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Laser

Italian, News magazine, 1 season, 235 episodes, 3 days, 6 hours, 28 minutes
About
Laser è un magazine di approfondimento dell’attualità politica, culturale, sociale. Interviene sulla stretta attualità di giornata, solo in casi particolari, di grande rilevanza. Dà spazio anche a tematiche di interesse pubblico o a quante vengono trascurate dai grandi media. Il taglio è storico–sociologico. I registri comprendono interviste, reportage, documentari, incontri biografici. Spazia dal locale all’internazionale, da tematiche accademiche a questioni di vita quotidiana. Presta particolare attenzione alla forma radiofonica, all’abbinamento di contenuti di sostanza con uno stile divulgativo. È il magazine di riferimento della Rete Due per réportages e documentari.
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La crisi della figura paterna 

Papà Goriot, il protagonista dell’omonimo romanzo di Balzac, aveva prefigurato come disastrosa l’eclisse dei padri: «La patria perirà se si mettono i padri sotto i piedi. È chiaro. La società, il mondo si fondano sulla paternità, tutto crolla se i figli non amano i padri». In realtà poco più di un secolo dopo nel Sessantotto la ribellione al padre venne vissuta come la liberazione da una figura sinonimo di coercizione e sopraffazione, ostacolo alla libertà e all’autonomia. Oggi però il rifiuto del padre sta presentando i suoi conti nella «società senza padri», dove la presenza invadente di un tempo ha ceduto il passo alla latitanza, anche se il padre continua a essere una figura ingombrante quanto ineludibile: strategica nella formazione del soggetto, legata ai dilemmi della coscienza, inseparabile dalla trasmissione dell’eredità. Negli ultimi anni il clima sembra un po’ cambiato e, dopo decenni in cui l’assenza del padre ha potuto imporsi come uno dei temi della cultura contemporanea, alcuni ritengono che ci si sia liberati troppo frettolosamente di una figura ritenuta ineludibile: strategica nella formazione del soggetto, legata ai dilemmi della coscienza, inseparabile nella costruzione della maturità autodiretta e dalla trasmissione dell’eredità.Cosa è successo al padre? E cosa si sta facendo oggi per recuperarne, se non la componente autoritaria e oppressiva, almeno quella normativa, che aiuti i figli a crescere e orientarsi nella società? In questa puntata di Laser sociologi e psicologi discutono su cosa resta e su cosa è urgente recuperare del padre.
2/26/202424 minutes, 53 seconds
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La pace fredda di Dayton

La serie dedicata alle parole della pace prosegue con gli accordi di Dayton del 1995, che misero fine alle ostilità di carattere etnico in Bosnia-Erzegovina.Salutato inizialmente come un trattato in grado di fermare le armi, si è rivelato un accordo impotente davanti alla necessità di dare un presente ed un futuro alla regione. Da allora la Bosnia- Erzegovina vive in una situazione di pace fragilissima, esposta al vento dei nazionalismi e bloccata in qualsiasi attività istituzionale. Un accordo che ha portato il paese a vivere in una situazione di perenne incertezza, povertà e ricorso al sostegno della comunità internazionale.
2/23/202423 minutes, 54 seconds
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Una pace quasi perfetta

Il Congresso di Vienna è stato spesso descritto come un tentativo di restaurare integralmente il mondo dell’Antico regime, cancellando gli effetti della Rivoluzione francese e dell’età napoleonica; dunque un progetto anacronistico e destinato al fallimento, per l’evidente impossibilità di riportare indietro l’orologio della storia.Nella realtà il Congresso di Vienna fu molto più di questo, spiega Vittorio Criscuolo. Nello sforzo di creare uno stabile equilibrio tra le diverse potenze, i negoziatori ridisegnarono i confini e le regole dell’intero continente europeo, premessa a una pace duratura. Inoltre mostrarono realismo e moderazione nelle loro richieste, favorendo ragionevoli compromessi. Per questo in tempi recenti il giudizio degli storici sul Congresso di Vienna ha cambiato di segno, come sostiene Arianna Arisi Rota. Per la stessa ragione il Congresso di Vienna può offrire insegnamenti preziosi anche per il nostro tempo. E se è vero che feste, balli e spettacoli furono numerosi, molto si lavorò dietro le quinte; inoltre questa intensa vita mondana favorì l’affermazione di una più moderna cultura musicale e di nuove danze, a cominciare dal valzer, da questo momento indissolubilmente associato alla capitale austriaca, secondo  Fabio Mòllica.
2/22/202427 minutes, 41 seconds
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Donbass dieci anni fa

Sono passati dieci anni dall’inizio delle ostilità nella regione separatista russa del Donbass in Ucraina. Il mondo era a Sochi, dove si disputavano le olimpiadi invernali, pochi giorni prima dell’annessione della Crimea alla Federazione Russa. La portata dell’arrivo degli “omini verdi” (così erano chiamati i soldati con uniformi verde anonimo e senza mostrine di riconoscimento) non fu subito compresa, ma per anni è stato difficile, se non incomprensibile, cercare di mettere nella giusta prospettiva la portata di quel conflitto.Due anni fa (il 24 febbraio) tutto è diventato più chiaro. Il riconoscimento da parte di Mosca delle repubbliche separatiste ucraine considerate filorusse e l’allargamento della guerra all’intera Ucraina, segna da allora la vita dell’intera Europa. Colloquio con Cristiano Tinazzi, giornalista, collaboratore della RSI e autore del saggio sulla guerra in Ucraina Tutto questo dolore Paesi edizioni.
2/21/202425 minutes, 35 seconds
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La Svizzera oggi secondo Sommaruga

®Quarta parte dell’intervista di Giovanna Riva a Cornelio Sommaruga. Egli commenta la situazione della Svizzera odierna confrontata con gli attacchi contro il segreto bancario e la crisi economica-finanziaria internazionale. Analizza i rapporti della Svizzera con l’UE, gli accordi bilaterali, l’eventuale adesione all’Unione e l’accordo di Schengen. Parla del ruolo della Svizzera nello scenario mondiale e di Ginevra per le organizzazioni internazionali. Definisce il concetto di neutralità permanente della Confederazione. Critica la politica dell’UDC di Cristoph Blocher.Prima emissione 9 marzo 2009
2/20/202425 minutes, 57 seconds
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I diritti umani: le sfide attuali del diritto umanitario

®Terza parte dell’intervista di Giovanna Riva a Cornelio Sommaruga. Egli commenta l’evoluzione e le sfide attuali del diritto umanitario confrontato con i crimini contro l’umanità. Elenca alcune misure per proteggere le popolazioni e per punire tali crimini portando quale esempio la Corte penale internazionale. Parla della responsabilità di protezione, del problema della sovranità degli stati, dell’ONU e del suo Consiglio di sicurezza. Riflette sull’universalità del diritto internazionale umanitario, criticato perché è basato su valori occidentali.Prima emissione: 8 marzo 2009
2/20/202426 minutes, 36 seconds
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Sommaruga dopo il CICR: il Centro Internazionale per lo Sminamento Umanitario

®Seconda parte dell’intervista di Giovanna Riva a Cornelio Sommaruga. Egli commenta il conflitto tra Israele e Hamas nella striscia di Gaza. Illustra la sua attività, lasciata la presidenza del CICR nel 2000, quale presidente del Centro Internazionale per lo Sminamento Umanitario (GICHD). Descrive il suo impegno per il soccorso immediato e la riabilitazione delle vittime di mine antiuomo sfociato nella Convenzione di Ottawa che proibisce la produzione e l’uso di queste armi. Parla del suo ruolo di presidente della Fondazione per il riarmo morale di Caux (ora Fondazione Caux-Iniziative) che gestisce un centro di incontri internazionali.Prima emissione: 7 marzo 2009
2/20/202429 minutes, 43 seconds
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La presidenza di Cornelio Sommaruga al Comitato Internazionale della Croce Rossa

®Giovanna Riva intervista Cornelio Sommaruga dopo averne tracciato un breve ritratto. In questa prima parte egli ripercorre la sua presidenza al Comitato Internazionale della Croce Rossa. Ricorda il ruolo e il mandato del CICR che deve proteggere e assistere le vittime di conflitti nel mondo sulla base delle Convenzioni di Ginevra. Parla del suo lavoro nell’ambito della sicurezza dei delegati e delle relazioni con i governi e con le organizzazioni internazionali. Commenta i principi fondamentali del CICR, la neutralità, l’indipendenza e l’imparzialità. Analizza l’evoluzione delle guerre nel mondo e il sempre maggiore coinvolgimento dei civili nei conflitti.Prima emissione 6 marzo 2009
2/20/202428 minutes, 48 seconds
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Cornelio Sommaruga

