Decine di migliaia di giovani lasciano ogni anno l’Italia. Si tratta molto spesso di laureati, appartenenti a tutte le categorie professionali. Provenienti dal Nord e dal Sud del Paese. E’ un’emigrazione di élite, lontana anni luce da quella degli inizi del XX° secolo. “Giovani Talenti” porta in radio per la prima volta le loro storie: il faticoso percorso lavorativo in Italia, l’occasione all’estero e l’espatrio. Le difficoltà da superare oltreconfine, fino all’affermazione finale. La trasmissione punta a rispondere alla domanda fondamentale: perché se ne vanno? E cosa dovrebbe cambiare in Italia, affinché restino... o tornino?
Trasmissione del 01 luglio 2017
7/1/2017 • 0
Trasmissione del 24 giugno 2017
6/24/2017 • 0
L'Italiana "En Marche"
"La mia vita non é perfetta, ma in Francia a 25 anni ho avuto la possibilità di diventare adulta (lavoratrice, mamma, proprietaria di una casa): quando vedo i miei amici in Italia sono tutti precari, non fanno figli perché non possono permetterselo economicamente, a livello professionale fanno fatica ad evolvere e a crescere. Io penso che un sacco di gente se ne vada dall'Italia perché é normale che a 30 anni si abbia voglia di sentirsi delle donne e degli uomini e non dei ragazzini, figli di mammà!": così si presentava solo pochi anni fa a "Giovani Talenti" Caterina Avanza, oggi 36enne responsabile dei processi partecipativi del movimento En Marche, del neopresidente francese Emmanuel Macron.La storia di Caterina prende le mosse con l'iscrizione al liceo linguistico: determinante sarà per lei l'anno di scambio scolastico a Parigi. Ne rimane talmente soddisfatta, che decide di diplomarsi Oltralpe.Dopo il diploma Caterina torna in Italia, per iscriversi a Scienze Politiche: al temine del percorso universitario parte per uno stage in una Ong in Perù. Al ritorno capisce che di opportunità nella Penisola -purtroppo- per lei non ce ne sono. Per questo risalpa nuovamente in direzione della Francia, per iniziare un Master in Diritto Europeo alla Sorbona. Concluso il quale inizia un lavoro presso uno studio di consulenza. Contemporaneamente, avvia un progetto di impresa sociale, prima di passare all'Ifop, importante centro di studi d'opinione francese. La nascita del progetto En Marche di Emmanuel Macron rappresenta per lei l'ispirazione politica che cercava. Invia un curriculum e viene presa, assistendo in prima persona alla storica vittoria delle elezioni presidenziali.Ospite della puntata è Maria Chiara Prodi, consigliere presso il Consiglio Generale degli Italiani all'Estero. Con lei tracciamo un profilo dei connazionali residenti a Parigi, e raccontiamo le ultime iniziative del CGIE.
Nella rubrica "Expats" spazio al progetto fotografico di Max Cavallari, che ha realizzato la mostra "(Di)Stanze", per raccontare le nuove famiglie italiane "geograficamente allargate". Con i genitori in Italia. E i figli all'estero.
PARTECIPA ALLO SPAZIO "INTERNACTIVE" DI GIOVANI TALENTI - Inviate le vostre lettere, riflessioni, commenti, spunti, proposte, segnalazioni e denunce sul tema dell'espatrio a: giovanitalenti@radio24.it
6/17/2017 • 0
L'Italiana "En Marche"
"La mia vita non é perfetta, ma in Francia a 25 anni ho avuto la possibilità di diventare adulta (lavoratrice, mamma, proprietaria di una casa): quando vedo i miei amici in Italia sono tutti precari, non fanno figli perché non possono permetterselo economicamente, a livello professionale fanno fatica ad evolvere e a crescere. Io penso che un sacco di gente se ne vada dall'Italia perché é normale che a 30 anni si abbia voglia di sentirsi delle donne e degli uomini e non dei ragazzini, figli di mammà!": così si presentava solo pochi anni fa a "Giovani Talenti" Caterina Avanza, oggi 36enne responsabile dei processi partecipativi del movimento En Marche, del neopresidente francese Emmanuel Macron.La storia di Caterina prende le mosse con l'iscrizione al liceo linguistico: determinante sarà per lei l'anno di scambio scolastico a Parigi. Ne rimane talmente soddisfatta, che decide di diplomarsi Oltralpe.Dopo il diploma Caterina torna in Italia, per iscriversi a Scienze Politiche: al temine del percorso universitario parte per uno stage in una Ong in Perù. Al ritorno capisce che di opportunità nella Penisola -purtroppo- per lei non ce ne sono. Per questo risalpa nuovamente in direzione della Francia, per iniziare un Master in Diritto Europeo alla Sorbona. Concluso il quale inizia un lavoro presso uno studio di consulenza. Contemporaneamente, avvia un progetto di impresa sociale, prima di passare all'Ifop, importante centro di studi d'opinione francese. La nascita del progetto En Marche di Emmanuel Macron rappresenta per lei l'ispirazione politica che cercava. Invia un curriculum e viene presa, assistendo in prima persona alla storica vittoria delle elezioni presidenziali.Ospite della puntata è Maria Chiara Prodi, consigliere presso il Consiglio Generale degli Italiani all'Estero. Con lei tracciamo un profilo dei connazionali residenti a Parigi, e raccontiamo le ultime iniziative del CGIE. Nella rubrica " Expats " spazio al progetto fotografico di Max Cavallari, che ha realizzato la mostra "(Di)Stanze", per raccontare le nuove famiglie italiane "geograficamente allargate". Con i genitori in Italia. E i figli all'estero. PARTECIPA ALLO SPAZIO "INTERNACTIVE" DI GIOVANI TALENTI - Inviate le vostre lettere, riflessioni, commenti, spunti, proposte, segnalazioni e denunce sul tema dell'espatrio a: giovanitalenti@radio24.it
6/17/2017 • 0
Un Italiano a Taiwan
"Al momento risiedo a Taiwan, dove lavoro come presentatore televisivo, professore universitario, interprete simultaneo e scrittore": si presenta così a "Giovani Talenti" Riccardo Moratto, 31 anni, approdato con grande successo in Estremo Oriente. Dopo gli studi universitari nella Penisola, dove Riccardo approccia la lingua e la cultura cinesi, arriva la svolta. E' l'anno 2008: ottiene una borsa di studio al National Science Council di Taiwan. L'anno sucessivo la tappa è cinese, con un'altra borsa di studio. Infine, nel 2010, la ripartenza -ancora per Taiwan- stavolta con un dottorato. E' solo la prima tappa di un'avventura, che porterà Riccardo a insegnare nelle università di Taiwan, svolgere lavoro di interpretariato ad alto livello, pubblicare libri, e diventare un noto presentatore televisivo. Ospite della puntata è Sabrina Ardizzoni, docente di lingua e cultura cinese presso l'università di Bologna. Con lei esploriamo le opportunità di studio e lavoro in Estremo Oriente, per giovani interessati a fare carriera in quell'area geografica.
Nella rubrica "Expats" spazio al blog "Vivere all'Estero", con il quale il team di Bab.la fornisce informazioni utili a tutti coloro che intendono avviare una vita oltreconfine. Ce ne parla Benedetta Montagnoli, product manager per Bab.la.
PARTECIPA ALLO SPAZIO "INTERNACTIVE" DI GIOVANI TALENTI - Inviate le vostre lettere, riflessioni, commenti, spunti, proposte, segnalazioni e denunce sul tema dell'espatrio a: giovanitalenti@radio24.it
6/10/2017 • 0
Un Italiano a Taiwan
"Al momento risiedo a Taiwan, dove lavoro come presentatore televisivo, professore universitario, interprete simultaneo e scrittore": si presenta così a "Giovani Talenti" Riccardo Moratto, 31 anni, approdato con grande successo in Estremo Oriente. Dopo gli studi universitari nella Penisola, dove Riccardo approccia la lingua e la cultura cinesi, arriva la svolta. E' l'anno 2008: ottiene una borsa di studio al National Science Council di Taiwan. L'anno sucessivo la tappa è cinese, con un'altra borsa di studio. Infine, nel 2010, la ripartenza -ancora per Taiwan- stavolta con un dottorato. E' solo la prima tappa di un'avventura, che porterà Riccardo a insegnare nelle università di Taiwan, svolgere lavoro di interpretariato ad alto livello, pubblicare libri, e diventare un noto presentatore televisivo. Ospite della puntata è Sabrina Ardizzoni, docente di lingua e cultura cinese presso l'università di Bologna. Con lei esploriamo le opportunità di studio e lavoro in Estremo Oriente, per giovani interessati a fare carriera in quell'area geografica. Nella rubrica "Expats" spazio al blog "Vivere all'Estero", con il quale il team di Bab.la fornisce informazioni utili a tutti coloro che intendono avviare una vita oltreconfine. Ce ne parla Benedetta Montagnoli, product manager per Bab.la. PARTECIPA ALLO SPAZIO "INTERNACTIVE" DI GIOVANI TALENTI - Inviate le vostre lettere, riflessioni, commenti, spunti, proposte, segnalazioni e denunce sul tema dell'espatrio a: giovanitalenti@radio24.it
6/10/2017 • 0
Cervelli di Rientro
"Il sistema accademico italiano, almeno per quanto riguarda l'area umanistico-sociale, offre possibilità scarse o nulle di carriera ai candidati non locali, cioè a quei giovani studiosi che non hanno un forte radicamento in una sede universitaria. Molti, troppi, svolgono tutta la loro carriera nella stessa sede, facendo la fila in attesa del proprio turno… come in un supermercato": è al vetriolo e lucidissima l'analisi che Daniele Santarelli, 37enne ricercatore rientrato grazie al programma per il "ritorno dei cervelli" Rita Levi Montalcini, fa del nostro sistema accademico.Studi alla Facoltà di Lettere di Pisa, Daniele prosegue con un dottorato a Padova. Grazie al quale avvia le sue collaborazioni con l'estero che -negli anni- lo porteranno a lavorare, fare ricerca e insegnare in atenei francesi e svizzeri. E' lui stesso a spiegare il perchè: "non appena conseguito il titolo di dottore di ricerca non ho potuto far altro che tornare a guardare all'estero, perché in Italia non c'erano oggettivamente prospettive".L'opportunità di ritorno si apre per lui con il bando Rita Levi Montalcini, "una delle pochissime finestre disponibili per rientrare dall'estero", come Daniele stesso lo definisce. Si candida e ce la fa. Anche se -paradosso dei paradossi- trovare un ateneo italiano disposto ad accoglierlo gratis (contratto, punti organico e fondi di ricerca sono a carico del Miur) si rivelerà un'impresa…Ospite della puntata è Daniele Livon, Direttore presso il Ministero dell'Università: con lui tracciamo un bilancio del programma Rita Levi Montalcini, e cerchiamo di capire quali siano le perduranti resistenze del nostro sistema accademico, nei confronti del rientro dei "cervelli" dall'estero.
Nella rubrica "Expats" spazio all'ultima puntata stagionale de "L'Ideogramma" di Emanuela Verrecchia. Con lei restiamo nell'ambito della ricerca, ovviamente in Cina. Ma ci spostiamo sulle opportunità all'interno di quella industriale.
