il fantastico come verosimile, lo straordinario come reale?Da bambini forse ci è sembrato che “C’era una volta” fosse una sorta di formula magica: una chiave per aprire le porte del fantastico e renderlo parte del nostro mondo. Crescendo però si scopre che la magia della narrazione dipende meno dal contenuto del racconto che dall’abilità del narrante di regalare un corpo, delle immagini e dei suoni a quanto va raccontando. Si scopre insomma che la meravigliosa arte del narrare è appunto un’arte, la base del teatro ma anche del cinema, della televisione, della radio e di ogni altra forma di narrazione utilizzata da uomini e donne.Sulla potenza della narrazione e della sua tradizione orale si interroga questa settimana Charlot insieme ai suoi ospiti: lo scrittore ed attore Marco Baliani, uno dei padri del teatro di narrazione italiano, Chiara Fanetti giornalista culturale e cinematografica con cui parleremo della serie di cortometraggi realizzati da Wes Anderson su brevi racconti di Roald Dahl, ed Emanuele Conte presidente della Fondazione Luzzati Teatro della Tosse che ha allestito uno spettacolo partendo da “I nostri Antenati” la trilogia di Italo Calvino incentrata su tre racconti fantastici.
11/19/20231 hour, 52 minutes, 50 seconds
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Il cinema del fututo – Il caimano/ Habemus Papam 

11/12/20235 minutes, 24 seconds
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Pillole d’opera – Maddalena 

11/12/20234 minutes, 10 seconds
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In viaggio con la Compagnia Finzi Pasca 

Quarant’anni sono un traguardo importante. A maggior ragione se a compierli è una compagnia teatrale come la Compagnia Finzi Pasca che vede la luce nel 1983, quando di ritorno da un viaggio in India, Daniele Finzi Pasca all’epoca diciannovenne, insieme a Maria Bonzanigo e Marco Finzi, dà vita al Teatro Intimo Sunil poi diventato Teatro Sunil. È l’inizio di un’avventura rocambolesca e inimmaginabile che, dal primo spettacolo del 1984 intitolato “Rituale” e portato in scena a Pregassona, li condurrà fino alla creazione delle Cerimonie olimpiche di Torino nel 2006 e di Sochi nel 2014.“Durante questi 40 anni abbiamo disegnato sin dal principio un modo di vivere insieme, viaggiare insieme e viaggiando abbiamo incontrato tanti che si sono uniti a questa nostra avventura, arricchendola, influenzandola e difendendola negli anni a seguire.Le strade di alcuni tra di noi si sono divise, altri la vita ce li ha strappati via.Abbiamo avuto fortuna, quella che ci ha fatto incontrare persone che ci hanno preso per mano e ci hanno spinto lontano, aperto porte, condotto in luoghi sconosciuti, insegnato e trasmesso i segreti della nostra arte.”Un’arte in cui Daniele Finzi Pasca e la sua Compagnia hanno unito elementi di teatro, danza, acrobazia, circo, opera e documentari, arrivando a creare un loro personalissimo stile che ogni volta si ritrova identico, in una magia che si rinnova di spettacolo in spettacolo.A Charlot celebreremo quest’anniversario con quattro dei cofondatori della Compagnia Finzi Pasca: il regista e attore Daniele Finzi Pasca, vincitore dell’Anello Hans Reinhart nel 2012, con la compositrice e coreografa Maria Bonzanigo, con lo scenografo e attore Hugo Gargiulo e il produttore e attore Antonio Vergamini.
11/12/20231 hour, 57 minutes
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Il cinema del fututo – Minority Report 

10/29/20234 minutes, 43 seconds
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Collaboriamo?