Una carriera diplomatica sempre attenta al rispetto delle persone. Cornelio Sommaruga (1932 – 2024) ha lavorato come diplomatico prima per la Confederazione poi per il Comitato Internazionale della Croce Rossa, di cui ha coperto l’incarico di presidente per dodici anni (1987 – 1999) per poi essere a capo del centro internazionale umanitario per lo sminamento (2000 – 2008). L’impegno per il rispetto della Convenzione di Ginevra, l’attenzione alla dignità e ai diritti umani, il ruolo che la Svizzera – come paese neutrale – deve ricoprire nella comunità internazionale sono sempre stati i suo i punti di riferimento ed hanno guidato ogni sua apparizione pubblica ed ogni suo intervento sui mezzi di comunicazione.L’intervista di Giovanna Riva a Cornelio Sommaruga:La presidenza di Cornelio Sommaruga al Comitato Internazionale della Croce RossaSommaruga dopo il CICR: il Centro Internazionale per lo Sminamento UmanitarioI diritti umani: le sfide attuali del diritto umanitarioLa Svizzera oggi secondo Sommaruga
2/20/202428 minutes, 7 seconds
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Sulla stessa rotaia 

Manager, studenti e operai. Tutti sulla stessa rotaia. Con treni diversi, divisi per classe e destinazione ma accomunati dai binari che tangono assieme l’Italia, da Milano allo Stretto di Sicilia. Ventisei ore di viaggio in ventisei minuti, dai trecento chilometri orari dei Frecciarossa che ogni giorno trasportano la classe dirigente italiana ai convogli blu degli intercity che con lentezza ogni notte cullano gli operai che dal sud risalgono la Penisola in cerca di lavoro. Maurizio Guagnetti, giornalista e direttore del centro culturale radiofonico Stazione Radio, ha raccolto per la Rete Due le storie che corrono lungo i binari italiani.
2/19/202427 minutes, 13 seconds
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Tra memoria e oblio

Vi sono luoghi che non smettono di mantenere la memoria di ciò che vi accadde. Sia che venga misconosciuta, rimaneggiata, manipolata o oscurata, essa continua a permanere. È il caso fra l’altro di molti luoghi legati al periodo nazifascista, che ancor oggi agitano gli animi e producono dibattiti.Quando dal balcone della Neue Hofburg di Vienna, prospiciente la centralissima Piazza degli Eroi, violando i trattati di pace della Prima guerra mondiale, il 15 marzo 1938 il dittatore Hitler annunciò l’annessione dell’Austria al Reich tedesco, quel balcone non era altro che un elemento architettonico. A distanza di oltre 80 decenni, esso continua tuttavia a sollecitare riflessioni su come poter cancellare l’eco funesta di quell’evento e dare un nuovo ruolo e un nuovo significato a quei 200 mq, che allora come ora si aprono su una magnifica vista di luoghi chiave di Vienna: i musei di Belle Arti e di Storia Naturale, la Cancelleria di stato, la Presidenza della repubblica, il parlamento, il municipio, l’università, il Burgtheater.Come quel balcone, in Europa vi sono molti luoghi controversi e marchiati da uno stigma indelebile, e il caso viennese può essere un esempio paradigmatico della rielaborazione di memorie scomode.Con l’aiuto di storici, di documenti sonori, di commenti di allora e di opinioni di gente comune del nostro oggi, Flavia Foradini ha ricostruito i contorni del dibattito sulla ricerca di possibili soluzioni, portato avanti con determinazione nell’ultimo quinquennio dalla Casa della Storia Austriaca, sullo sfondo di annose quanto profonde esitazioni da parte del mondo politico. Un ristagno che potrebbe essere di casa anche altrove.
2/14/202427 minutes, 38 seconds
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Antenne nel mondo

La giornata mondiale della radio, istituita dall’UNESCO, ha come obiettivo ricordare alcune funzioni essenziali delle emittenti. Nel giorno in cui le Nazioni Unite avviarono le prime trasmissioni da New York, è importante sottolineare la funzione delle stazioni in onde medie o in modulazione di frequenza presenti in realtà difficili, come la Repubblica Democratica del Congo o la Somalia. La radio in quelle realtà assume una funzione decisiva come collante sociale, veicolo di informazioni di servizio e legame con il territorio. Anche nelle realtà postindustriali o “occidentali” le radio hanno questi obiettivi, ma la presenza delle emittenti in situazioni considerate vulnerabili dimostra il ruolo ancora fondamentale che una stazione radio assume in ogni parte del mondo.Con Michele Zaccheo, responsabile del settore radiotelevisivo delle Nazioni Unite a Ginevra e Francesco Diasio, autore di Etere, storie di radio, antenne e frequenze nel mondo, edizioni Altraeconomia e impegnato con la FAO in progetti radiofonici in nazioni in via di sviluppo.
2/13/202426 minutes, 28 seconds
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Metamorfosi sonora

Sono strumenti musicali ad arco realizzati con il legno delle barche utilizzate dai migranti per cercare di arrivare in Europa. Invece di essere distrutti, gli scafi sono trasportati in alcune carceri italiane e trasformati chitarre, violini, viole e violoncelli.Alcuni di questi strumenti saranno protagonisti lunedi 12 febbraio in un concerto eccezionale al Teatro alla Scala di Milano, diretto dal Maestro Riccardo Doni. Il progetto, denominato “Metamorfosi” e ideato da Arnoldo Mosca Mondadori, presidente della fondazione Casa dello spirito e delle arti, ha finora raggiunto risultati inattesi. Gli strumenti, realizzati con materiale non certo di qualità, sono comunque miracolosamente adatti a raccontare le voci e le speranze di chi ha utilizzato le imbarcazioni per fuggire da guerre e miseria.
2/9/202423 minutes, 10 seconds
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Bon ton

Quale può essere il senso del “bon ton”, oggi? Se pensiamo a una serie di regole codificate, a una sorta di rigido galateo, sarebbe forse difficile trovarne uno, tanto più in una società che fortunatamente ha fatto della valorizzazione della differenza e della multiculturalità un suo specifico tratto. Ma se intendiamo le buone maniere come un atteggiamento di gentilezza e attenzione all’altro, allora il bon ton acquista un senso più attuale e necessario che mai. “Essere eleganti non è una questione essenziale. Essere educati, sì”, leggiamo sulla copertina de Il nuovo bon ton, volume con cui Lina Sotis, vera icona del genere, torna sull’argomento a quarant’anni dal suo primo Bon Ton. Questo nuovo Bon Ton esce ora da Baldini+Castoldi, a cura di Carlo Mazzoni, sotto forma di colloquio con l’autrice, riflettendo sul nostro tempo. Lina Sotis e Carlo Mazzoni saranno ospiti di questa puntata, insieme a una giovane esperta di buone maniere, Camilla Da Rocha, che per anagrafe potrebbe essere la nipotina di Lina Sotis. Camilla Da Rocha è seguitissima dai giovani sui canali social, dove pubblica brevi e divertenti video di bon ton, ma è anche molto richiesta da privati e aziende come consulente in ambito di etiquette e di protocollo.
2/7/202423 minutes, 12 seconds
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Giurisdizione universale in Svizzera

Lo scorso luglio, l’ex comandante ribelle liberiano Alieu Kosiah è stato condannato dalla Corte d’appello del Tribunale penale federale (TPF) a 20 anni di carcere per crimini contro l’umanità. A gennaio 2024, sempre a Bellinzona, è invece cominciato il processo nei confronti dell’ex ministro dell’interno gambiano Ousmane Sonko. Fedelissimo del presidente Yahya Jammeh che ha retto con il pugno di ferro il paese dell’Africa occidentale per 22 anni, Sonko è accusato di vari crimini tra cui sparizioni forzate, tortura e violenza sessuale.Questi procedimenti giudiziari rientrano nell’applicazione del principio della giurisdizione universale, che la Svizzera ha ratificato nel 2001. In passato la Confederazione è stata accusata di eccessiva lentezza nel perseguire i responsabili di reati contro l’umanità commessi all’estero. I processi intentati in questi mesi segnalano un cambio di rotta. Si tratta di procedimenti giudiziari considerati “storici” per l’impegno della Svizzera contro l’impunità e a favore della giustizia universale. A Laser abbiamo avuto ospiti uno dei testimoni chiave del processo Sonko, Mady Ceesay, giornalista gambiano, insignito dell’International Press Freedom Award dall’associazione internazionale in difesa dei giornalisti, il Commitee to Protect Journalists (CPJ) e Mostafa Brahimi, docente universitario e esponente in Algeria negli anni novanta del FIS, testimone del processo che avrebbe dovuto svolgersi a Bellinzona nei confronti dell’ex ministro Khaled Nezzar. A Ginevra abbiamo incontrato Vony Rambolamanana, consulente giuridico senior di Trial International, ONG impegnata nella lotta di crimini internazionali e di sostegno alle vittime in cerca di giustizia. A Lugano con Paolo Bernasconi, avvocato, giurista e accademico, abbiamo affrontato i principi base sulla quale si fonda la giurisdizione universale.
2/6/202424 minutes, 50 seconds
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Società Storica Lombarda