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6/3/2017 • 0
Cervelli di Rientro
"Il sistema accademico italiano, almeno per quanto riguarda l'area umanistico-sociale, offre possibilità scarse o nulle di carriera ai candidati non locali, cioè a quei giovani studiosi che non hanno un forte radicamento in una sede universitaria. Molti, troppi, svolgono tutta la loro carriera nella stessa sede, facendo la fila in attesa del proprio turno… come in un supermercato": è al vetriolo e lucidissima l'analisi che Daniele Santarelli, 37enne ricercatore rientrato grazie al programma per il "ritorno dei cervelli" Rita Levi Montalcini, fa del nostro sistema accademico.Studi alla Facoltà di Lettere di Pisa, Daniele prosegue con un dottorato a Padova. Grazie al quale avvia le sue collaborazioni con l'estero che -negli anni- lo porteranno a lavorare, fare ricerca e insegnare in atenei francesi e svizzeri. E' lui stesso a spiegare il perchè: "non appena conseguito il titolo di dottore di ricerca non ho potuto far altro che tornare a guardare all'estero, perché in Italia non c'erano oggettivamente prospettive".L'opportunità di ritorno si apre per lui con il bando Rita Levi Montalcini, "una delle pochissime finestre disponibili per rientrare dall'estero", come Daniele stesso lo definisce. Si candida e ce la fa. Anche se -paradosso dei paradossi- trovare un ateneo italiano disposto ad accoglierlo gratis (contratto, punti organico e fondi di ricerca sono a carico del Miur) si rivelerà un'impresa…Ospite della puntata è Daniele Livon, Direttore presso il Ministero dell'Università: con lui tracciamo un bilancio del programma Rita Levi Montalcini, e cerchiamo di capire quali siano le perduranti resistenze del nostro sistema accademico, nei confronti del rientro dei "cervelli" dall'estero. Nella rubrica " Expats " spazio all'ultima puntata stagionale de "L'Ideogramma" di Emanuela Verrecchia. Con lei restiamo nell'ambito della ricerca, ovviamente in Cina. Ma ci spostiamo sulle opportunità all'interno di quella industriale. PARTECIPA ALLO SPAZIO "INTERNACTIVE" DI GIOVANI TALENTI - Inviate le vostre lettere, riflessioni, commenti, spunti, proposte, segnalazioni e denunce sul tema dell'espatrio a: giovanitalenti@radio24.it
6/3/2017 • 0
Un anno di studio in Brasile
"Da ormai nove mesi vivo lontano da casa, dalla mia famiglia, dai miei amici, e da tutto ciò che per 16 anni sono stato abituato a vedere e a fare": riassume così, in poche ma efficaci righe, la sua esperienza in Brasile Andrea Maselli, 17enne studente delle scuole superiori che sta vivendo un periodo di scambio in America del Sud. Oggi torniamo a esplorare le opportunità di studio in Paesi extra-UE: lo facciamo proprio con la storia di Andrea, studente di informatica, che ha deciso di partire per il Brasile, scegliendolo come possibile destinazione… solo all'ultimo. Andrea arriva in un Brasile in piena "febbre da Olimpiadi": col passare delle settimane, scopre un Paese con un sistema di istruzione molto diverso dal nostro, in particolare nel rapporto professore-studente, decisamente più informale. "Stando in Brasile ho scoperto sicuramente una nuova cultura e un nuovo modo di affrontare le situazioni", riassume Andrea, profondamente arricchito dalla nuova esperienza.Ospite della puntata è Beatrice Tisato, volontaria di Intercultura. Con lei cerchiamo di capire quali caratteristiche debba avere un adolescente, che intende candidarsi per mesi di studio lontano dall'Italia.Nella rubrica "Expats" spazio -come ogni ultimo sabato del mese- alle vostre lettere: oggi leggiamo quella di Roberta, che da Lisbona si aggancia idealmente alla storia di Andrea, per raccontarci quanto vivere all'estero permetta di scoprire il valore della diversità culturale.
PARTECIPA ALLO SPAZIO "INTERNACTIVE" DI GIOVANI TALENTI - Inviate le vostre lettere, riflessioni, commenti, spunti, proposte, segnalazioni e denunce sul tema dell'espatrio a: giovanitalenti@radio24.it
5/27/2017 • 0
Storie di Talenti in Europa – Strasburgo 2017
Puntata speciale di "Giovani Talenti", che torna - per il sesto anno - all'Europarlamento di Strasburgo, con una tavola rotonda fra giovani professionisti italiani espatriati nel cuore dell'Europa. Oggi il nostro "parterre" comprende tre giovani al lavoro sia nelle istituzioni UE, sia nel settore delle istituzioni internazionali, tra Bruxelles e Strasburgo.
A Strasburgo "Giovani Talenti" incontra:–Greta Faggiani, 29 anni, vicecapo aggiunto del Gabinetto del Presidente dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa;–Nicolò Carboni, 29 anni, assistente parlamentare al Parlamento Europeo;–Carmen Scirè, 33 anni, assistente parlamentare al Parlamento Europeo;Ospite insieme a loro, per commentare la nuova emigrazione professionale verso l'Europa, e valutare quanto l'UE rappresenti ancora un polo di attrazione per i nostri giovani talenti, il direttore dell'Ufficio a Milano dell'Europarlamento Bruno Marasà.
5/20/2017 • 0
Storie di Talenti in Europa - Strasburgo 2017
Puntata speciale di "Giovani Talenti", che torna - per il sesto anno - all'Europarlamento di Strasburgo, con una tavola rotonda fra giovani professionisti italiani espatriati nel cuore dell'Europa. Oggi il nostro "parterre" comprende tre giovani al lavoro sia nelle istituzioni UE, sia nel settore delle istituzioni internazionali, tra Bruxelles e Strasburgo. A Strasburgo "Giovani Talenti" incontra:–Greta Faggiani, 29 anni, vicecapo aggiunto del Gabinetto del Presidente dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa;–Nicolò Carboni, 29 anni, assistente parlamentare al Parlamento Europeo;–Carmen Scirè, 33 anni, assistente parlamentare al Parlamento Europeo;Ospite insieme a loro, per commentare la nuova emigrazione professionale verso l'Europa, e valutare quanto l'UE rappresenti ancora un polo di attrazione per i nostri giovani talenti, il direttore dell'Ufficio a Milano dell'Europarlamento Bruno Marasà.
5/20/2017 • 0
Una Scienziata italiana alla Casa Bianca
Puntata d'eccezione, oggi a "Giovani Talenti": ospitiamo Anna Grassellino, 35 anni, professoressa associata in Fisica al prestigioso Fermilab, nei pressi di Chicago. Anna avvia il suo percorso nella propria città di origine, Marsala: da lì si trasferisce a Pisa, per studiare Ingegneria. Il primo contatto con gli Stati Uniti avviene proprio al Fermilab, nel 2004, con una internship. Dopo la laurea sceglie di tornare negli USA, con un passaggio a Philadelphia per il Ph.D., prima di riapprodare in Illinois: al Fermilab entra come post-doc. Nel giro di soli cinque anni passa a ricercatrice, prima di diventare professoressa associata. Quello che rende la storia di Anna quasi unica è il conferimento, da parte della Casa Bianca, del prestigioso Pecase Award, assegnato ai migliori giovani scienziati e ingegneri al lavoro su territorio americano. Insieme ad Anna vengono premiati anche altri due italiani. Ospite della puntata è il professor Carlo Pagani, docente di Fisica all'Università degli Studi di Milano. Con lui commentiamo il percorso di Anna Grassellino, e sviluppiamo l'annoso tema della fuga dei cervelli dall'Italia. Insieme ai motivi che vi sottostanno.
Nella rubrica "Expats" andiamo ad approfondire il tema dei giovani medici italiani in Gran Bretagna: quale il loro futuro, dopo la Brexit? Un'associazione di medici italiani Oltremanica prova ad aiutarli. Con noi Sergio Bonini, presidente dell'Italian Medical Society of Great Britain.
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5/13/2017 • 0
Dal Cern all'Italia. Il Controesodo
"Tornare in Italia significa accontentarsi di uno stipendio che non arriva nemmeno alla metà di quello percepito in Svizzera, ma ritengo che la qualità della vita italiana compensi molto bene il compromesso economico da accettare": ha le idee chiare Giovanni Bianchi, 33enne consulente informatico e startupper, rientrato in Italia dalla Svizzera, dove lavorava all'interno di uno dei centri di ricerca più importanti al mondo.Giovanni studia Informatica all'università: in breve, approda al Cern di Ginevra, prima con una borsa di studio, poi con un contratto da post-doc.Professionalmente, un'esperienza straordinaria, vista a posteriori: resta un "ma", legato alla qualità della vita in Svizzera, che Giovanni non trova così stimolante.Di qui la decisione, assolutamente a sorpresa: lasciare la Svizzera e rientrare in Italia, con un progetto di start-up, "Strappo". Il progetto finisce successivamente in stand-by, anche a causa della poca chiarezza legislativa nel settore di attività. Giovanni "trasloca" così ad H-Farm, uno dei più noti incubatori italiani di "start-up".Ospite della puntata è Alessia Marsigalia, che da due anni ci segnala, mensilmente, storie di controesodati. Con lei commentiamo la storia di Giovanni Bianchi, e allarghiamo lo sguardo alla situazione dei rientri nella Penisola dall'estero. Prosegue il flusso?
Nella rubrica "Expats" parola ad Emanuela Verrecchia, con la sua rubrica mensile "L'Ideogramma". Oggi Emanuela ci accompagna a scoprire le opportunità per i ricercatori in Cina.