“Perché in Ticino è difficile avviare attività collaborative, attivare una comunità che sappia collaborare in rete? Perché, benché si conoscano i benefici dell’agire in modo cooperativo, non si riesca ad attuare questa pratica in modo sistemico? Perché la comunità culturale e artistica fatica a rispondere alle sollecitazioni per rafforzare il lavoro culturale? Come disinnescare certi meccanismi per cambiare modalità, senza cadere nel moralismo? Quali modi possibili per co-esistere, condividere spazi, tempo, immaginazione?”Queste le domande al centro di “Playground”, l’incontro organizzato a Lugano, a Villa Ciani, da “Isadora. Piattaforma danza”, in occasione del suo primo compleanno. Un’opportunità di riflessione collettiva su alcune questioni urgenti per molti attori, istituzioni, organizzatori e maestranze della scena artistica indipendente della Svizzera italiana.Quindi “Playground” come luogo privilegiato, un “parco giochi” (e il gioco è sempre, in fondo, una cosa seria) in cui, grazie allo sguardo esterno di Eleni Mylona, artista e performer greca attiva a Zurigo e Maria Paola Zedda, curatrice ed esperta di performance, danza e arti visive che lavora tra Milano, Roma e Cagliari, si è discusso, ci si è confrontati e si è voluto immaginare un nuovo modo di stare insieme, uniti da un obiettivo comune: dar voce e dignità alla creazione artistica.Ma come farlo? E con quali strumenti? A Charlot, insieme all’operatrice e giornalista culturale Tiziana Conte, responsabile della Festa Danzante per la Svizzera italiana e ideatrice di Isadora. Piattaforma danza”, ne abbiamo parlato con Cristina Galbiati, regista, artista indipendente e cofondatrice del duo Trickster-p nonché copresidente dell’Associazione t. Professionisti dello spettacolo Svizzera. Con il regista, sceneggiatore, autore di podcast e membro dell’Associazione REC, Olmo Cerri e, infine, con il violoncellista, compositore e presidente della sottocommissione musica del Canton Ticino, nonché membro del consiglio d’amministrazione della SUISA e vicepresidente della Fondation SUISA Zeno Gabaglio.
10/29/20231 hour, 56 minutes, 12 seconds
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Lezioni di musica – Flauto  

10/29/20238 minutes, 1 second
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Il cinema del fututo – The Truman Show

10/22/20235 minutes, 16 seconds
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Lezioni di musica – Voce

10/22/20237 minutes, 18 seconds
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Sogni di burattini e marionette

Burattini, marionette, pupazzi, ombre e oggetti. Sono loro i protagonisti del teatro di figura, un genere teatrale antichissimo che comprende tutte le forme di spettacolo con oggetti e figure in cui la mano, la voce e il corpo di chi li anima dà loro vita. Grazie a un burattino, un pupazzo o semplicemente un oggetto, il teatro di figura ha il potere di evocare l’invisibile, di affacciarsi sul mistero, sull’inconscio e sui sogni, su tutto ciò che ci accade e che non siamo sempre in grado di decifrare.Eppure il teatro di figura è un teatro per tutti, soprattutto per chi a teatro non c’è mai stato o ancora non sa che non si è mai troppo piccoli o troppo grandi per il teatro. È un modo per crescere insieme – bambini e adulti – per inventare, pensare, ridere, cantare e per imparare a volare sulle ali della fantasia. Del resto, proprio come sosteneva Victor Hugo: “Il teatro non è il paese della realtà. Ci sono alberi di cartone, palazzi di tela, un cielo di cartapesta, diamanti di vetro, oro di carta stagnola, il rosso sulla guancia, un sole che esce da sottoterra. Ma è il paese del vero. Ci sono cuori umani dietro le quinte, cuori umani in sala, cuori umani sul palco”.Ospiti di Charlot, per raccontarci della loro passione per il teatro di figura, il marionettista, autore e regista teatrale Michel Poletti che con la musicista e promotrice culturale Lucia Bassetti organizza il Festival internazionale delle marionette e, insieme, nel 2020 hanno fondato il Museo delle marionette di Lugano; l’autrice, attrice e burattinaia – nonché direttrice artistica del Festival internazionale “Il castello incantato” – Santuzza Oberholzer della compagnia Teatro dei Fauni. E, infine, con il giornalista e critico cinematografico Enrico Magrelli esploreremo il tema nell’ambito della settima arte.
10/22/20231 hour, 56 minutes, 23 seconds
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Questione di stile

Ci sono autori di cui si riconoscono immediatamente le opere. Tematiche, estetica, piglio narrativo ricorrono da un film, da uno spettacolo, da una canzone all’altra, rendendo riconoscibile la loro voce. È una questione di stile. Capita però che quello stile che padroneggiano e che li rende dei “maestri” diventi allo stesso tempo una gabbia, una formula con cui liquidare ogni loro nuovo prodotto. È un po’ quello che si è verificato con “Asteroid City”, l’ultimo film di Wes Anderson, che proprio alcuni degli ammiratori del regista hanno accusato di essere l’ennesimo prodotto “alla Anderson”.Partendo da quella pellicola Charlot si interroga questa settimana sullo “stile” nel cinema, nel teatro e nella musica. Su quanto la ricerca continua di rinnovamento significhi anche tradire un po’ di sé stessi o di quei “maestri” che ci hanno ispirato. E su quanto riconoscere “uno stile” possa limitare in chi osserva un analisi più profonda. Con il giornalista cinematografico Mattia Carzaniga e con l’attore e regista teatrale Corrado D’Elia.
10/15/20231 hour, 55 minutes, 9 seconds
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Lezioni di musica – Chitarra

10/15/20235 minutes, 52 seconds
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Il cinema del futuro– Contagion

10/15/20235 minutes, 51 seconds
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Le signore del cinema – Valeria Bruni Tedeschi