Custode della memoria di Milano e della Lombardia da 150 anni: la Società Storica Lombarda, fondata il 21 novembre 1873 da Cesare Cantù, resta ancora oggi un punto di riferimento per i ricercatori. Nata per promuovere la storia milanese e lombarda, ma anche per tutelare il patrimonio culturale e fornire consulenza sulla toponomastica, la società conta oggi 400 soci. Ripercorrere la storia di questa longeva istituzione, che ha avuto fin dalle origini stretti legami con il cantone Ticino, significa mettere in prospettiva passato e presente, per capire che cosa significhi oggi fare cultura nell’era del digitale, in cui la memoria storica sembra sempre più effimera e frammentata. A Laser sono ospiti Marina Bonomelli, segretario dell’associazione e la storica Maria Chiara Fugazza. 
2/2/202426 minutes, 59 seconds
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“La viaggiatrice del tempo”

Festival di Sanremo 1991 l’artista straniera abbinata a Enzo Jannacci è Ute Lemper, acclamata cantante, attrice e ballerina che a 28 anni ha già calcato i più importanti palcoscenici internazionali. Questa è una delle prime immagini di Ute Lemper che conserviamo nella nostra memoria collettiva. Nella sua autobiografia La viaggiatrice del tempo, uscita a dicembre 2023, l’artista tedesca raccoglie finalmente le vicende che hanno segnato la sua vita privata e professionale. Successi e gioie ma anche amare sconfitte personali e professionali, vengono raccontati alla luce degli eventi epocali che lei stessa ha attraversato e di cui voleva essere testimone. Nella sua intervista con Ute Lemper, Cristiana Coletti raccoglie alcuni dei passaggi più significativi ed intensi della sua storia. 
2/1/202428 minutes, 13 seconds
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“La viaggiatrice del tempo”

Festival di Sanremo 1991 l’artista straniera abbinata a Enzo Jannacci è Ute Lemper, acclamata cantante, attrice e ballerina che a 28 anni ha già calcato i più importanti palcoscenici internazionali. Questa è una delle prime immagini di Ute Lemper che conserviamo nella nostra memoria collettiva. Nella sua autobiografia La viaggiatrice del tempo, uscita a dicembre 2023, l’artista tedesca raccoglie finalmente le vicende che hanno segnato la sua vita privata e professionale. Successi e gioie ma anche amare sconfitte personali e professionali, vengono raccontati alla luce degli eventi epocali che lei stessa ha attraversato e di cui voleva essere testimone. Nella sua intervista con Ute Lemper, Cristiana Coletti raccoglie alcuni dei passaggi più significativi ed intensi della sua storia.  
1/31/202427 minutes, 2 seconds
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Tolkien, cantore di ciascuno

A “Gandalf for President” inneggiavano gli striscioni dei giovani che in America manifestavano contro la guerra nel Vietnam, “Campi Hobbit” si intitolavano le manifestazioni organizzate in Italia dai giovani di estrema destra: com’è possibile che di John Ronald Reuel Tolkien ci si sia appropriati da ambiti così diversi? Tolkien è un grande cantore di miti e di fiabe, e questo patrimonio ancestrale affonda le proprie radici negli archetipi di tutta l’umanità, parla al cuore di ognuno, per questo le sue opere sono amate universalmente, ben oltre le pervicaci strumentalizzazioni. Ma Tolkien, oltre ad essere autore di indiscussi capolavori, fu un uomo che sapeva apprezzare le piccole gioie domestiche, e un filologo e linguista apprezzatissimo dai suoi studenti di Oxford. A Tolkien - uomo, professore, autore - è dedicata una mostra inauguratasi a fine 2023 (per i 50 anni dalla morte) alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, che poi sarà visibile, per tutto il 2024, in varie città italiane. La percorreremo, in questo Laser, insieme al curatore, Oronzo Cilli. Una sezione della mostra è dedicata alla storia editoriale del Signore degli Anelli in Italia, dove giunse solo nel 1970 (dopo ben due rifiuti in Mondadori, tra cui quello celebre di Elio Vittorini). Di questa singolare avventura editoriale parleremo con Velania La Mendola, autrice di un interessante saggio appena uscito da Luni Editrice: Tolkien e il Signore degli Anelli. Storia editoriale di un capolavoro.
1/29/202427 minutes, 49 seconds
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La voce serve

Liliana Segre ha 93 anni e negli ultimi 30 ha testimoniato ovunque, sempre con forza e decisione, l’orrore della guerra, dell’olocausto, del campo di concentramento di Auschwitz. La storia del respingimento alla frontiera svizzera, il carcere, la deportazione e la separazione da suo papà, che non avrebbe più rivisto, a soli 13 anni, sono racconti che non possono lasciare indifferenti. Oggi apre un altro capitolo, inedito, della sua vita: l’udienza con papa Pio XII al quale chiese di informarsi sulla sorte di suo padre. Da qui ne nasce una riflessione profonda, intima, commovente sul tormentato e discusso ruolo del papa della Seconda Guerra Mondiale e sul ruolo della Chiesa cattolica durante lo sterminio degli ebrei.
1/26/202423 minutes, 12 seconds
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Campione, la guerra e il Casinò

80 anni fa, il 27 gennaio 1944, Campione si svegliò libera dal fascismo. Fu il cosiddetto “colpo di Stato”, la decisione di alcune figure di riferimento dell’enclave di allora di liberarsi dalla Repubblica Sociale Italiana per ritagliarsi uno spazio di autonomia, aperto alla vicina Svizzera, da cui ripartire per rilanciare economicamente un piccolo territorio isolato ridotto allo stremo dalle privazioni di beni di prima necessità.Una certa narrazione accosta questo episodio ai grandi momenti antifascisti conosciuti in altre parti d’Italia, si pensi alla Repubblica dell’Ossola partigiana. Per Campione invece contò – e molto – il desiderio di riaprire il Casinò, unica fonte di sostentamento del paese.Con Marino Viganò, storico e puntuale conoscitore di Campione d’Italia, ripercorriamo quel periodo, partendo dai primi decenni del Novecento. Con particolare attenzione allo sguardo interessato e preoccupato di Ticino e Confederazione elvetica nei confronti di una enclave italiana che ha sempre rappresentato una grande sfida.Marino Viganò sarà protagonista di una conferenza pubblica sul tema, giovedì 25 gennaio ore 18.30, alla Sala eventi del Casinò di Campione d’Italia.
1/25/202427 minutes, 26 seconds
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Scrivere dove sta il limite

Sono passati oltre tre mesi dalla terribile strage commessa da Hamas il 7 ottobre scorso. Da allora, l’esercito israeliano sta conducendo un’operazione militare senza precedenti nella Striscia di Gaza che, per la sua efferatezza, gli è costata l’accusa di genocidio di fronte alla Corte di Giustizia Internazionale.Incontriamo Raja Shehadeh, scrittore e avvocato palestinese, nella sua casa a Ramallah. Giudici e avvocati da generazioni, gli Shehadeh si sono battuti per decenni per l’autodeterminazione dello stato palestinese.Pur avendo avuto un rapporto difficile con il padre, Raja ha deciso di seguirne le orme diventando avvocato anche lui, e fondando, più tardi, l’organizzazione per i diritti umani al-Haq, che dal 1979 si occupa di documentare, facendo leva sul diritto internazionale, le violazioni commesse da Israele nei territori palestinesi occupati dal ‘67. Presto, la sua carriera legale si è andata a intrecciare con l’esigenza di scrivere e comunicare agli altri, secondo una narrativa politica intima, nostalgica e profonda, che gli ha portato diversi riconoscimenti internazionali. Con Raja abbiamo parlato dell’enorme tragedia in corso. Ma per raccontare davvero chi è lui, e descrivere l’enorme bagaglio che da decenni si trascina dietro, non potevamo non inserire anche due estratti tratti dai suoi libri. Uno, dal “Pallido dio delle colline. Sui sentieri della Palestina che scompare”, la sua opera più nota vincitrice dell’Orwell Prize nel 2008, e, l’altro, da “Potevamo essere amici. Mio padre ed io”, che gli è appena valso il National Book Award statunitense ma che, ancora, non è stato tradotto in italiano.
1/24/202427 minutes, 27 seconds
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Scrivere dove sta il limite

Sono passati oltre tre mesi dalla terribile strage commessa da Hamas il 7 ottobre scorso. Da allora, l’esercito israeliano sta conducendo un’operazione militare senza precedenti nella Striscia di Gaza che, per la sua efferatezza, gli è costata l’accusa di genocidio di fronte alla Corte di Giustizia Internazionale.Incontriamo Raja Shehadeh, scrittore e avvocato palestinese, nella sua casa a Ramallah. Giudici e avvocati da generazioni, gli Shehadeh si sono battuti per decenni per l’autodeterminazione dello stato palestinese.Pur avendo avuto un rapporto difficile con il padre, Raja ha deciso di seguirne le orme diventando avvocato anche lui, e fondando, più tardi, l’organizzazione per i diritti umani al-Haq, che dal 1979 si occupa di documentare, facendo leva sul diritto internazionale, le violazioni commesse da Israele nei territori palestinesi occupati dal ‘67. Presto, la sua carriera legale si è andata a intrecciare con l’esigenza di scrivere e comunicare agli altri, secondo una narrativa politica intima, nostalgica e profonda, che gli ha portato diversi riconoscimenti internazionali. Con Raja abbiamo parlato dell’enorme tragedia in corso. Ma per raccontare davvero chi è lui, e descrivere l’enorme bagaglio che da decenni si trascina dietro, non potevamo non inserire anche due estratti tratti dai suoi libri. Uno, dal “Pallido dio delle colline. Sui sentieri della Palestina che scompare”, la sua opera più nota vincitrice dell’Orwell Prize nel 2008, e, l’altro, da “Potevamo essere amici. Mio padre ed io”, che gli è appena valso il National Book Award statunitense ma che, ancora, non è stato tradotto in italiano.
1/24/202427 minutes, 15 seconds
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La resistenza estrema e attuale di Andrei Sakharov