PARTECIPA ALLO SPAZIO "INTERNACTIVE" DI GIOVANI TALENTI - Inviate le vostre lettere, riflessioni, commenti, spunti, proposte, segnalazioni e denunce sul tema dell'espatrio a: giovanitalenti@radio24.it
5/6/2017 • 0
Dal Cern all'Italia. Il Controesodo
"Tornare in Italia significa accontentarsi di uno stipendio che non arriva nemmeno alla metà di quello percepito in Svizzera, ma ritengo che la qualità della vita italiana compensi molto bene il compromesso economico da accettare": ha le idee chiare Giovanni Bianchi, 33enne consulente informatico e startupper, rientrato in Italia dalla Svizzera, dove lavorava all'interno di uno dei centri di ricerca più importanti al mondo.Giovanni studia Informatica all'università: in breve, approda al Cern di Ginevra, prima con una borsa di studio, poi con un contratto da post-doc.Professionalmente, un'esperienza straordinaria, vista a posteriori: resta un "ma", legato alla qualità della vita in Svizzera, che Giovanni non trova così stimolante.Di qui la decisione, assolutamente a sorpresa: lasciare la Svizzera e rientrare in Italia, con un progetto di start-up, "Strappo". Il progetto finisce successivamente in stand-by, anche a causa della poca chiarezza legislativa nel settore di attività. Giovanni "trasloca" così ad H-Farm, uno dei più noti incubatori italiani di "start-up".Ospite della puntata è Alessia Marsigalia, che da due anni ci segnala, mensilmente, storie di controesodati. Con lei commentiamo la storia di Giovanni Bianchi, e allarghiamo lo sguardo alla situazione dei rientri nella Penisola dall'estero. Prosegue il flusso? Nella rubrica "Expats" parola ad Emanuela Verrecchia, con la sua rubrica mensile "L'Ideogramma". Oggi Emanuela ci accompagna a scoprire le opportunità per i ricercatori in Cina. PARTECIPA ALLO SPAZIO "INTERNACTIVE" DI GIOVANI TALENTI - Inviate le vostre lettere, riflessioni, commenti, spunti, proposte, segnalazioni e denunce sul tema dell'espatrio a: giovanitalenti@radio24.it
5/6/2017 • 0
In Erasmus in Grecia
"L'Erasmus è sicuramente un'esperienza che consiglio a tutti gli studenti universitari, perché cambia profondamente il modo di ragionare di chi lo vive": riassume così Vitalia Pes, 21enne microbiologa tirocinante con borsa Erasmus+ ad Atene, la sua esperienza di studio all'estero. Vitalia ha un sogno, quando si iscrive all'università: diventare una brava ricercatrice. Per questo sceglie Biotecnologie, all'Università di Sassari.La prima esperienza Erasmus la vive in realtà in Spagna, a Bilbao: "questo primo Erasmus mi fece venire voglia di fare altre esperienze all'estero", ricorda ora. Per questo, pochi mesi dopo il rientro, sceglie di partecipare ad un'altra borsa del programma Erasmus+, questa volta mirata al tirocinio – "Erasmus Traineeship". La destinazione è per molti versi singolare: la Grecia, Paese in crisi, fuori dalle tradizionali rotte estere. Eppure… Vitalia scopre una nazione che ha molto da offrire e da insegnare, al di là degli stereotipi.Opsite della puntata è Valeria Biggi, dell'agenzia Indire. Con lei approfondiamo le opportunità di tirocinio all'estero, col programma Erasmus.
Nella rubrica "Expats" spazio come ogni ultimo sabato del mese alle vostre lettere: oggi la storia di Elisa, che ci scrive spiegandoci perchè in Italia lei ha deciso di restare.
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4/29/2017 • 0
Dall'Est all'Ovest… USA
"Se dovessi riassumere la mia storia, mi viene da dire che è stata un tortuoso cammino all'insegna della ricerca di un ambiente aperto, multiculturale, senza pregiudizi (dove io possa anche andare in ufficio in ciabatte…), e in cui nessuno mi chieda quanti anni ho, prima di affidarmi responsabilità". Riassume così Matteo Zanella, 34enne Senior Product Manager in California, il suo percorso internazionale.Matteo si iscrive in Ingegneria Informatica: fin dagli anni universitari manifesta interesse verso le esperienze all'estero, con un anno di scambio alla University of California e un semestre in Erasmus a Valencia.Nel marzo del 2007 si laurea, dopodichè inizia a lavorare nella Penisola: la svolta arriva un paio d'anni dopo, quando decide di iniziare un MBA negli Stati Uniti.Con non pochi sacrifici, si sposta a New York, dove completa l'MBA: di fronte alla scelta se tornare in Italia o restare Oltreoceano, sceglie la seconda opzione – l'ambiente di lavoro della Penisola non lo attira nè convince più.Tre anni fa l'ultima sfida, con il trasferimento in California: prima un passaggio a Facebook, poi l'approdo al lavoro attuale, in un'azienda che -negli anni- ha visto crescere esponenzialmente.Ospite della puntata è il giornalista Roberto Bonzio, ideatore del progetto "Italiani di Frontiera": con lui torniamo a parlare delle ultime novità dalla Silicon Valley. Chi sono i giovani italiani innovativi che più si stanno distinguendo nel West americano? Che aria tira, soprattutto, dopo l'arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca?
Nella rubrica "Expats" focus su un'iniziativa estremamente interessante, che la nostra comunità di italiani in Francia ha lanciato recentemente: il portale "ViverelavorareinFrancia", una guida pratica per i connazionali che intendono trasferirsi Oltralpe. Ce ne parla Patrizia Molteni, presidente di "Italia in Rete".
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4/22/2017 • 0
Una Post-Doc a Colonia
"Non sarebbe corretto affermare che in Italia per me non ci fossero occasioni. Lavoro da fare ce n'era, ma limitato nel tempo, frammentato in progetti molto diversi tra loro e -soprattutto- in un tempo in cui tutto è sospeso: sia per la durata della "gavetta", sia per la direzione in cui si andava": così Vera Lomazzi, 38enne post-doc a Colonia, ricorda il periodo di lavoro nella Penisola.Vera si iscrive tardi in università, dopo aver iniziato a lavorare non appena diplomatasi: una volta laureata, prosegue gli studi con un Dottorato in Sociologia e Metodologia della Ricerca Sociale. Il dottorato la porta a fare le prime esperienze di lavoro in Olanda e in Germania. Successivamente, parte anche per il Libano.Fino al 2015, quando arriva per lei il vero "salto di qualità": l'offerta di un posto in una università scozzese, ad Aberdeen. Posto che lei lascia un anno dopo, soprattutto per riavvicinarsi alla famiglia in Italia – cogliendo al volo l'opportunità di un post-doc al prestigioso Leibniz Institute di Colonia.Vera in realtà si candida senza troppe speranze per il posto… e invece ecco arrivare la proposta di lavoro. In Germania scopre un mondo accademico fondato sulla meritocrazia: attualmente Vera prosegue la sua vita da pendolare tra Italia (dove ha la famiglia) e Germania (dove ha il lavoro).Ospite della puntata è il professor Ferruccio Biolcati, docente associato di Sociologia all'Università degli Studi di Milano. Con lui ampliamo lo sguardo alle opportunità accademiche nel settore delle Scienze Sociali in Italia.Nella rubrica "Expats" continuiamo a restare nel "mondo radiofonico": lo facciamo parlandovi di "Radio Nuova York", emittente web che racconta gli italiani nella Grande Mela. Con noi Alberto Polo Cretara, fondatore della radio.
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4/15/2017 • 0
Dalla Russia… per lavoro
"La mia decisione di lasciare l'Italia non è stata dettata da esterofilia, ma piutttosto dalla voglia di futuro": così Antonio Alizzi, 34enne primo vicepresidente di una delle maggiori case editrici russe, racconta il perchè del suo espatrio a Mosca. Espatrio foriero di una carriera ad alto livello.Antonio nasce in Germania, da genitori siciliani emigrati: a sei anni rientra nell'isola. Dopo la maturità, prende la decisione di lasciare anch'egli la Sicilia, per studiare a Milano, Scienze della Comunicazione. Più tardi si sposterà sulle Relazioni Internazionali.Antonio completa la sua formazione con un Master -prima- e un Dottorato di Ricerca – poi, una strada che gli spalanca le porte dell'insegnamento in accademia, a Verona.Sul medio periodo, però, cominciano a pesare le difficoltà di avere una prospettiva, in ateneo: "l'entusiasmo, che è stato il carburante per quattro anni, ad un certo punto ha ceduto il passo alla paura. Paura di non farcela, paura di aver sbagliato tutto, paura di non poter programmare il futuro senza certezze, paura di non avere più credibilità, per poter ispirare i ragazzi", ricorda Antonio.La decisione di spostarsi nel mondo dell'impresa è consequenziale: coglie al volo la possibilità di un lavoro presso una multinazionale italiana, che -dopo un periodo di training– lo manda in missione in Russia."La Russia non era mai stata nei miei piani, anzi… ho reagito con un certo sconforto e sospetto, quando mi è stata prospettata come possibile destinazione", ricorda ora Antonio.La realtà si mostra ben diversa: nonostante le comprensibili difficoltà di adattamento, a Mosca resta circa due anni e mezzo in distacco dall'azienda italiana, prima di accettare un'offerta di impiego difficilmente rifiutabile."Se accetti di lavorare insieme a me, cambieremo il mondo dei media. Lo faremo assieme, e non solo in Russia", gli propone il presidente del suo attuale gruppo editoriale, uno dei più grandi nel Paese. Antonio ne è attualmente primo vicepresidente."La Russia è un Paese di contraddizioni e forti contrasti, che vivono in una sorta di quiete cosmica": così Antonio descrive il suo Paese "di adozione".
Nella rubrica "Expats" ci spostiamo in Messico, per raccontarvi la nostra comunità di ricercatori espatriati nel Paese centroamericano. Lo facciamo con Emilia Giorgetti, addetta scientifica dell'Ambasciata italiana, che ne ha censito la presenza, e che sta cercando di creare forme aggregative.
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4/8/2017 • 0
Coppie che Tornano… anche dalla Silicon Valley
"Siamo estremamente eccitati dall'idea di tornare in un ambiente tecnologico giovane ed emergente, dove possiamo avere un impatto reale, riportando indietro quanto appreso in Silicon Valley": così Stefano Bernardi, 30 anni, venture capitalist, raccontava - poco più di un anno fa e sul web - l'idea di rientrare in Italia, dopo diversi anni negli USA.Quella che vi raccontiamo questa settimana non è una "classica" storia di rientro nella Penisola, legata al lavoro: questa settimana vi parliamo di giovani coppie che decidono di tornare in Italia - anche da destinazioni molto ambite - in primis per dare una prospettiva di qualità di vita ai propri figli.Stefano studia Ingegneria Informatica nella Penisola, dopodichè entra presto nell'ambiente italiano delle start-up. Poi la prima "scommessa": con la moglie Elena si trasferisce a San Francisco, dove in pochi anni si fa largo nell'ambiente delle aziende ad alto tasso innovativo e nel venture capital, che si trasformerà col tempo nella sua principale occupazione.Infine, più recentemente, la seconda "scommessa": il rientro in Italia con la famiglia, in Trentino, per dare priorità alla dimensione di vita, rispetto a quella lavorativa. Sotto questo punto di vista, l'Italia è "attrattiva"? Ed è in grado soprattutto di fornire prospettive di medio-lungo periodo professionali, a chi decide di investirvi?Ospite della puntata è Elena Petrucciano, moglie di Stefano. Con lei affrontiamo -dal suo punto di vista- i motivi della scelta di rientro, focalizzandoci in particolare sul suo attuale percorso lavorativo nella Penisola. L'Italia è un Paese in grado di valorizzare talenti con esperienza internazionale alle spalle?Nella rubrica "Expats" spazio -come ogni primo sabato del mese- alle pillole di Emanuela Verrecchia, che con "L'Ideogramma" ci trasporta in Cina. Oggi Emanuela ci parla di opportunità professionali nel settore medico. Ovviamente in Estremo Oriente.