10/8/20234 minutes, 56 seconds
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Lezioni di musica – Pianoforte

10/8/20236 minutes, 57 seconds
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Scena Madre

L’ultimo numero della rivista teatrale “Hystrio” riporta nella sua copertina un dossier interamente dedicato alla regia femminile in Italia e non solo. Un viaggio di perlustrazione sulle scene di oggi e di ieri in cui a guidare attori e attrici, scenografi e scenografe, costumisti e costumiste e più in generale la totalità delle maestranze artistiche e tecniche, sono delle donne. Il risultato è quello di una presenza femminile ricca e interessante, ma anche della persistenza di un “sipario di cristallo” perché i loro spettacoli nei teatri di maggior rilievo restano sotto il 20%. Con un fitto parterre di ospiti parleremo di teatro fatto, scritto e diretto da donne, partendo da un lavoro di condivisione di idee e talenti che un gruppo di giovanissime sta portando avanti coordinate dall’attrice e drammaturga Angela Dematté. Un’esperienza raccontata in prima persona che sarà lo spunto per tornare sul dossier di “Hystrio” insieme a Laura Caretto, una delle critiche teatrali che lo ha curato.
10/8/20231 hour, 57 minutes, 52 seconds
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Guglielmo Giumelli

10/1/202326 minutes, 45 seconds
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Paola Tripoli

10/1/202314 minutes, 16 seconds
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Le signore del cinema – Kelly Reichardt

10/1/20234 minutes, 38 seconds
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Bosetti Manschaft

10/1/202313 minutes, 38 seconds
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Lezioni di musica – Batteria

10/1/20239 minutes, 55 seconds
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Vecchiaia e storie di vita

Se nelle società preindustriali, per millenni, l’anziano ha incarnato la figura del saggio ed era un pilastro oltre che il più rispettato della comunità, oggi, il suo ruolo ha subito una profonda trasformazione. Il mondo moderno, che ha fatto di velocità e produttività le proprie parole d’ordine, ha relegato la figura dell’anziano ai margini. E, ancora troppo spesso, capita che sia dipinto come una macchietta, come una buffa creatura dal retrogusto quasi folkloristico. Eppure, in Svizzera, così come nel resto dell’Occidente, il numero degli anziani è in costante crescita. Oltre il 20% della popolazione europea ha oggi 65 anni o più.Ma che cos’è la vecchiaia? Come viene raccontata a teatro o sul grande schermo? In occasione della Giornata internazionale delle persone anziane, una ricorrenza instituita dalle Nazioni Unite, a Charlot lo abbiamo chiesto a Paola Tripoli, direttrice artistica del FIT, il Festival internazionale del teatro e della scena contemporanea che include anche il progetto intergenerazionale Restez FIT! dedicato alla partecipazione culturale degli anziani; a Rubidori Manshaft e Roberta Bosetti, rispettivamente regista e interprete dello spettacolo “Alcune cose da mettere in ordine” prodotto dal FIT Festival e, infine, al sociologo Guglielmo Giumelli autore del saggio “Vecchi, vecchie e vecchiaie nella letteratura e nel cinema” (Il Nuovo Melangolo, 2018).
10/1/20231 hour, 55 minutes, 26 seconds
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Lezioni di musica – Flauto 

9/24/20235 minutes, 14 seconds
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Dal palco allo schermo

9/24/20230
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Le signore del cinema – Lucrecia Martel

9/17/20235 minutes, 34 seconds
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Lezioni di musica – Violino

9/17/202313 minutes, 17 seconds
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La nuova drammaturgia

9/17/20230
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Le signore del cinema – Céline Sciamma

di Mario Fabio
9/10/20237 minutes, 47 seconds
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Le signore del cinema – Céline Sciamma

9/10/20230
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Lezioni di musica – Pianoforte

di Mario Fabio
9/10/202318 minutes, 53 seconds
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Lezioni di musica – Pianoforte

9/10/20230
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Alla sorgente delle emozioni

9/10/20231 hour, 53 minutes, 2 seconds
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9/10/20230
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Pillole d’opera – Anna Bolena

9/3/20236 minutes, 13 seconds
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9/3/20230
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Le signore del cinema – Sofia Coppola

9/3/20235 minutes, 3 seconds
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9/3/20230
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Anna dalle cento letture

9/3/20231 hour, 55 minutes, 29 seconds
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9/3/20230
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Quante Storie!

8/20/20231 hour, 2 minutes, 19 seconds
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8/20/20230
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I classici del cinema – La persona peggiore del mondo

6/18/20230
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I classici del cinema – Reinette e Mirabelle

6/11/20230
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6/11/20230
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Lo spazio tra di noi

6/11/20230
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I classici del cinema - Nata di marzo

6/4/20230