È il 22 gennaio del 1980 quando Andrei Sakharov è arrestato a Mosca nel corso di una manifestazione contro l’entrata delle truppe sovietiche in Afghanistan. «Credo che l’Unione Sovietica», diceva, «debba porre fine a un’invasione che mina la credibilità del nostro Stato, rivelando con chiarezza il pericolo che una società totalitaria chiusa rappresenta per il mondo intero». È deportato a Gorky, 500 chilometri da Mosca, dove vive, racconta nelle sue memorie, sorvegliato giorno e notte dalla polizia. La sua storia è quella della presa di coscienza dell’arbitrio violento del potere nell’Unione Sovietica: fisico nucleare, padre della prima bomba all’idrogeno sovietica negli anni Cinquanta, nel 1961 si è opposto alla ripresa degli esperimenti «perché potevano compromettere il disarmo e il dialogo per la pace». Ha portato avanti battaglie importanti per difendere le libertà civili come quella di circolazione, informazione e opinione. Nei suoi scritti è intervenuto sulla pace, sul disarmo, sulla tutela dell’ambiente, ha affrontato criticamente il rapporto fra scienza e società, si è pronunciato contro la pena di morte. La storia di Andrei Sakharov è ancora attuale e pericolosa per il regime di Putin: nell’aprile del 2023 il Ministero della giustizia russo ha chiuso in modo definitivo il Museo e Centro pubblico di Mosca a lui intitolato e voluto nel 1996 da sua moglie Elena Bonner.Con Sergei Lukachevski, in esilio in Germania, dal 2008 direttore del Museo e Centro pubblico di Mosca Andrei Sakharov, Maria Candida Ghidini che insegna Letteratura russa all’Università di Parma e Giovanni Savino, ricercatore di Storia della Russia presso l’Università Federico II di Napoli.
1/22/202427 minutes, 6 seconds
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Voci dal silenzio

Il 19 settembre 2023, quattro mesi fa esatti, l’Azerbaijan avviava una operazione militare nell’enclave dell’Artsakh, Nagorno Karabakh, popolato da circa 150 mila persone di etnia armena.In poche ore la quasi totalità della popolazione era costretta ad abbandonare le proprie case e la propria storia millenaria e cercare rifugio in Armenia. La questione della frammentazione etnica in quella regione del Caucaso sembra da allora dimenticata, diluita nell’indifferenza della comunità internazionale e nella ridefinizione, su altri teatri di guerra, dei nuovi equilibri diplomatici mondiali. Il presente ed il futuro della comunità armena dell’Artsakh sembrano segnati, e solo lo stato dell’Armenia e la sua popolazione sembrano ancora interessati a garantire dignità e sostegno alla popolazione fuggita dalle proprie case.
1/19/202427 minutes, 47 seconds
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Bruno Bozzetto

Bruno Bozzetto, classe 1938, con una carriera lunga sessant’anni, è un animatore, sceneggiatore e regista noto anche per il suo umorismo satirico e il suo stile distintivo. Autore di film animati di successo, non nasconde il suo amore verso la natura e gli animali. Il suo ultimo cortometraggio si intitola “Sapiens?” e tratta il tema dell’uomo distruttivo verso la natura, che maltratta gli animali ed è continuamente confrontato con la guerra. Ma dove si può ritrovare la sapienza dell’uomo? Gli unici rimedi per sopperire all’umanità che fa danni sono – ha detto Bruno Bozzetto a Lina Simoneschi Finocchiaro che lo ha intervistato - l’educazione la cultura. E se gli chiedi come si descriverebbe in due parole, la sua risposta è: Il signor Bozzetto è un uomo curioso, e la curiosità mantiene giovani.
1/18/202427 minutes, 38 seconds
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Mario Tobino

Mario Tobino medico scrittore poeta nei ricordi teneri ed affettuosi della sua nipote Isabella.La parabola della sua biografia fino agli anni da primario nella “sua” Maggiano. Maggiano, in provincia di Lucca, l’ospedale psichiatrico che nel Seicento era un convento con due chiostri. In quei due chiostri si affacciavano le camere degli uomini e delle donne. E le “due stanzette” di Tobino si affacciavano su un terzo cortile, dove c’erano delle aiuole che lui stesso aveva fatto disegnare a suo piacimento. La notorietà letteraria di Tobino trovava libero sfogo e creatività nelle famose “due stanzette” il luogo ideale dove compose la maggioranza dei suoi lavori. Dalla altura della collina l’ospedale di Maggiano era circondato da campagna e boschi. Le “due stanzette” erano il buon ritiro fino alla mattina dove Tobino scriveva e spesso andava in reparto senza aver chiuso occhio.
1/16/202425 minutes, 41 seconds
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C’era una volta Trump. E c’è ancora

Inizia oggi in Iowa il percorso verso le elezioni presidenziali statunitensi 2024. Questo piccolo Stato del Midwest – prevalentemente bianco, rurale, con una popolazione di poco più di 3 milioni di persone – è tradizionalmente il primo a votare per la scelta dei candidati repubblicano e democratico alla presidenza. Il voto in Iowa si chiama caucus e si svolge in modo diverso rispetto alla maggioranza degli altri Stati americani che organizzano le primarie. In Iowa gli elettori si danno appuntamento alle 7 di sera – nelle scuole, palestre, bar, uffici pubblici – e lì si contano. Quest’anno in Iowa non ci sono i democratici, che inizieranno il loro percorso verso le presidenziali con il South Carolina, il 3 febbraio. Chiamati a votare sono quindi soltanto i repubblicani. Tre i principali candidati. Donald Trump, che resta favorito, nonostante una flessione nei sondaggi negli ultimi giorni. E poi Nikki Haley, ex governatrice del South Carolina ed ex ambasciatrice all’ONU. E Ron DeSantis, governatore della Florida. Il voto è l’occasione per osservare alcune tendenze che segnano i repubblicani alla vigilia delle presidenziali. Ma è anche l’occasione per capire come Donald Trump, nonostante processi e accuse di ogni tipo, resti popolare, amato, rispettato, da vasti settori del mondo conservatore americano.
1/15/202426 minutes, 18 seconds
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I testimoni di Fabrizio De André

Fabrizio De André è scomparso 25 anni fa, il 11 gennaio 1999. La lunga carriera, i temi universali della sua poetica e il personaggio ne spiegano la sua popolarità; e i numerosi luoghi pubblici a lui intitolati, quasi un centinaio solo in Italia, ne provano la fortuna e la memoria istituzionale. Tuttavia il segno della sua vitalità si ritrova nella forza con cui la sua opera ispira le generazioni artistiche successive che lo hanno preso come punto di riferimento. Laser va a conoscere il volto nuovo di De André così come è visto e reinterpretato dai giovani autori della canzone italiana, con l’aiuto di tre testimoni: il cantautore emergente The André, l’autrice Cristina Donà e la vocal coach Danila Satragno, già collaboratrice di De André nell’ultimo tour. 
1/11/202428 minutes
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Bice Curiger, l’arte della cura d’arte

Era il 7 aprile 2014 quando ad Arles veniva ufficialmente inaugurato il Museo della Fondazione Vincent van Gogh con la mostra “Van Gogh Live!”. Per la sua direttrice artistica, Bice Curiger, era l’inizio di una nuova avventura professionale, che le si era presentata due anni prima, nel 2012, alla soglia del pensionamento dal Kunsthaus di Zurigo, dove Curiger aveva lavorato sin dai primi anni ‘90. Per lei, sempre affascinata dalle avanguardie, era anche l’occasione di rileggere l’opera di uno dei più abusati artisti moderni, vittima di quella cultura di massa - “pop” - che Curiger aveva sempre amato per la sua forza democratizzatrice, ma di cui conosceva altrettanto bene le derive. In questo Laser, abbiamo ripercorso insieme a Bice Curiger il suo cammino a fianco e al servizio dell’arte e della sua valorizzazione, tra incontri straordinari e scelte non convenzionali.
1/9/202425 minutes, 38 seconds
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Capire Potëmkin, capire la guerra in Ucraina