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4/1/2017 • 0
Un anno di studi in Cina
"Sono sette mesi che vivo lontano da casa, dalla mia famiglia, da tutto quello che ero abituato a vedere fin da piccolo. Stando qui ho visto una parte del mondo che in Europa crediamo di conoscere, l'Oriente. Tuttavia ho scoperto che -per la maggior parte- si tratta solo di normalissimi stereotipi, che poi si rivelano tali quando inizi a vivere inserito nella società, proprio come se fossi uno di loro". E' proprio il caso di dire che Gioele Leone, 16 anni, ha scoperto dall'altra parte del pianeta un mondo completamente nuovo.Gioele parte per la Cina lo scorso anno, per un periodo di scambio studentesco: l'approdo a Pechino è indimenticabile, con il caldo soffocante e umido dell'agosto cinese.Da Pechino si sposta a Jujiang, città dove ha luogo effettivamente il suo scambio studentesco: lì si apre per lui un mondo completamente nuovo, in termini di vita e di studio. Un altro pianeta, con altri standard e altre regole, che -all'inizio- provocano in Gioele non poche difficoltà di adattamento.Nel giro di tre mesi, però, cambia radicalmente la sua prospettiva di vedere le cose: "La Cina mi ha sbalordito. Qualsiasi cosa da noi è considerata sbagliata qui è giusta. E viceversa".Col tempo Gioele comincia ad apprezzare dverse sfumature della Cina, come la cultura – "qui è ancora un concetto importantissimo". E la concezione del merito, che nelle scuole orientali è ferrea."I cinesi mi hanno conquistato", riassume Gioele, alla fine del suo non semplicissimo percorso di adattamento in una cultura così diversa.Ospite della puntata è Roberto Ruffino, segretario generale della Fondazione Intercultura. Con lui affrontiamo il tema degli scambi stidenteschi con l'Estremo Oriente. Quanti sono numericamente, e quale spirito di adattamento serve per partire?
Nella rubrica "Expats" spazio alle vostre lettere, che inviate settimanalmente a giovanitalenti@radio24.it : oggi la nostra ascoltatrice Monica ci racconta una storia di emigrazione molto particolare. In Russia. E per aviare una carriera teatrale.
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3/25/2017 • 0
Un Italiano al Tesoro UK
"In Italia i giovani sono davvero tagliati fuori, rispetto agli altri Paesi. L'amministrazione pubblica dovrebbe iniziare a dare il buon esempio, assumendo - attraverso procedure pratiche e moderne - giovani competenti, e affidando loro responsabilità" : così Andrea Zorzetto, 22enne Policy Advisor presso il Ministero del Tesoro britannico, sintetizza il suo pensiero sulla rotta da seguire anche in Italia, sulla base della sua esperienza Oltremanica.Andrea parte presto per l'estero, con un'esperienza in Australia fin dalle scuole superiori: dopo la maturità opta per proseguire gli studi oltreconfine, scegliendo la Gran Bretagna per iscriversi al'università.Gli anni Oltremanica trascorrono tra scambi universitari a Hong Kong, stage tra Ministeri e Parlamento UK, e lavori per mantenersi gli studi. Senza contare i numerosi viaggi per partecipare a forum internazionali.Alla fine del percorso universitario, arriva per lui l'occasione al Ministero del Tesoro britannico, in età -almeno per gli standard della pubblica amministrazione italiana- giovanissima."Fin dall'inizio mi sono state affidate responsabilità importanti. L'ambiente è molto giovane e dinamico": così Andrea descrive il proprio ambiente di lavoro. Certo, la Brexit incombe, portandosi dietro qualche ombra sul futuro… ma per il momento va bene così.Ospite della puntata è Guido Melis, docente all'Università "La Sapienza" ed esperto di amministrazione pubblica. Con lui proviamo a capire perchè i processi di reclutamento nella PA britannica riescono ad essere efficaci e meritocratici. E come la nostra PA potrebbe migliorare in questo senso, a tutto vantaggio di giovani qualificati e brillanti.Nella rubrica "Expats" ci trasferiamo a Berlino, per parlarvi del sito di informazione "Berlino Magazine". Come sta raccontando la nuova emigrazione italiana nella capitale tedesca? Ce lo spiega il suo direttore, Andrea D'Addio.
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3/18/2017 • 0
Una Manager in Olanda
"Una volta rientrata in Italia, la mia esperienza e i miei titoli non sembrarono essere presi in considerazione. La mia azienda mi propose di eseguire lo stesso lavoro che avevo interrotto due anni prima, mentre - anche volendo cercare altre proposte lavorative - le offerte erano pressochè inesistenti, il networking uno strumento sconosciuto". Racconta così Federica Ravaglia, 34enne manager per una multinazionale olandese, il suo rientro in Italia, dopo un lungo periodo all'estero, affrontato per migliorare le proprie competenze e internazionalizzarsi, nell'ottica di una crescita professionale. Anche per questo Federica ha rifatto presto le valigie.All'università Federica sceglie Economia delle Amministrazioni Pubbliche e delle Istituzioni Internazionali: nel corso degli studi ha modo di svolgere due esperienze all'estero.Dopo la laurea, la consapevolezza: "mi è stata subito chiara l'assenza di opportunità di sviluppo e crescita nei settori legati ai miei studi". Così coglie al volo l'opportunità di un'assunzione presso una grossa multinazionale americana a Milano.L'esperienza internazionale è codificata nel DNA di Federica: accetta di seguire un progetto Oltremanica, trasferendosi a Londra. Chiusa la parentesi inglese, la svolta: prende un'aspettativa, e si iscrive ad un MBA a Barcellona.Arrivata a 31 anni, il nuovo bivio: proseguire con un dottorato negli USA, così come le era stato proposto, o rientrare nell'organico aziendale in Italia? Federica sceglie la seconda strada.Qui però arriva la sorpresa: il lavoro che si ritrova a fare è lo stesso che svolgeva prima di imbarcarsi nelle esperienze in UK e Spagna. "Riscontrai una forte chiusura dell'Italia al networking in senso anglosassone, e dunque all'investimento nella conoscenza di persone".Qualche colloquio via Skype le è sufficiente per trovare una nuova posizione in Olanda, dove ora lavora come manager per una multinazionale locale, respirando un ambiente aperto e giovane, che permette cambi di ruolo interni alla stessa azienda.Ospite della puntata è Federico Mioni, direttore della Management School di Federmanager: con lui approfondiamo le reali e concrete opportunità di impiego in Italia per giovani manager dalla formazione internazionale.Nella rubrica "Expats" andiamo in Spagna, per parlarvi di un network di ricercatori italiani nella Penisola Iberica. L'associazione si chiama ARIS: ce la presenta la vicepresidente Eugenia Resmini.
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3/11/2017 • 0
Controesodo dal Kazakhistan… con vista startup
"Se siamo arrivati fino a dove siamo ora lo dobbiamo a un team straordinario, e a un quadro normativo a supporto delle start-up innovative che oggi in Italia è buono, e offre concrete e importanti agevolazioni. Il nostro Paese ha tutte le carte in regola per generare innovazione vera: ci sono competenze e leggi, forse l'unica cosa che manca realmente è la convinzione profonda di poterlo fare": così Dario Brignone, 34enne startupper rientrato in Italia dal Kazakhistan, descrive il momento che vive il nostro Paese, dal punto di vista dell'innovazione. Dario si iscrive alla Facoltà di Matematica e Fisica (indirizzo informatico): dopo un'esperienza Erasmus a Madrid si laurea nel 2008… poi lascia l'Italia.La prima tappa per lui è l'Australia, seguita da un primo rientro nella Penisola, per lavorare qui. Gli inizi sono in una piccola società di consulenza di Torino, che lascia per trasferirsi in un gruppo che lavora per una grande multinazionale dell'oil&gas. La destinazione per lui si chiama Kazakhistan.Nel Paese asiatico Dario resta un paio d'anni: nel frattempo, insoddisfatto del tipo di lavoro che svolge, pensa di rilanciarsi con un Master. E' qui però che arriva il colpo di scena: con un amico avvia un progetto di startup, che -con i mesi- diviene il vero obiettivo di carriera. Dario abbandona l'idea del Master… e torna in Italia per lanciare Satispay, una app che si propone di rivoluzionare il sistema di pagamenti.Ospite della puntata è James Kenneally, giovane australiano responsabile del marketing di Satispay. Con lui analizziamo il grado di attrattività del sistema-Italia, nei confronti dei professionisti stranieri.
Nella rubrica "Expats" torna Emanuela Verrecchia, con "L'Ideogramma", la rubrica sulle opportunità in Estremo Oriente: oggi Emanuela ci racconta l'Italia che ha ritrovato, dopo un lungo periodo di assenza.
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3/4/2017 • 0
In Erasmus a Oviedo
"Mi ritengo cittadina del mondo, non semplicemente per i viaggi, o perché studio e lavoro all'estero. Ma perché non ho più barriere, non vedo limiti tra me e quello che mi capita": riassume così Giorgia Capretti, 24enne "veterana" Erasmus, cosa ha significato per lei prendere parte a diversi programmi europei per gli scambi studenteschi nell'Unione Europea.Giorgia si iscrive alla laurea triennale in Scienze del Turismo a Macerata: si tratta in realtà solo del primo -imprescindibile - passo, che la porterà a studiare per l'Europa.Prima tappa un "classico" Erasmus in Portogallo – "l'anno migliore della mia vita", ricorda. Nel Paese lusitano può anche associare la parte "pratica" dello studio a quella "teorica", spesso preponderante in Italia.In Portogallo Giulia torna una seconda volta, con un programma "Erasmus Placement", grazie al quale ha modo di fare un'esperienza concreta di lavoro.Dopo la laurea in Italia, Giulia ha modo di fare un'ulteriore esperienza di lavoro a Bruxelles. Una volta rientrata a casa, non ha però esitazioni: prende la palla al balzo e si candida per un nuovo programma Erasmus+, questa volta a Oviedo, in Spagna, incrociando studio e lavoro.
Ospite della puntata è Claudia Peritore dell'Agenzia INDIRE, con la quale commentiamo la storia di Giorgia, e allarghiamo lo sguardo alle numerose opportunità offerte dal programma Erasmus. Un programma che -proprio in queste settimane- sta festeggiando i suoi primi 30 anni.
Nella rubrica "Expats" spazio, come ogni ultimo sabato del mese, alle vostre lettere: oggi è Giulia a portare un messaggio di ottimismo dalla Germania… a tutti i suoi coetanei.