Tra le azioni compiute dall’esercito russo a Kherson, nell’ottobre 2022, poco prima di ritirarsi oltre il fiume Dnipro, c’è stata anche la rimozione della tomba di Grigorij Aleksandrovič Potëmkin. Il militare e diplomatico russo è stato spostato e sepolto in una chiesa in Crimea. Un gesto simbolico di grande importanza, per i russi. Fu infatti Potëmkin, nel XVIII secolo, a fondare in nome dell’impero russo, numerose città in quella che oggi è l’Ucraina. Kherson, appunto, primo porto russo sul Mar Nero, ma anche il porto di Sebastopoli, Ekaterinoslav (oggi Dnipro), ed altre.Il contributo di Potëmkin fu decisivo per strappare ai turchi i territori che oggi costituiscono l’Ucraina e le regioni in guerra. Senza quel tassello storico e il ruolo di quel protagonista, diventa più difficile comprendere la complessità della guerra tra Russia e Ucraina.Nel mondo italofono siamo abituati a riferirci a Potëmkin a causa della battuta di Paolo Villaggio nel film “Il secondo tragico Fantozzi”. “La corazzata Kotëmkin” (il nome fu leggermente alterato per questioni di copyright) del regista Ejzenstein e che racconta la rivolta del 1905 a bordo dello scafo militare dell’impero russo.
1/8/202426 minutes, 56 seconds
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La mia verità

®È stato fino a al 6 novembre 2019, il rappresentante elvetico di più alto rango a livello mondiale. Quel giorno Pierre Krähenbühl, capo dell’Unrwa, l’agenzia dell’Onu che si occupa degli oltre 5 milioni di rifugiati palestinesi, getta la sua spugna e si dimette. La pressione contro di lui era diventata insostenibile e si era sentito abbandonato da Berna. Un pre-rapporto consegnato al segretario generale dell’Onu Antonio Guterres un anno prima e del quale alcune fughe di notizie rivelavano i contorni, lo accusava di malversazioni, favoritismi, sperpero di denaro. Accuse gravi a tal punto che anche il Dfae di Ignazio Cassis decise di sospendere i finanziamenti all’Unrwa. Precedentemente a chiudere i rubinetti fu l’amministrazione americana, con in prima fila il genero di Trump Jared Kushner per il quale la stessa Unrwa costituiva non la soluzione ma il problema. Un concetto analogo fu espresso da Ignazio Cassis in un suo controverso viaggio ad Amman, sollevando dubbi sulla neutralità svizzera e polemiche da parte di chi lo considerava troppo vicino alle posizioni del governo Netanyahu e dell’amministrazione Trump. Sta di fatto che il rapporto di inchiesta definitivo consegnato al Segretario Generale delle Nazioni Unite lo scagiona dalle accuse più gravi, ritenendo contro di lui, stando alle rivelazioni di un’inchiesta della Rts, solo sospetti marginali. A "Laser" in un'intervista esclusiva Pierre Krähenbühl si confida, chiede giustizia, e racconta la sua verità in una vicenda dolorosa e dai contorni alquanto opachi.Libri presenti nel catalogo del Sistema bibliotecario ticinese (Sbt) Vari testi sul conflitto arabo-israelianoSaggi su Israele e sulla PalestinaAltre fontiSito web dell’UNRWA L'enquête de l'ONU sur Pierre Krähenbühl ne pointe que de légers manquements. RTS, 18.12.2020Prima emissione: 10 febbraio 2021
1/3/202427 minutes, 3 seconds
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Incontro con il Senatore ticinese Dick Marty (5./5)

Una lunga intervista concessa nel 2006 a Raffaella Barazzoni quando Dick Marty era ancora “Senatore”, uno dei due rappresentanti del Canton Ticino al Consiglio degli Stati, a Berna.Sul sito della Rete Due è disponibile l’intero colloquio, diviso in cinque puntate.
12/29/202321 minutes, 50 seconds
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Incontro con il Senatore ticinese Dick Marty (4./5)

Una lunga intervista concessa nel 2006 a Raffaella Barazzoni quando Dick Marty era ancora “Senatore”, uno dei due rappresentanti del Canton Ticino al Consiglio degli Stati, a Berna.Sul sito della Rete Due è disponibile l’intero colloquio, diviso in cinque puntate.
12/29/202319 minutes, 5 seconds
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Incontro con il Senatore ticinese Dick Marty (3./5)

Una lunga intervista concessa nel 2006 a Raffaella Barazzoni quando Dick Marty era ancora “Senatore”, uno dei due rappresentanti del Canton Ticino al Consiglio degli Stati, a Berna.Sul sito della Rete Due è disponibile l’intero colloquio, diviso in cinque puntate.
12/29/202321 minutes, 27 seconds
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Incontro con il Senatore ticinese Dick Marty (2./5)

Una lunga intervista concessa nel 2006 a Raffaella Barazzoni quando Dick Marty era ancora “Senatore”, uno dei due rappresentanti del Canton Ticino al Consiglio degli Stati, a Berna.Sul sito della Rete Due è disponibile l’intero colloquio, diviso in cinque puntate.
12/29/202319 minutes, 49 seconds
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Incontro con il Senatore ticinese Dick Marty (1./5)

Una lunga intervista concessa nel 2006 a Raffaella Barazzoni quando Dick Marty era ancora “Senatore”, uno dei due rappresentanti del Canton Ticino al Consiglio degli Stati, a Berna.Sul sito della Rete Due è disponibile l’intero colloquio, diviso in cinque puntate.
12/29/202321 minutes
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L’impegno di Dick Marty

Una lunga intervista concessa nel 2006 a Raffaella Barazzoni quando Dick Marty era ancora “Senatore”, uno dei due rappresentanti del Canton Ticino al Consiglio degli Stati, a Berna.Sul sito della Rete Due è disponibile l’intero colloquio, diviso in cinque puntate.undefined
12/29/202326 minutes, 37 seconds
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Ucraina, il Tempo del dubbio

Ritornare ancora una volta in Ucraina in questo nuovo inverno di guerra, significa fare i conti con un Paese che affronta un tempo di malinconica disillusione. Le speranze dello scorso inverno, alimentate dalla straordinaria resistenza che il Paese intero aveva opposto all’invasore russo, devono oggi fare i conti con una realtà ancora diversa. La controffensiva non ha sfondato le difese costruite nei territori occupati, la Russia di Putin appare più salda, gli alleati occidentali vacillano. “Il Tempo del dubbio” è un viaggio tra città e campagne nel segno del freddo di un nuovo inverno. Un tempo in cui s’insinua un’idea lungamente respinta, quella di voltare pagina aprendo una trattativa.
12/28/202324 minutes, 53 seconds
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Le leggende ticinesi (2./2)

Un percorso sonoro che risale quattro valli del Ticino alla ricerca delle leggende, delle tradizioni orali e di altre espressioni del magico e dell’inusitato. “Leggende Ticinesi” si affaccia sulle profondità della psiche umana ed esplora le forme del meraviglioso, da quelle ancestrali a quelle più recenti, seguendo le voci di un antropologo che custodisce leggende, di una sciamana che frequenta mondi paralleli, di uno storico che studia la strumentalizzazione del folklore, e le voci dei cantastorie, e della gente del posto, e di chi ha assistito ai miracoli.Regia, narrazione e montaggio Zoé RossionMusica originale di Giordano RushProduzione : Camilla Baumann & Jonathan FrigeriMixaggio: Koenraad EckerUn progetto ideato da Jonathan Frigeri per l’IIRRM
12/23/202328 minutes, 38 seconds
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Betlemme sotto il Vesuvio

Napoli suggerisce quattro “emme” importanti: Masaniello, mandolino, più recentemente Maradona e, con loro, la Madonna, accompagnata da Gesù, Giuseppe, il bue e l’asinello. Quindi, il presepe natalizio, che fa di Napoli una Betlemme sotto il Vesuvio se non unica, sicuramente per tante ragioni prima al mondo. Laser presenta questa tradizione, la sua genesi e l’estensione per il pianeta a cominciare dalla Spagna del Settecento, dominata dai Borboni. La raccontano due antropologi, Elisabetta Moro e Marino Niola, e un artigiano di presepi affermato e conosciuto da New York a Gerusalemme e Madrid, come Lello Scuotto della bottega “La Scarabattola”. La prima caratteristica del presepe napoletano sta nella marginalità della capannina natalizia, con il conseguente allargamento dello scenario alla gente comune, proposta nelle sue attività quotidiane. E la seconda nella perdita di ogni riferimento temporale: nelle migliaia di presepi sempre più “laici” (istituzionali o familiari, ricchi o poveri, imponenti o modesti, e comunque sempre napoletani per fattura o ispirazione) è un groviglio teatrale organizzato che, non senza far arricciare il naso a qualche tradizionalista, si arricchisce ogni anno di personaggi del presente.
12/21/202328 minutes, 1 second
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Il Teatro di Nanni Moretti