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2/25/2017 • 0
In Erasmus a Oviedo
"Mi ritengo cittadina del mondo, non semplicemente per i viaggi, o perché studio e lavoro all'estero. Ma perché non ho più barriere, non vedo limiti tra me e quello che mi capita": riassume così Giorgia Capretti, 24enne "veterana" Erasmus, cosa ha significato per lei prendere parte a diversi programmi europei per gli scambi studenteschi nell'Unione Europea.Giorgia si iscrive alla laurea triennale in Scienze del Turismo a Macerata: si tratta in realtà solo del primo -imprescindibile - passo, che la porterà a studiare per l'Europa.Prima tappa un "classico" Erasmus in Portogallo – "l'anno migliore della mia vita", ricorda. Nel Paese lusitano può anche associare la parte "pratica" dello studio a quella "teorica", spesso preponderante in Italia.In Portogallo Giulia torna una seconda volta, con un programma "Erasmus Placement", grazie al quale ha modo di fare un'esperienza concreta di lavoro.Dopo la laurea in Italia, Giulia ha modo di fare un'ulteriore esperienza di lavoro a Bruxelles. Una volta rientrata a casa, non ha però esitazioni: prende la palla al balzo e si candida per un nuovo programma Erasmus+, questa volta a Oviedo, in Spagna, incrociando studio e lavoro. Ospite della puntata è Claudia Peritore dell'Agenzia INDIRE, con la quale commentiamo la storia di Giorgia, e allarghiamo lo sguardo alle numerose opportunità offerte dal programma Erasmus. Un programma che -proprio in queste settimane- sta festeggiando i suoi primi 30 anni. Nella rubrica "Expats" spazio, come ogni ultimo sabato del mese, alle vostre lettere: oggi è Giulia a portare un messaggio di ottimismo dalla Germania… a tutti i suoi coetanei. PARTECIPA ALLO SPAZIO "INTERNACTIVE" DI GIOVANI TALENTI - Inviate le vostre lettere, riflessioni, commenti, spunti, proposte, segnalazioni e denunce sul tema dell'espatrio a: giovanitalenti@radio24.it
2/25/2017 • 0
Un Ingegnere in Danimarca
"In Danimarca ho scoperto una nazione dove si lavora bene, in un ambiente sano, produttivo, interessante, internazionale, non stressante, efficiente, dove la fiducia è tale che non serve timbrare l'ingresso, o portare certificati medici. Ma si lavora in maniera flessibile, ognuno ha precise responsabilità": descrive così Simone Barbera, 36enne Technology Planner in Danimarca, l'ambiente di lavoro scandinavo.Siciliano di origine, Simone studia Ingegneria Elettronica a Messina: dopo la laurea si trasferisce nel Centro Italia, dove fa la sua prima esperienza di lavoro e avvia un Dottorato in Ingegneria delle Telecomunicazioni, a Roma Tor Vergata.Grazie a questo percorso ha l'occasione di approcciare il mondo universitario e del lavoro danese: nel Nord Europa Simone approda per chiudere il dottorato. E successivamente trova anche lavoro, per Nokia.Non si ferma, Simone, avviando pure un post-doc all'università di Aalborg: questo gli consente di osservare da vicino quanto università e impresa vivano a stretto contatto, in Scandinavia. Nel frattempo Simone cambia lavoro."La qualità della vita privata e lavorativa in Danimarca è cresciuta parecchio, rispetto ai miei anni in Italia", annota Simone. Che -nei suoi colloqui di lavoro con la Penisola- nota alcune problematiche: la prima è che il suo curriculum viene interpretato dalle nostre risorse umane o come troppo "accademico", o come troppo "industriale". Manca quindi un po' di flessibilità. La seconda è che -seppur anche nella Penisola esistano eccellenze nel suo settore di lavoro- molte posizioni di impiego risultano troppo spesso "nascoste", non adeguatamente visibili e pubblicizzate. Perché?
Ospite della puntata è Laura di Raimondo, direttore di Asstel, associazione di categoria delle imprese che operano nel settore delle telecomunicazioni. Con lei proviamo a tracciare un quadro della situazione occupazionale e delle opportunità di impiego in Italia, rispondendo ad alcune delle domande di Simone.Nella rubrica "Expats" apriamo la nostra finestra sulla neonata radio web dell'associazione "Bellunesi nel Mondo", che si rivolge ai tanti emigrati -vecchi e nuovi- della provincia di Belluno. Lo facciamo con Marco Crepaz, direttore dell'associazione.
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2/18/2017 • 0
Chi prova a tornare… dalla Francia
"Nel 2014 ho fatto domanda per il programma di rientro dei cervelli "Rita Levi Montalcini". Mi sono ritrovata classificata nella lista delle riserve a causa di un errore macroscopico compiuto da uno dei referenti chiamato a valutare la mia domanda". Olivia Caramello, 32 anni, è una ricercatrice che ci ha provato, a tornare in Italia – approfittando peraltro di un bando dedicato. Ma dal suo Paese ha ricevuto, in cambio, una grande delusione.Olivia studia Matematica a Torino dopodichè avvia una carriera di altissimo profilo internazionale: inizia con un dottorato presso la prestigiosa università di Cambridge, specializzandosi nella teoria dei topoi.L'ateneo britannico le fornisce il trampolino di lancio verso il palcoscenico mondiale della ricerca. Olivia inizia a tenere seminari in giro per il mondo. Dopo il dottorato opta per lasciare la Gran Bretagna, spostandosi in Francia, senza scartare brevi periodi di lavoro pure in università italiane, quali la Normale di Pisa e Milano.Proprio in questo periodo Olivia si candida al bando "incriminato" per il rientro dei cervelli, sfruttando il programma dedicato che porta il nome di Rita Levi Montalcini. Un errore clamoroso in sede di valutazione la esclude dalla lista che conta, per poter rientrare.Olivia presenta ricorso, che si rivela col tempo motivato, e nel frattempo non ferma la propria carriera che la porta a lavorare -sempre in Francia- per l'IHES, uno dei più prestigiosi istituti di matematica pura a livello mondiale.Olivia sogna di poter creare, in futuro, un suo gruppo di ricerca. Magari -perché no?- proprio in Italia.Ospie della puntata è il professor Antonio Di Nola, docente di Logica Matematica all'Università di Salerno. Con lui cerchiamo di approfondire meglio la cronica emergenza italiana della "fuga dei cervelli" e del perchè sia tanto difficile riportarli qui.Nella rubrica "Expats" andiamo invece a presentarvi un interessante portale per la ricerca di lavoro in Repubblica Ceca, approntato dalla Camera di Commercio Italiana a Praga. E' dedicato proprio ai connazionali che cercano opportunità di impiego ad Est. Ce ne parla Matteo Mariani, segretario generale della Camera di Commercio.
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2/11/2017 • 0
Startupper di Rientro
"Sono convinto che in Italia ci siano sia i talenti, sia le opportunità, per avviare una start-up con ambizioni globali. Basta avere ancora più passione per quello che si fa, rispetto ai nostri vicini europei e americani": parola di Vito Perrone, 41enne startupper "controesodato" nella Penisola.E' una storia realmente ispiratrice, quella di Vito: dopo la laurea in Ingegneria Informatica e un dottorato al Politecnico di Milano, parte per la Gran Bretagna, dove trova un'importante opportunità in ambito accademico.Non resterà a lungo in ateneo, Vito: presto passa all'ambito privato, prima da freelance, poi in una start-up di e-commerce. "Ero un po' timoroso a lasciare la strada della ricerca, ben pagata in Gran Bretagna: avevo in mente lo scenario italiano, dove -se un ricercatore intende percorrere questa strada- deve ripartire da meno di zero. Invece, fu esattamente il contrario", ricorda ora.La carriera per lui progredisce rapida – per paradosso grazie anche alla crisi finanziaria, che taglia i posti di lavoro e concentra le responsabilità in poche mani.Poi, nel 2010, l'offerta di impiego -del tutto inattesa- che giunge dall'Italia…"A Londra stavo benissimo, avevo tanti amici, un sacco di eventi per il mio settore, mille possibilità di carriera. Non scherzo quando dico che rispondere all'offerta di lavoro italiana, molto allettante, sia stata la cosa più difficile che abbia dovuto fare finora nella mia carriera professionale", afferma Vito. Che alla fine accetta.Il rientro è all'interno di una grossa multinazionale dei viaggi online, dove trova un ambiente di lavoro frizzante, organizzato e motivato. Vito arriva a far assumere e rimpatriare altri giovani italiani, grazie agli incentivi fiscali della legge Controesodo.Recentemente, l'ennesima svolta: il ramo italiano dell'azienda viene "assorbito" a livello globale. A Vito vengono offerti posizioni negli USA. Ma lui decide di restare, fondando la sua start-up in Italia.Lo fa con il consueto entusiasmo: eppure l'ecosistema innovativo italiano avrebbe ancora tanti passi in avanti da fare, per diventare realmente competitivo, annota lui a margine…Ospite della puntata è Paolo Cellini, docente di Marketing Strategico e Venture Partner. Con lui esploriamo vantaggi e criticità del sistema start-up italiano.
Nella rubrica "Expats" si torna in Cina, con "L'Ideogramma" di Emanuela Verrecchia. Oggi importanti aggiornamenti sulle novità legislative in materia di permessi di lavoro in Estremo Oriente. Fate bene attenzione…
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2/4/2017 • 0
Startupper di Rientro
"Sono convinto che in Italia ci siano sia i talenti, sia le opportunità, per avviare una start-up con ambizioni globali. Basta avere ancora più passione per quello che si fa, rispetto ai nostri vicini europei e americani": parola di Vito Perrone, 41enne startupper "controesodato" nella Penisola.E' una storia realmente ispiratrice, quella di Vito: dopo la laurea in Ingegneria Informatica e un dottorato al Politecnico di Milano, parte per la Gran Bretagna, dove trova un'importante opportunità in ambito accademico.Non resterà a lungo in ateneo, Vito: presto passa all'ambito privato, prima da freelance, poi in una start-up di e-commerce. "Ero un po' timoroso a lasciare la strada della ricerca, ben pagata in Gran Bretagna: avevo in mente lo scenario italiano, dove -se un ricercatore intende percorrere questa strada- deve ripartire da meno di zero. Invece, fu esattamente il contrario", ricorda ora.La carriera per lui progredisce rapida – per paradosso grazie anche alla crisi finanziaria, che taglia i posti di lavoro e concentra le responsabilità in poche mani.Poi, nel 2010, l'offerta di impiego -del tutto inattesa- che giunge dall'Italia…"A Londra stavo benissimo, avevo tanti amici, un sacco di eventi per il mio settore, mille possibilità di carriera. Non scherzo quando dico che rispondere all'offerta di lavoro italiana, molto allettante, sia stata la cosa più difficile che abbia dovuto fare finora nella mia carriera professionale", afferma Vito. Che alla fine accetta.Il rientro è all'interno di una grossa multinazionale dei viaggi online, dove trova un ambiente di lavoro frizzante, organizzato e motivato. Vito arriva a far assumere e rimpatriare altri giovani italiani, grazie agli incentivi fiscali della legge Controesodo.Recentemente, l'ennesima svolta: il ramo italiano dell'azienda viene "assorbito" a livello globale. A Vito vengono offerti posizioni negli USA. Ma lui decide di restare, fondando la sua start-up in Italia.Lo fa con il consueto entusiasmo: eppure l'ecosistema innovativo italiano avrebbe ancora tanti passi in avanti da fare, per diventare realmente competitivo, annota lui a margine…Ospite della puntata è Paolo Cellini, docente di Marketing Strategico e Venture Partner. Con lui esploriamo vantaggi e criticità del sistema start-up italiano. Nella rubrica "Expats" si torna in Cina, con "L'Ideogramma" di Emanuela Verrecchia. Oggi importanti aggiornamenti sulle novità legislative in materia di permessi di lavoro in Estremo Oriente. Fate bene attenzione… PARTECIPA ALLO SPAZIO "INTERNACTIVE" DI GIOVANI TALENTI - Inviate le vostre lettere, riflessioni, commenti, spunti, proposte, segnalazioni e denunce sul tema dell'espatrio a: giovanitalenti@radio24.it.