Nanni Moretti debutta in veste di regista teatrale con la direzione dello spettacolo “Diari d’amore”. Per questo esordio sceglie due commedie intitolate “Fragola e panna” e “Dialogo”, ambedue scritte da Natalia Ginzburg rispettivamente nel 1966 e nel 1970. Nei vari ruoli sul palco si alternano le attrici Daria Deflorian, Alessia Giuliani, Arianna Pozzoli, Giorgia Sanesi e l’attore Valerio Binasco. Nanni Moretti a Laser illustra perché ha deciso di intraprendere questa nuova avventura artistica. Racconta come è nato il progetto, come è stato sviluppato e portato a termine. Inoltre racconta l’impegno per il grande schermo ed il suo pubblico.Lo spettacolo è previsto al LAC di Lugano il 20 e 21 dicembre.
12/20/202326 minutes, 49 seconds
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Il tempo per Toni Negri

Laser ripropone una intervista realizzata al filosofo e attivista Toni Negri (1933 – 2023) realizzata nel 2001 e dedicata al tema del tempo.L’ipotesi di un mondo simile al tempo “cairos” - il libro di Negri - il tempo di Sant’Agostino - il concetto greco chiamato “cairos”: il limite continuo della nostra vita - i due lati del tempo - l’intensità e la ripetizione - le contraddizioni del postmoderno sul concetto del tempo - il tempo come misura nel postmoderno - la quantificazione del tempo all’epoca industriale - la differenziazione della realtà di tempo nella società di oggi - un confronto tra il tempo di uno svizzero e di un filippino - l’unica misura sociale del tempo della nostra società - il paradosso dell’unificazione tra tempo esteriore e tempo interiore - il nuovo orizzonte della società contemporanea - la conseguente difficoltà ad abituarsi allo scorrere del tempo. Nel documentario anche un contributo dello scrittore Francesco Piccolo.
12/18/202319 minutes, 46 seconds
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Il tempo per Toni Negri

Laser ripropone una intervista realizzata al filosofo e attivista Toni Negri (1933 – 2023) realizzata nel 2001 e dedicata al tema del tempo.L’ipotesi di un mondo simile al tempo “cairos” - il libro di Negri - il tempo di Sant’Agostino - il concetto greco chiamato “cairos”: il limite continuo della nostra vita - i due lati del tempo - l’intensità e la ripetizione - le contraddizioni del postmoderno sul concetto del tempo - il tempo come misura nel postmoderno - la quantificazione del tempo all’epoca industriale - la differenziazione della realtà di tempo nella società di oggi - un confronto tra il tempo di uno svizzero e di un filippino - l’unica misura sociale del tempo della nostra società - il paradosso dell’unificazione tra tempo esteriore e tempo interiore - il nuovo orizzonte della società contemporanea - la conseguente difficoltà ad abituarsi allo scorrere del tempo. Nel documentario anche un contributo dello scrittore Francesco Piccolo.
12/18/202319 minutes, 46 seconds
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Le leggende ticinesi (1./2)

Un percorso sonoro che risale quattro valli del Ticino alla ricerca delle leggende, delle tradizioni orali e di altre espressioni del magico e dell’inusitato. “Leggende Ticinesi” si affaccia sulle profondità della psiche umana ed esplora le forme del meraviglioso, da quelle ancestrali a quelle più recenti, seguendo le voci di un antropologo che custodisce leggende, di una sciamana che frequenta mondi paralleli, di uno storico che studia la strumentalizzazione del folklore, e le voci dei cantastorie, e della gente del posto, e di chi ha assistito ai miracoli.
12/16/202325 minutes, 7 seconds
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Generazione big data

L’avvento dei social media e della digitalizzazione di ogni ambito – dalla scuola all’amministrazione - ci ha portato a vivere continuamente esposti sulla rete. Ma anche a fornire enormi quantità di dati personali a grandi aziende. Questo vale anche e soprattutto per i bambini, soggetti al così detto fenomeno dello sharénting, la sovraesposizione in rete da parte dei genitori, o per gli adolescenti che trasformano la loro vita in una serie di post condivisi sui social media. Ma i rischi legati al tracciamento e alla profilazione impongono una riflessione critica sulle nostre abitudini digitali, perché la raccolta dei dati e la loro elaborazione non è mai innocua e nasconde rischi di cui i genitori non sempre sono consapevoli.
12/15/202327 minutes, 36 seconds
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Troppo neri

Si continua a definire il tema dell’immigrazione un’emergenza quando, in realtà, non è un’emergenza. È da circa quarant’anni che la penisola italiana è meta di uomini, donne e bambini provenienti dall’Africa, dall’Asia, sia alla ricerca di una vita migliore ma anche per scappare dalle guerre e da disastri climatici. Un tema che riguarda l’intera Europa. In questo Laser, Matteo Severgnini dialoga con il giornalista e scrittore Saverio Tommasi, autore del libro Troppo neri edito da Feltrinelli (2023), intorno a storie di ragazzi e ragazze senza cittadinanza, senza passato, troppo neri per essere considerati italiani, o troppo italiani per essere considerati nigeriani, etiopi o afghani. Scardinando i luoghi comuni e senza mai perdere tenerezza o lucidità, Tommasi racconta alcune di queste storie vere, drammatiche ma anche piene di vita e di speranza.
12/14/202325 minutes, 11 seconds
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Il discorso di Sadat

Prima c’è la Guerra dei sei giorni (1967) e la guerra di Yom Kippur (1973). Dopo verranno gli accordi di Camp David (1978), il Nobel per la pace congiunto a Begin e Sadat (1978), il definitivo trattato di pace tra Israele ed Egitto (1979). In mezzo troviamo lo storico discorso del presidente egiziano Sadat al Parlamento israeliano (Knesset) il 19 novembre 1977.È un gesto di straordinario coraggio. Dopo aver avviato profonde riforme economiche e sociali, dopo aver preparato una diversa collocazione internazionale per l’Egitto, dopo aver risvegliato l’orgoglio del suo popolo sui campi di battaglia proprio contro Israele, Sadat si reca nel Paese nemico, nel centro del potere e del Governo, dove ognuno gli è ostile, e lì pronuncia parole di apertura, di reciproco riconoscimento, di invito alla convivenza.Quel discorso fu molto più che una semplice enunciazione di concetti, un auspicio, o una celebrazione. Sono parole che imprimono una svolta al corso della storia, creano un nuovo orizzonte, preparano azioni che condurranno per la prima volta ad accordi di pace durevoli.Dopo aver ricostruito il contesto storico con lo storico Claudio Vercelli, approfondiamo forme e modi di quello storico discorso con Lucia Avallone, studiosa di lingua e letteratura araba.
12/13/202327 minutes, 29 seconds
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A chi raccontare l’esodo

L’espulsione delle popolazioni di lingua tedesca dall’Europa centro-orientale dal 1945 coinvolse oltre 12 milioni di persone, di cui più dell’85% provenivano dal territorio di Polonia e Cecoslovacchia. Centinaia di migliaia di altre persone di lingua tedesca furono costrette a lasciare Ungheria, Romania e Jugoslavia. Questa pagina della storia in Germania è stata a lungo trascurata perché troppo controversa. Dal 2021 la memoria di questi avvenimenti viene conservata e presentata al Dokumentationszentrum Flucht Vertreibung Versöhnung.Cristiana Coletti ha incontrato Nils Köhler, direttore del dipartimento di documentazione e ricerca del Dokumentationszentrum Flucht Vertreibung Versöhnung, la scrittrice Roswitha Schieb, Andreas Stopp (giornalista), Ernst Stopp (testimone) e lo storico Antonio Ferrara.
12/12/202326 minutes, 18 seconds
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Il senese e la Val D’Orcia in seconda classe

I binari di una ferrovia secondaria un archeologo Leonardo Giovanni Terreni e uno storico Stefano Maggi per scoprire uno dei luoghi magici della toscana il senese e la Val d’Orcia insieme agli scritti di Mario Luzi ed al tecnico del suono Nicola Cavina.È nel nostro patrimonio artistico, nella nostra lingua, nella capacità creativa degli italiani che risiede il cuore della nostra identità. L’Italia che è dentro ciascuno di noi è espressa nella cultura umanistica, dall’arte figurativa, dalla musica, dall’architettura, dalla poesia e dalla letteratura di un unico popolo. L’identità nazionale degli italiani si basa sulla consapevolezza di essere custodi di un patrimonio culturale unitario che non ha eguali nel mondo. Forse l’articolo più originale della nostra Costituzione è l’articolo 9 che, infatti, trova poche analogie nelle costituzioni di tutto il mondo: ‘La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione’.E cosi iniziamo la scoperta di uno dei luoghi suggestivi della Toscana il senese e la Val d’Orcia la valle che attraverso i binari della ferrovia incrociando sentieri e strade bianche è divenuta dal 2004 sito patrimonio dell’Unesco.
12/11/202325 minutes, 35 seconds
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La nave partirà