2/4/2017 • 0
Ricercatore ad Harvard - USA
"L'Italia non mi ha aiutato, considerato che le poche opportunità che mi sono state offerte non corrispondevano alle mie aspettative. Anzi, molte cose del "sistema Italia" non le sopportavo proprio più, e avevo la forte necessità di vedere altri "mondi". Per questo sono andato nel posto praticamente più lontano dal nostro Paese, l'Australia. Qui, con fatica e sacrifici, mi si sono aperte opportunità che mai avrei neppure lontanamente pensato possibili": Fausto Panizzolo, 34enne ricercatore all'università americana di Harvard, ricorda così -a distanza di anni- i motivi che lo hanno spinto ad emigrare.Fausto studia Ingegneria Biomedica, concludendo la tesi presso uno dei nostri istituti d'eccellenza, la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. Lì si sviluppa parallelamente la sua passione per la ricerca, che lo porta a diventare assegnista presso l'università di Padova.Una prima esperienza all'estero Fausto la sperimenta in Canada, a Calgary, dopodichè -in occasione del dottorato- opta, "per una maggiore crescita personale", per l'Australia, approdando a Perth, University of Western Australia.In Australia Fausto resta quattro anni: "una grandissima esperienza, professionale e di vita", riassume. Prima lavora come dottorando, poi come professore a contratto.Tre anni fa la seconda svolta, che arriva con la possibilità di trasferirsi in una delle più importanti accademie a livello mondiale. Quella americana di Harvard, dove attualmente si occupa di robotica.Ospite della puntata è Jody Saglia, ricercatore dell'Istituto Italiano di Tecnologia, nonché startupper. Con lui esploriamo le opportunità che esistono -anche in Italia- nel settore della ricerca e delle applicazioni della robotica.
Nella rubrica "Expats" tornano le vostre lettere, che inviate settimanalmente a giovanitalenti@radio24.it. Oggi ospitiamo le riflessioni di Claudia, che torna sul tema delle famiglie con i figli all'estero.
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1/28/2017 • 0
Ricercatore ad Harvard - USA
"L'Italia non mi ha aiutato, considerato che le poche opportunità che mi sono state offerte non corrispondevano alle mie aspettative. Anzi, molte cose del "sistema Italia" non le sopportavo proprio più, e avevo la forte necessità di vedere altri "mondi". Per questo sono andato nel posto praticamente più lontano dal nostro Paese, l'Australia. Qui, con fatica e sacrifici, mi si sono aperte opportunità che mai avrei neppure lontanamente pensato possibili": Fausto Panizzolo, 34enne ricercatore all'università americana di Harvard, ricorda così -a distanza di anni- i motivi che lo hanno spinto ad emigrare.Fausto studia Ingegneria Biomedica, concludendo la tesi presso uno dei nostri istituti d'eccellenza, la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. Lì si sviluppa parallelamente la sua passione per la ricerca, che lo porta a diventare assegnista presso l'università di Padova.Una prima esperienza all'estero Fausto la sperimenta in Canada, a Calgary, dopodichè -in occasione del dottorato- opta, "per una maggiore crescita personale", per l'Australia, approdando a Perth, University of Western Australia.In Australia Fausto resta quattro anni: "una grandissima esperienza, professionale e di vita", riassume. Prima lavora come dottorando, poi come professore a contratto.Tre anni fa la seconda svolta, che arriva con la possibilità di trasferirsi in una delle più importanti accademie a livello mondiale. Quella americana di Harvard, dove attualmente si occupa di robotica.Ospite della puntata è Jody Saglia, ricercatore dell'Istituto Italiano di Tecnologia, nonché startupper. Con lui esploriamo le opportunità che esistono -anche in Italia- nel settore della ricerca e delle applicazioni della robotica. Nella rubrica "Expats" tornano le vostre lettere, che inviate settimanalmente a giovanitalenti@radio24.it. Oggi ospitiamo le riflessioni di Claudia, che torna sul tema delle famiglie con i figli all'estero. PARTECIPA ALLO SPAZIO "INTERNACTIVE" DI GIOVANI TALENTI - Inviate le vostre lettere, riflessioni, commenti, spunti, proposte, segnalazioni e denunce sul tema dell'espatrio a: giovanitalenti@radio24.it
1/28/2017 • 0
Studiare negli States
"La domanda che mi ponevo, prima di partire, era… ne varrà la pena?" Ricorda così le ultime settimane prima di prendere un volo verso gli Stati Uniti Astrid Barzaghi, 17enne studentessa al quarto anno delle scuole superiori, che sta vivendo un periodo di scambio di un anno negli States.Astrid prende questa decisione, sostenuta e supportata dai suoi genitori, prendendo la rotta del Missouri. "Le prime settimane negli Stati Uniti sembrarono volare", ricorda ora. Nuovi compagni di scuola, nuovo metodo di insegnamento, lezioni in inglese. E tantissime altre novità.Astrid -col tempo- assorbe un concetto fondamentale, per qualsiasi giovane. Quello dell'"apertura mentale". Apertura mentale, che la porta a guardare alla vita con una prospettiva diversa.Con Astrid Barzaghi "Giovani Talenti" avvia un nuovo ciclo di racconti, dedicato a chi va all'estero a studiare: sia in programma di scambio studentesco "under 18", sia in Erasmus, sia per completare gli studi direttamente in un'altra università straniera. Ogni ultimo sabato del mese vi racconteremo storie appartenenti a questo filone.Ne parliamo, per iniziare, con l'ospite della puntata: Andrea Franzoi, prossimo segretario generale di Intercultura, organizzazione con la quale Astrid è partita per gli USA.Nella rubrica "Expats" ci spostiamo a Vienna, per raccontarvi sia la nostra comunità di espatriati (che abbiamo scoperto avere tassi di incremento molto forti), sia le opportunità di lavoro in Austria. Lo facciamo con Paolo Manganiello, ideatore e fondatore del blog "Qui Vienna".
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1/21/2017 • 0
Ritorno in Italia
"Per me oggi essere tornata in Italia è fonte di grossa soddisfazione, e la considero di gran lunga la scelta più coraggiosa che abbia mai fatto. Di gran lunga più difficile di quella di partire, incosciente e spensierata, otto anni fa". E' molto chiara Simona Morachioli, 32enne startupper controesodata. Con lei inauguriamo il nuovo corso 2017 di "Giovani Talenti": lo facciamo con l'appuntamento mensile, dedicato a chi ha scelto di tornare nella Penisola.Simona studia Ingegneria Industriale in Italia, poi -nel 2009- si trasferisce a Colonia, in Germania, a soli due mesi dalla fine del percorso di formazione."In Germania dovevo rimanere un paio d'anni. Alla fine sono diventati sette. Ma è stata l'esperienza più forte, bella e importante della mia vita", riassume Simona oggi.E' così che, alla soglia dei 30 anni, la protagonista della storia odierna opta per la scelta forse più inattesa ma -allo stesso tempo- maggiormente dettata dal cuore: rientrare in Italia. Lo fa, sfidando i consigli di chi nella Penisola ancora ci vive…. e gliela descrive come "un Paese per vecchi".Soprattutto, lo fa cogliendo l'occasione di avviare una start-up con altri amici e colleghi ex-espatriati come lei: alla base un'idea innovativa, che fa leva sulla tradizione del "made in Italy". Esportare l'eccellenza della produzione alimentare italiana nel mondo, partendo dai piccoli produttori. Oggi "Eattiamo" sta riportando il gruppo di giovani fondatori all'estero, alla ricerca di mercati da "conquistare"… ma stavolta con i piedi ben piantati in Italia.
Ospite della puntata è Alessia Marsigalia, dell'associazione ITalents, con la quale abbiamo avviato oltre un anno fa la rubrica "Controesodati". Rubrica che dal 2017 assorbirà l'intera prima puntata di ogni mese di "Giovani Talenti". Con Alessia facciamo il punto sulle iniziative -anche legislative, ma non solo- per riannodare i contatti con i giovani italiani al'estero.
Nella rubrica "Expats" torna Emanuela Verrecchia, con il suo "L'Ideogramma", e tanti nuovi consigli utili su come intraprendere una carriera in Estremo Oriente. Oggi ci occupiamo di doppie lauree.
1/14/2017 • 0
Trasmissione del 07 gennaio 2017
1/7/2017 • 0
Trasmissione del 31 dicembre 2016
12/31/2016 • 0
Storie da New York
"New York è una metropoli difficile, spietata, dove non ti regala niente nessuno. Ma che offre, prima o poi, un'occasione a tutti. E se vali puoi coglierla". In poche semplici righe, Micol Bonazzoli, 32enne Real Estate Agent al lavoro nella Grande Mela, dipinge così la città che fa da sfondo al Natale di "Giovani Talenti". New York, la città americana per antonomasia.Micol approda nella Grande Mela a soli 18 anni, con un sogno ben preciso nella testa: fare l'attrice. Per tre anni frequenta l'Actor's Studio: "un'esperienza difficile e selettiva, ma affascinante ed entusiasmante". Così la ricorda a posteriori.Per quelle svolte della vita che solo un Paese ricco di opportunità ed occasioni come gli Stati Uniti sanno offrire, Micol ad un certo punto sterza completamente, nella sua carriera. Da aspirante attrice… a broker: "è successo quasi per caso", ricorda lei ora, "che sono diventata agente immobiliare. Che non è uno scherzo, perchè in questo Paese non si improvvisa". Micol si deve rimettere in gioco da zero, riformandosi e riorientando la propria carriera in un settore completamente diverso da quello per cui era approdata Oltreoceano.Con un collega mette in piedi una società, specializzata anche sul mercato italiano, che inserisce nel proprio portfolio case e appartamenti del valore di 11 milioni di dollari. Operando all'interno di una delle più importanti agenzie immobiliari americane, con risultati molto buoni.La storia dell'ospite della puntata è un'altra "storia di Natale" da New York. La storia di un'altra giovane italiana, Eden Ghebresellassie, anche lei nella Grande Mela da diversi anni, attualmente manager per gli eventi marketing della catena televisiva Espn. Per capire quanto NY sia ancora una straordinaria fucina di opportunità, ci facciamo raccontare da Eden come ha ricevuto l'incarico di coordinatrice delle pubbliche relazioni per il magazine Rolling Stone…Nella rubrica "Expats" messaggio natalizio "in controtendenza": spazio come ogni mese alle vostre lettere, con la missiva del nostro ascoltatore Marco, che suona come un pesante j'accuse sui motivi che spingono ancora tanti, troppi italiani… ad emigrare.