Alla fine della seconda guerra mondiale, oltre 350 mila persone di nazionalità italiana residenti in Istria, in Dalmazia e nei pressi di Trieste, lasciarono la loro terra.Il passaggio di quelle zone alla Jugoslavia, la particolare realtà geopolitica, la nascita della contrapposizione in due blocchi, quello occidentale e quello comunista, che proprio su quei territori disegnavano nuove linee di influenza, il desiderio della popolazione italiana di dimenticare l’esito della guerra e soprattutto le sue conseguenze. È in questo ambiente che quella popolazione prova a vivere, prima che la stragrande maggioranza di essa decida di trovare rifugio e rifarsi una vita altrove, anche a seguito del trattato di pace del 1947 che sancisce l’assegnazione dell’Istria al governo di Belgrado. Ma dove andare? Perfino in Italia l’integrazione fu difficile (gli esuli erano spesso bollati come fascisti o additati come co-belligeranti), molti esuli scelsero di emigrare verso l’Australia o il Canada. Grandi comunità di istriani e giuliani si trovano anche in Europa e in Svizzera.Il confronto tra le comunità di chi è andato via e di chi ha deciso di restare – per le ragioni più diverse – è stato spesso acceso e aspro. Solo da pochi anni l’incomprensione reciproca ha lasciato spazio al dialogo e allo studio delle conseguenze storiche per la popolazione coinvolta. Ma se le ferite della storia si sono rimarginate, le cicatrici sono ancora ben visibili.Musica di Matija Dedic che esegue brani di Sergio Endrigo.
12/9/202328 minutes
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Voci dal grande nord

Le scrittrici e gli scrittori scandinavi hanno conosciuto, a partire dagli anni duemila, una grande popolarità. Il pubblico ha saputo apprezzare non solo le voci della letteratura d’inchiesta, gialli, thriller e noir sono sempre saldi ai primi posti delle classifiche, ma altre scritture hanno fatto breccia nel cuore dei lettori in lingua italiana. Che cosa ha contribuito a questo effetto Scandinavia? Quali elementi costitutivi caratterizzano le opere che arrivano dalla Svezia, Norvegia, Danimarca e Islanda? Il recente Premio Nobel al norvegese Jon Fosse ha nuovamente accesso i riflettori su una produzione vasta e articolata che si misura con tutte le forme assunte dalla parola: romanzi, pièces teatrali, scrittura per l’infanzia, saggistica e poesia. L’approfondimento di Rete Due ricostruisce, in due puntate di Laser a cura di Moira Bubola, la mappa di una letteratura che vanta un sempre maggiore numero di lettori. Ne parliamo oggi con Margherita Podestà Heir, traduttrice e voce in italiano dei romanzi di Jon Fosse pubblicato da La Nave di Teseo e con Franco Perrelli, professore ordinario di discipline dello spettacolo e specialista di teatro scandinavo.
12/7/202323 minutes, 55 seconds
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Voci dal grande nord

Le scrittrici e gli scrittori scandinavi hanno conosciuto, a partire dagli anni duemila, una grande popolarità. Il pubblico ha saputo apprezzare non solo le voci della letteratura d’inchiesta, gialli, thriller e noir sono sempre saldi ai primi posti delle classifiche, ma altre scritture hanno fatto breccia nel cuore dei lettori in lingua italiana. Che cosa ha contribuito a questo effetto Scandinavia? Quali elementi costitutivi caratterizzano le opere che arrivano dalla Svezia, Norvegia, Danimarca e Islanda? Il recente Premio Nobel al norvegese Jon Fosse ha nuovamente accesso i riflettori su una produzione vasta e articolata che si misura con tutte le forme assunte dalla parola: romanzi, pièces teatrali, scrittura per l’infanzia, saggistica e poesia. L’approfondimento di Rete Due ricostruisce, in due puntate di Laser a cura di Moira Bubola, la mappa di una letteratura che vanta un sempre maggiore numero di lettori. Gli ospiti di quest’oggi sono Emilia Lodigiani, anima e fondatrice della casa editrice Iperborea e Massimo Ciaravolo, professore associato di lingua e letteratura nordica all’Università Cà Foscari di Venezia. 
12/6/202324 minutes, 17 seconds
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Sulla rotta balcanica

In confronto all’ondata migratoria che giunse in Europa nel 2015, oggi i flussi di profughi provenienti da numerosi Paesi hanno ormai i connotati di un fenomeno strutturale, al quale l’Unione Europea non è ancora riuscita a dare risposte. Oltre alla traversata del Mediterraneo, una delle rotte più battute è quella balcanica. Data la sua posizione, l’Austria è il principale punto di sbocco del percorso che risale dalla Turchia e si dirama nei Paesi dei Balcani occidentali come un inarrestabile delta interno, su su fino all’Austria appunto, che nel 2022 ha visto un aumento di ingressi clandestini del 180% rispetto al 2021 e che nonostante una flessione nella prima parte del 2023, continua a far registrare consistenti arrivi attraverso la ex Jugoslavia. Negli ultimi otto anni a poco sono valse barriere e misure contenitive lungo la rotta balcanica: le bande di trafficanti reagiscono rapidamente ai cambiamenti e semplicemente trovano nuovi varchi per chi vuole raggiungere l’Unione Europea. Del resto la ferrea volontà di fuggire da situazioni di vita insostenibili è più forte di qualsiasi legge, di qualsiasi provvedimento, di qualsiasi respingimento.Come già nel 2015, anche nell’ultimo scorcio del 2023 Flavia Foradini è andata a Traiskirchen, il maggiore centro di prima accoglienza in Austria.Per sondare cosa sta accadendo sui rami della rotta balcanica verso l’Unione Europea, ha raccolto le testimonianze di migranti nel limbo della procedura di richiesta d’asilo, di ex-richiedenti asilo che si sono rifatti una vita, di volontari attivi per associazioni benefiche, di esperti in tema di migrazioni verso l’Europa. Ciò che emerge è un mosaico di schegge di vite sospese fra disperazione e speranza.
12/5/202327 minutes, 34 seconds
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Sulla rotta balcanica

In confronto all’ondata migratoria che giunse in Europa nel 2015, oggi i flussi di profughi provenienti da numerosi Paesi hanno ormai i connotati di un fenomeno strutturale, al quale l’Unione Europea non è ancora riuscita a dare risposte. Oltre alla traversata del Mediterraneo, una delle rotte più battute è quella balcanica. Data la sua posizione, l’Austria è il principale punto di sbocco del percorso che risale dalla Turchia e si dirama nei Paesi dei Balcani occidentali come un inarrestabile delta interno, su su fino all’Austria appunto, che nel 2022 ha visto un aumento di ingressi clandestini del 180% rispetto al 2021 e che nonostante una flessione nella prima parte del 2023, continua a far registrare consistenti arrivi attraverso la ex Jugoslavia. Negli ultimi otto anni a poco sono valse barriere e misure contenitive lungo la rotta balcanica: le bande di trafficanti reagiscono rapidamente ai cambiamenti e semplicemente trovano nuovi varchi per chi vuole raggiungere l’Unione Europea. Del resto la ferrea volontà di fuggire da situazioni di vita insostenibili è più forte di qualsiasi legge, di qualsiasi provvedimento, di qualsiasi respingimento.Come già nel 2015, anche nell’ultimo scorcio del 2023 Flavia Foradini è andata a Traiskirchen, il maggiore centro di prima accoglienza in Austria.Per sondare cosa sta accadendo sui rami della rotta balcanica verso l’Unione Europea, ha raccolto le testimonianze di migranti nel limbo della procedura di richiesta d’asilo, di ex-richiedenti asilo che si sono rifatti una vita, di volontari attivi per associazioni benefiche, di esperti in tema di migrazioni verso l’Europa. Ciò che emerge è un mosaico di schegge di vite sospese fra disperazione e speranza.
12/4/202324 minutes, 23 seconds
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Il trauma della guerra ucraina

Il piccolo valico di frontiera di Kolotylivka-Pokrovka, tra la regione russa di Belgorod e quella ucraina di Sumy, è l’unico luogo in cui gli ucraini possono entrare dalla Russia nel territorio ucraino controllato dal Governo. Il viaggio non è facile. Le persone che arrivano ai posti di blocco russi, spesso dopo lunghi viaggi, sono sottoposte a procedure di filtraggio che durano ore; vengono perquisite dalle guardie di frontiera russe e interrogate da agenti del Servizio di sicurezza federale. I loro telefoni vengono controllati, vengono prese le impronte digitali e a volte viene loro ordinato di spogliarsi. Il nostro racconto parte da questo luogo per addentrarsi nell’animo umano di chi deve abbandonare tutto e ricominciare da zero la propria vita. E di chi invece rimane, spesso sapendo che la morte prima o poi busserà alla sua porta. Un viaggio nella psiche e nel trauma generato dalla guerra, che da personale diventa collettivo, investendo una intera nazione. 
12/1/202322 minutes, 54 seconds
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Sionismi