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12/24/2016 • 0
Un Ricercatore Chimico nell'Ulster
"La stragrande maggioranza delle aziende farmaceutiche italiane non conosce il significato di PhD. Durante il colloquio bisogna spiegare cosa significhi un dottorato! All'estero invece ci sono posizioni specifiche per i dottori di ricerca, mentre molte aziende tricolori non hanno neppure, nei loro siti web, la sezione di reclutamento…": è una denuncia precisa, quella che arriva dall'Irlanda del Nord, dove vive e lavora Domenico Crocco, 32enne ricercatore chimico.Domenico studia Chimica e Tecnologie Farmaceutiche in Calabria, sua regione di origine. Si laurea con lode, e avvia un dottorato in Chimica a Parma. Il periodo in Emilia lo mette in contatto anche con università all'estero – Domenico può trascorrere infatti diversi mesi in Sudafrica.Un iter di carriera così lineare si scontra con l'amara realtà alla fine del ciclo di studi: ancor prima di concludere il dottorato, Domenico si mette alla ricerca di opportunità di lavoro. Il quadro è però desolante: centinaia di curricula inviati a poteziali datori di lavoro italiani, tra impresa e università. Nessuna occasione."Compreso l'andazzo, inviai molti curricula all'estero", riassume lui: il primo contratto come ricercatore in azienda arriva ad Anversa, in Belgio. Al termine dell'esperienza, si rimette nuovamente alla ricerca: altri 650 curricula inviati, un numero imprecisato di colloqui svolti, e la scelta finale che ricade sull'Irlanda del Nord."Se non vengono applicati metodi di reclutamento meritocratici, se non viene valorizzato il PhD., ci sarà un continuo flusso di giovani scienziati verso l'estero. E questa sarà una sconfitta per il nostro Paese", riassume Domenico.Ospite della puntata è Chiara Casari, collega di Domenico. A differenza sua, però, lei ha lavorato in Italia, prima di trasferirsi nell'Ulster. Ci racconta le principali differenze.Nella rubrica "Expats" parliamo di un libro che prova ad affrontare la "fuga dei cervelli" in un'ottica più positiva: quella della "circolazione" delle menti. Lo facciamo prendendo spunto dal libro "Valigie – Cervelli in viaggio", di Maria Lodovico Gullino.
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12/17/2016 • 0
Una "Detective" in Australia
"Ministra, io ci ho provato a stare in Italia a fare ricerca. Ma non c'era, e non c'è, posto per me, perché purtroppo ho scelto di occuparmi di una materia "out of the box". Naturalistica e criminalistica. E se in Italia non fai parte di un "box", non possono catalogarti e chiuderti dentro". A scrivere queste parole Paola Magni, 36enne entomologa forense di stanza a Perth, Australia occidentale.La storia di Paola prende le mosse con la laurea in Scienze Naturali, dove sboccia la sua passione per l'entomologia forense, disciplina tuttora semisconosciuta nella Penisola.Anche per questo Paola è costretta a fare quasi tutto da sola, ritagliandosi un proprio percorso di studi e di lavoro, che la porta a girare l'Italia e il mondo, alla ricerca di informazioni utili e di corsi di studio e Master allineati alla sua disciplina: nel giro di pochi anni diviene un'autorità nel settore, scrivendo un manuale, dirigendo uno dei pochissimi laboratori nella Penisola, collaborando con procure e forze dell'ordine alla risoluzione di importanti casi di cronaca, e ispirando persino il personaggio di una nota serie televisiva.Un lavoro a tutto campo, quello di Paola, per portare l'entomologia forense (disciplina che -attraverso lo studio degli insetti- può fornire informazioni vitali sulle cause e tempistiche di un decesso) nella "Serie A" delle materie di studio e ricerca.Tanto lavoro, tanto studio e tanto sforzo alla fine non pagano: ad un certo punto Paola, stanca di essere "mosca bianca", decide di cedere alle "sirene" australiane, che la chiamano dall'altro capo del mondo. Si trasferisce così a Perth, dove continua il suo lavoro a cavallo tra università e corti giudiziarie. Collaborando alla risoluzione di casi di cronaca… agli Antipodi.Ospite della puntata è Claudia Rosa, medico legale che ha avuto occasione di collaborare in passato con Paola nelle indagini: con lei affrontiamo il tema dell'importanza dell'entomologia forense nell'ambito giudiziario, e del perché questa disciplina non sia ancora abbastanza valorizzata in Italia.Nela rubrica "Expats" spazio alle "vittime collaterali" dell'espatrio di decine di migliaia di giovani italiani. Le loro mamme. Che, stanche di stare in eterna apprensione, si sono coalizzate intorno ad un sito, "Mamme di Cervelli in Fuga". Ne parliamo con l'ideatrice, Brunella Rallo.
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12/10/2016 • 0
Un Architetto nella Brexit
"Sono Fabio, vi seguo da sei anni. Ascoltando "Giovani Talenti" ho preso il coraggio di emigrare a Londra, come tanti, da architetto. Se posso dare un contributo, ben volentieri"…Cominciava così la lettera che Fabio Ferrian, 36enne architetto al lavoro a Londra, inviava solo qualche mese fa alla casella di posta elettronica del programma. Fabio studia all'Istituto Universitario di Architettura, a Venezia. Dopodiché fa un paio di esperienze di lavoro in Italia – le ricorda a tutt'oggi come "anni di sacrifici e di sfruttamento gratuito".A quel punto scatta la molla che lo porta Oltremanica: "partii interpretando la solita recita dell'architetto depresso, incompreso, triste, sfruttato. E le solite cose che ci portano a pensare di essere gli unici ad avere la brillante idea di emigrare nella capitale del Regno Unito", ricorda Fabio, che all'epoca non parlava neppure inglese.Il suo primo lavoro è come commesso in negozio: gli serve per mantenersi, mentre perfeziona la lingua e cerca impiego come architetto. All'inizio è durissima, più volte rischia di lasciare perdere, ma "rimasi da subito colpito dalla realtà lavorativa britannica", rammenta.Invia ben 700 candidature a colloqui di lavoro in nove mesi: tanta perseveranza alla fine paga, perchè arriva lo stage in uno studio di architettuta. Per paradosso, essendo lo stage gratuito, Fabio si trova a dover svolgere due impieghi in contemporanea, per mantenersi, arrivando a stabilire un personale record di 82 ore di lavoro settimanali (!)Tanto sacrificio si rivela vincente: una volta entrato nel settore dell'architettura, la carriera di Fabio prende il volo.Lui però ha un avviso ben preciso per i colleghi che vogliono tentare il salto Oltremanica: "le cose a Londra stanno cambiando, Brexit o non Brexit". E sconsiglia fortemente di puntare -lavorativamente- sulla capitale britannica. Anche per il costo elevatissimo della vita. Meglio deviare su altre città.Ospite della puntata è Elena Re, del gruppo "Architetti Italiani in UK": con Elena commentiamo la storia di Fabio, e approfondiamo il tema delle méte lavorative in UK per i giovani architetti.Nella rubrica "Expats" torna Emanuela Verrecchia, con l'appuntamento mensile de "L'Ideogramma": oggi focus sulle opportunità lavorative in Cina, viste dalla prospettiva dei responsabili delle risorse umane. PARTECIPA ALLO SPAZIO "INTERNACTIVE" DI GIOVANI TALENTI - Inviate le vostre lettere, riflessioni, commenti, spunti, proposte, segnalazioni e denunce sul tema dell'espatrio a: giovanitalenti@radio24.it
12/3/2016 • 0
Economista Comportamentale in Svizzera
"Il mio non è stato un percorso standard, come non lo sono le carriere della maggior parte dei govani sul mercato del lavoro, che non scelgono più di seguire un percorso prestabilito, che li porti a diventare professionisti in un ambito ben definito": la storia di Francesca Tamma, 26enne economista comportamentale al lavoro in Svizzera, è -in effetti- abbastanza al di fuori dell'ordinario.Al quarto anno di liceo la svolta: Francesca lo trascorre in Canada. "Ispirata dai percorsi dei miei coetanei, che avevano deciso di intraprendere i propri studi universitari all'estero, ho iniziato a ricercare dove avrei potuto iscrivermi, all'università, fuori dall'Italia", spiega Francesca.La scelta cade infine sulla Scozia, dove trova un ambiente favorevole, anche dal punto di vista della tassazione universitaria. E dove si iscrive a Geografia. Soprattutto, Francesca ha modo di seguire moduli fuori curriculum. Questo le consente di virare gradualmente verso l'economia.Grazie anche a delle internship curriculari, Francesca amplia ulteriormente i suoi orizzonti di esperienza all'estero.Comprende infine che il suo desiderio è fare ricerca applicata in campo economico: il suo primo incarico arriva presso il Governo britannico, dove resta un anno. Poi, non contenta, si iscrive ad un Master della LSE e passa a lavorare presso il Behavioural Insight Team, dove la sua passione per l'economia comportamentale trova pieno sfogo."Un'esperienza fantastica", ricorda lei. Fino al recente approdo lavorativo in Svizzera.Ospite della puntata è Riccardo Viale, professore ordinario di Metodologia delle Scienze Sociali all'università di Milano Bicocca. Con lui analizziamo gli ancora troppo forti limiti della nostra università, nei confronti delle discipline innovative.Nella rubrica "Expats" spazio -come ogni ultimo sabato del mese- alle vostre lettere, che inviate a giovanitalenti@radio24.it Oggi abbiamo selezionato quella di Rita, madre che vede la propria figlia in procinto di lasciare l'Italia, dopo un percorso nel nostro mondo del lavoro francamente demoralizzante, per la pochezza di opportunità offerte… PARTECIPA ALLO SPAZIO "INTERNACTIVE" DI GIOVANI TALENTI - Inviate le vostre lettere, riflessioni, commenti, spunti, proposte, segnalazioni e denunce sul tema dell'espatrio a: giovanitalenti@radio24.it
11/26/2016 • 0
Un Post-Doc alla Nasa
"Lavorare alla Nasa è dura, ma anche esaltante ed emozionante: è un lavoro che mi permette di continuare a crescere a livello professionale, e che mi fornisce la certezza e la gioia che sto facendo cose non banali – ed al massimo livello planetario". Parola di Pietro Milillo, 27enne ricercatore post-doc presso il JPL della Nasa in California.Pietro vi approda dopo una laurea in Fisica, e un dottorato in Basilicata: dottorato che gli spalanca -in pochi anni- le porte della ricerca ai massimi livelli, negli Stati Uniti."Nelle istituzioni americane ho conosciuto e frequentato molti "santoni" della ricerca, sui cui libri avevo studiato. Capirai l'emozione e la gioia di collaborare con loro, arrivando a firmare insieme delle pubblicazioni scientifiche!", annota entusiasta Pietro.Alla fine del periodo di stage da dottorando, i suoi boss propongono a Pietro di candidarsi ad un bando, che vince – ottenendo così un contratto biennale rinnovabile come post-doc, a Pasadena.Informalità, collaborazione e competizione: queste le tre parole-chiave che riassumono l'ambiente di lavoro nel quale si trova adesso Pietro, che chiosa cosi': "per ora nel mio futuro vedo la Nasa. Amo l'Italia, ma non fino al punto di venire a fare il borsista". Pietro è molto scettico sulla capacità attrattiva della Penisola in fatto di ricerca… ma ha anche dei suggerimenti utili, per portare l'Italia nella top ten mondiale.Ospite della puntata è il professor Paul Lundgren, docente e ricercatore allo stesso JPL NASA: con lui affrontiamo il tema di come ottenere opportunità di ricerca negli USA.Nella rubrica "Expats" restiamo sul Pacifico, ma con una volata transoceanica ci spostiamo in Australia: lo facciamo per parlarvi del libro "Stella in Australia", racconto di un espatrio agli Antipodi, scritto sottoforma di romanzo. Ce ne parla l'autrice, Minie Minarelli. PARTECIPA ALLO SPAZIO "INTERNACTIVE" DI GIOVANI TALENTI - Inviate le vostre lettere, riflessioni, commenti, spunti, proposte, segnalazioni e denunce sul tema dell'espatrio a: giovanitalenti@radio24.it
11/19/2016 • 0
Una Biologa Marina in Australia
"Se facessi una qualsiasi domanda di lavoro in Italia domani, non sarebbe altro che l'ennesima domanda accumulata, insieme a tante altre, sulla cattedra di qualcuno che non considererà mai i miei meriti": non ripone speranze in un reale cambiamento dell'Italia Alessandra Giannascoli, 33enne biologa marina in Australia.Alessandra nutre fin da piccola una fortissima passione per la biologia marina, che la porta a scegliere proprio questa facoltà, per il suo percorso di studi. A dispetto delle attese, però, l'esperienza accademica si rivela totalmente deludente: "in università entri da anonimo, fai un percorso da anonimo ed esci da anonimo", riflette amara. Senza contare l'atteggiamento -decisamente irritante e molto supponente- di molti docenti, verso le nuove leve.Ancora peggio va con i concorsi provati all'esterno: ogni volta Alessandra si sente ripetere che non ne vale la pena, che tanto è già stato tutto deciso. E puntualmente questo avviene.Alla fine, arriva il momento di dire "basta". E partire per l'Australia. Con enormi sacrifici, riesce a farsi accettare ad un Master di ricerca presso la Cook University. Lo conclude, si prende del tempo per decidere quale strada intraprendere, fino a quando trova il lavoro che la soddisfa, in un parco marino. Qui ora si sente decisamente apprezzata e stimata.Ospite della puntata è Giovanni Russo, presidente della Società Italiana di Biologia Marina. Con lui affrontiamo il tema delle prospettive per i giovani biologi marini, tra Italia ed estero. E' davvero così dura farcela, nella Penisola?Nella rubrica "Expats" rotta verso l'Austria, per raccontarvi un blog che fornisce consigli utili agli italiani che scelgono Vienna e dintorni. Lo facciamo con Alessandro Ariobazzoni, ideatore del blog "L'Austriaco".
11/12/2016 • 0
Startupper sul Tamigi
"In Italia avrei fatto molta più fatica a costruire quello che ho fatto qui a Londra. In questo Paese esiste una cosa da noi dimenticata: la meritocrazia. Per non parlare delle differenze di burocrazia..." Parola di Simone Luciani, 33 anni, imprenditore startupper in Gran Bretagna.Simone lascia subito l'Italia, per andare a studiare Oltremanica: "l'università britannica è totalmente diversa da quella italiana. E' molto più focalizzata sulla professione finale", riflette.Dopo la laurea la svolta: la sua passione per lo studio dei motori di ricerca sul web lo porta a conseguire un Master in Digital Marketing - "in Italia purtroppo non esiste nulla di lontanamente simile", annota lui.Dopo alcune esperienze di lavoro nel settore internet, Simone diventa freelance e lancia una sua prima start-up. L'idea è buona, ma il business non parte. Lui non si deprime: si iscrive ad una scuola di formazione per imprenditori innovativi a Londra, e subito dopo dà vita al suo progetto, "RichClicks".In tre anni arrivano le prime nominations e i primi riconoscimenti ai RAR Digital Awards, massimo riconoscimento europeo del settore.Ospite della puntata è Mauro Rossi, Ceo dell'agenzia di pubblicità e marketing Well 360. Mauro ci racconta come fare business nel digital marketing in Italia. E fornisce consigli a giovani che intendono lavorare nel settore.Nella rubrica "Expats" torna Emanuela Verrecchia con "L'Ideogramma". Con lei ripartiamo alla volta della Cina, con nuovi -imprescindibili- consigli professionali, su come "sfondare" e fare carriera in Estremo Oriente. PARTECIPA ALLO SPAZIO "INTERNACTIVE" DI GIOVANI TALENTI - Inviate le vostre lettere, riflessioni, commenti, spunti, proposte, segnalazioni e denunce sul tema dell'espatrio a: giovanitalenti@radio24.it
11/5/2016 • 0
Un Veterinario in Francia
"Il mio sogno è tornare in Italia, e continuare nella Penisola la mia carriera da veterinario". Un sogno che sta per realizzarsi. Ma tutto dipenderà da lui. E' questa -in sintesi- la storia di Daniele Longhitano, 28enne veterinario… espatriato in Francia.Daniele si iscrive alla Facoltà di Medicina Veterinaria a Perugia, dove sperimenta un'eccessiva attenzione e focalizzazione sulla teoria, anziché sulla pratica. Per questo decide di fare esperienza di lavoro, organizzando tutto in proprio.Dopo la laurea con 110 e lode, Daniele cerca lavoro in Italia: prima tappa un tirocinio in una clinica equina. Esperienza a tempo pieno, ma non definibile -tecnicamente- come lavoro. La seconda tappa lo porta invece in un grande allevamento di cavalli toscano. Con i soldi messi da parte, Daniele torna a Roma, e prova ad avviare un'attività in proprio. Qui scopre che il nostro non è un Paese per giovani veterinari… soprattutto se intendono "crescere" da soli. Ultima tappa: Daniele ottiene l'ingresso a un Dottorato a Perugia. Ma è senza Borsa. Quindi senza sostegno economico. Lui rinuncia."Così, proprio mentre stavo pensando di buttarmi nel settore dei piccoli animali, mandando all'aria due anni di sacrifici e lavoro, mi è arrivata la chiamata da una clinica veterinaria in Francia, cui avevo mandato il mio curriculum", ricorda ancora con sollievo. Daniele molla tutto, trasferendosi Oltralpe: i successivi mesi di lavoro sono duri, ma appaganti."Qui pretendono molto, ma ti danno anche molto, in termini di retribuzione e insegnamento", chiosa. La sorpresa arriva nelle ultime settimane: in Francia Daniele non si vede rinnovare il contratto, nonostante le promesse e le rassicurazioni in questo senso. E prende la decisione: tornare in Italia, e riprovarci ancora, mettendosi in proprio. Forte di un'intensa esperienza internazionale alle spalle.Ospite della puntata è Alessia Salerno, anche lei giovane veterinaria ippiatra. Pure lei in Francia. Con Alessia approfondiamo ulteriormente le possibilità di lavoro Oltralpe, per giovani veterinari. Nella rubrica "Expats" spazio -come sempre alla fine del mese- alle lettere che inviate a giovanitalenti@radio24.it . Oggi torna a scriverci Davide Bolognesi, professionista espatriato negli USA ed ex-protagonista (due anni fa) della nostra trasmissione. Davide ci racconta il "lato oscuro" della California. Che ha sperimentato sulla propria pelle.
10/29/2016 • 0
Una Manager in Brasile
"La cosa più importante per me è sentirmi ricompensata per il mio impegno professionale, sottoforma di concrete possibilità di crescita. L'autonomia, la possibilità di imparare e fare la differenza sono strumenti molto più potenti di cento euro in più in busta paga": parola di Mariagiulia Benato, manager 29enne di stanza in Brasile, dopo una tappa in Olanda.Animata da una forte passione per il viaggio e la scoperta di nuove culture, Mariagiulia si iscrive ad un percorso di laurea in cooperazione internazionale, con focus sui mercati asiatici. La vera svolta arriva con la specialistica: si sposta a Bologna, calibrando il suo percorso di studi sull'International Management.Qui cominciano anche le esperienze di studio e scambio all'estero, che segneranno per sempre la sua vita professionale: fresca di laurea, Mariagiulia inizia ad inviare numerosi curricula, sia in Italia sia all'estero. Come troppo spesso accade, però, le risposte ricevute nella Penisola non sono così stimolanti: tutto cambia, quando arriva l'offerta che aspettava… "la lunga serie di colloqui per una multinazionale olandese nell'ambito dei servizi finanziari era andata a buon fine", ricorda ancora soddisfatta Mariagiulia.L'impatto con la realtà dei Paesi Bassi si rivela positivo: vi trova un ambiente meritocratico ed estremamente internazionale, che la porta a viaggiare tra Olanda, Brasile e Gran Bretagna. Di qui il passo verso nuove opportunità è breve: prima con la gestione di importanti progetti internazionali, poi con lo spostamento della sede di lavoro in Brasile.Ospite della puntata è Simone Ferriani, docente di Economia e Gestione delle Imprese all'Università di Bologna. Con lui analizziamo le differenze di opportunità per chi vuole intraprendere una carriera di manager a livello internazionale, tra Italia ed estero. E lanciamo un'occhiata anche al mondo delle start-up.Nella rubrica "Expats" ci tuffiamo infine nel mare delle Canarie. Quali opportunità di vita e lavoro ci sono nell'arcipelago spagnolo? Ce lo spiega Luca Stefani, autore del libro "Canarie, come lasciare l'Italia e vivere felici". PARTECIPA ALLO SPAZIO "INTERNACTIVE" DI GIOVANI TALENTI - Inviate le vostre lettere, riflessioni, commenti, spunti, proposte, segnalazioni e denunce sul tema dell'espatrio a giovanitalenti@radio24.it
10/22/2016 • 0
Un Ingegnere Meccanico in Germania
"Vorrei poter dare, nel mio piccolo, parole di fiducia e di incoraggiamento a tanti giovani italiani come me, che forse si sentono un po' demotivati o scoraggiati": è anche per questo che Michele Barbagli, 31enne Ingegnere Meccanico ed Area Sales Manager in Germania, racconta la sua storia.Michele muove i primi passi della propria carriera con una laurea a Firenze in Ingegneria Meccanica. Al termine della quale sperimenta sia il mondo del lavoro italiano, sia quello tedesco, attraverso dei tirocini. La profonda differenza che riscontra gli impone una scelta obbligata: emigrare, per seguire la propria specializzazione in ambito ferroviario."In questi anni mi sono specializzato molto nel mio settore. Dopo esperienze in ricerca e sviluppo, progettazione e project management in tutto il mondo, ad oggi occupo un ruolo di responsabile di prodotto e commerciale a livello internazionale", riassume Michele, che nota in Germania una maggiore apertura e disponibilità all'assunzione di stranieri.Ospite della puntata è il professor Andrea Bracciali, docente all'Università di Firenze in Costruzione di Materiale Ferroviario. Con lui approfondiamo le opportunità lavorative in questo settore, per giovani ingegneri, con un'attenzione molto pratica agli sbocchi lavorativi, tra Italia ed estero.Nella rubrica "Expats" ci trasferiamo ancora più a nord, in Norvegia, per parlarvi di un libro, "Dalla A alla O. Norvegia, istruzioni per l'uso", che può rappresentare un'utile guida pratica ad aspiranti emigranti ad Oslo. Con noi l'autrice, Camilla Bonetti. PARTECIPA ALLO SPAZIO "INTERNACTIVE" DI GIOVANI TALENTI - Inviate le vostre lettere, riflessioni, commenti, spunti, proposte, segnalazioni e denunce sul tema dell'espatrio a: giovanitalenti@radio24.it