Alla vigilia del cinquantesimo anniversario della morte di David Ben Gurion, Laser affronta un viaggio nella storia e nella realtà del pensiero sionista. Primo firmatario della dichiarazione di indipendenza di Israele nel 1948 e a lungo primo ministro, Ben Gurion era stato anche presidente dell’organizzazione sionista mondiale, subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Il primo congresso dell’organizzazione sionista mondiale si riunì a Basilea nell’agosto 1897 alla presenza di circa duecento delegati convocati dal giornalista ungherese Theodor Hertzl e cambiò per sempre la storia dell’ebraismo moderno. In quei giorni fu presentato il manifesto programmatico del sionismo politico e vennero gettate le basi del progetto per la creazione di uno stato che desse una patria a tutti gli ebrei.Ma anche il sionismo, al pari delle altri grandi ideologie del XIX e del XX secolo, non fu un fenomeno monolitico e negli anni avrebbe prodotto opzioni politiche in contrasto tra loro.Laser ne discute con lo storico dell’Università di Pisa Arturo Marzano, che ha pubblicato un volume dal titolo “Storia dei sionismi. Lo Stato degli ebrei da Hertzl a oggi” e con Alberto Tonini, docente di storia contemporanea del Medio Oriente all’Università di Firenze
11/30/202325 minutes, 31 seconds
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Il miracolo di Greccio

Compie 800 anni il presepe vivente realizzato da San Francesco d’Assisi. Nella notte di Natale del 1223 venne infatti riproposta la natività in una grotta nei pressi di Greccio, oggi in provincia di Rieti. Quella ricostruzione di quanto avvenne nella capanna di Betlemme è rapidamente diventata una tradizione culturale e popolare ancora prima di essere un appuntamento religioso. Il messaggio del presepe è ancora di estrema attualità: il disagio in cui Gesù nasce, la povertà che lo circonda, la fragilità di un bambino, che ha bisogno di essere accudito e riscaldato, la Terrasanta, ora martoriata da una guerra, proprio come ai tempi di San Francesco. Con Fra Giovanni, Santuario francescano di Greccio, Mons. Vito Piccinonna, vescovo di Rieti, Massimiliano Impeciati, presidente proloco Greccio e Enrico Bressan, fondatore e presidente di Fondaco Italia.
11/29/202323 minutes, 41 seconds
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Le Roy Ladurie, tra i maestri della storiografia contemporanea

È stato uno dei precursori della ricerca innovativa nella storiografia, promosso dalla rivista “Annales d’histoire économique e sociale” che dirigerà dopo uno dei suoi maestri, Fernand Braudel.Lo storico Emmanuel Le Roy Ladurie è morto all’età di 94 anni nella sua casa di Le Moutier, nel Calvados.Era stato direttore didattico dell’École pratique des hautes études di Parigi, poi professore di Scienze sociali alla Sorbona e di Storia della civiltà moderna al Collège de France. Ma negli “Annales” si comprende il valore e il metodo di studio: la ricerca fu riorientata verso lo studio della vita quotidiana, della vita degli individui e dell’influenza del clima sulle vicende umane. I suoi studi più noti “I contadini di Linguadoca” (Laterza), “Storia di un paese: Montaillou” (Rizzoli), “L’ancien régime” (Il Mulino).Incontro con Emmanuel Le Roy Ladurie, Laser, di Roberto Antonini - 27 e 28 novembre 2017
11/24/202326 minutes, 8 seconds
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Restare umani

L’immane tragedia che sta consumandosi in Medio Oriente nella feroce guerra fra Israele e Hamas, l’invasione dell’esercito russo in Ucraina, la fuga della popolazione armena dal Nagorno Karabakh hanno rovesciato su ciascuno di noi notizie e immagini di atrocità. È doveroso dunque chiedersi se non ci stiamo abituando all’orrore. Aveva ragione Diderot, il famoso enciclopedista, quando nel Settecento paventava il rischio che con l’aumento della distanza anche i nostri sentimenti morali si affievoliscono? Come scongiurare la disumanizzazione? Franco Brevini ne discute con Ivo Lizzola, che insegna una materia quanto mai di attualità come Pedagogia del conflitto e della mediazione e Clara Mucc, una psicoterapeuta autrice di un libro intitolato Trauma e perdono.
11/22/202327 minutes, 45 seconds
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Capire la parola

Come comprendere il valore delle parole, e dunque la Parola, quando i significati sono diversi e complessi a seconda del contesto e del periodo storico in cui sono collocati.Nel lavoro appena pubblicato “L’alfabeto di Dio” (edizioni San Paolo), il Cardinale Gianfranco Ravasi ha stilato una sorta di “dizionario” dei termini in ebraico e greco più utilizzati e più importanti dell’Antico e del Nuovo Testamento. Lo studio della parola, e dunque il commento legato ad un determinato concetto, va oltre la semplice interpretazione letterale adattata agli occhi del lettore del XXI secolo. E quindi, affrontare le Scritture in modo più attento e complesso, aiuta il lettore a districarsi in modo efficace nella varietà e i numerosi messaggi e le differenti intenzioni che attraverso le parole dobbiamo comprendere. Una strada da percorrere per affrontare sia i testi sacri sia il presente.
11/20/202327 minutes, 57 seconds
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Abbiamo solo bisogno di raccontare

Perché raccontare un luogo? Perché uno si mette a camminare? Non solo con l’intenzione di gustarsi un bel panorama, di fare una scampagnata. Ma con l’intenzione di trovare una storia, da condividere con gli altri. Alla fine noi viviamo di storie. Comunichiamo grazie alle storie. A tutto questo si pensa camminando. Ed è quello che è successo durante l’officina di narrazione “Ormea in transito”. Una quindicina di persone che con Marino Magliani e Flavio Stroppini hanno camminato per giorni attorno ad Ormea, una piccola cittadina, con un centro dall’atmosfera medioevale, nel sud del Piemonte, in Alta Valle Tanaro incastonata tra le maggiori vette delle Alpi Liguri. Musiche di Andrea Manzoni“L’officina di scrittura” di ormeaintransito.com è un progetto realizzato grazie al Comune di Ormea (It).
11/19/202324 minutes, 10 seconds
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La voce di Anna Felder

Laser ripropone una pagina d’archivio della RSI, per ricordare la scrittrice Anna Felder (1937 – 2023). La presentazione della nuova edizione del romanzo “Tra dove piove e non piove” pubblicato all’inizio degli anni 70 del secolo scorso e riproposto nel 2015 da Armando Dadò editore in una nuova edizione. Nell’intervista (sempre del 2015) curata da Yari Bernasconi, la scrittrice ticinese e insegnante di italiano e francese in un liceo ad Aarau, racconta il proprio stile e come svolge la propria attività, oltre all’ispirazione del suo lavoro d’esordio, avvenuto negli anni del dibattito sul ruolo dell’immigrazione dall’estero e dalle differenze tra le usanze quotidiane nelle varie comunità svizzere della ConfederazioneTra i numerosi riconoscimenti, Anna Felder ha ottenuto il gran premio svizzero di letteratura nel 2018 e il Premio di letteratura Schiller in un paio di occasioni, nel 1982 e nel 1998.
11/17/202321 minutes, 27 seconds
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Il patetismo dell’infanzia

®Oggi il bambino è circondato da un alone patetico, che non c’è sempre stato, perché è nato alla fine del Settecento con la sensibilità che avrebbe condotto al Romanticismo. Trine e merletti, carillon rarefatti, incanto per la tenerezza del neonato, negozi sempre più vasti dedicati al bambino e ai suoi prodotti, servizi per la prima infanzia avrebbero caratterizzato gli ultimi due secoli.In passato le fiabe parlano di bambini abbandonati da genitori che non riuscivano a mantenerli o dello stesso nome dato a più bambini, perché si sapeva che uno solo sarebbe sopravvissuto. Anche i quadri li rappresentavano come adulti in miniatura e non si esitava a mandarli al lavoro appena possibile, dalle miniere alla cura dei greggi.Attraverso esempi, suoni, citazioni e testimonianze ricostruiremo questo affascinante cammino verso l’immagine del bambino come lo intendiamo noi, fino ai «genitori elicottero» e al «bambino di tiranno» di cui si parla nel dibattito pedagogico odierno.Prima emissione: 10 ottobre 2023
11/16/202324 minutes, 34 seconds
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Prima la musica. Prima le parole (2./2)

®Prima la musica o prima le parole? chi ama l’opera forse non si pone questa domanda, le due cose sono strettamente legate e sembrano nate insieme, senza sforzo. In realtà il lavoro del librettista è spesso un ingrato gioco d’equilibrio e in più gli tocca quasi sempre uno scomodo, ignorato secondo piano, mentre la fama si rivolge al musicista, perché in fondo è per merito della musica se ci ricordiamo così bene le parole. O è il contrario? Un piccolo percorso dedicato alle fatiche di questo connubio tra grandi musicisti e bravi, e meno bravi, librettisti, ricostruito attraverso le lettere, le memorie di alcuni dei protagonisti di questa lunga storia, cominciata nel ‘700, e non è ancora finita!Prima emissione: 19 luglio 2023
11/15/202327 minutes, 47 seconds
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Prima la musica. Prima le parole (1./2)

®Prima la musica o prima le parole? chi ama l’opera forse non si pone questa domanda, le due cose sono strettamente legate e sembrano nate insieme, senza sforzo. In realtà il lavoro del librettista è spesso un ingrato gioco d’equilibrio e in più gli tocca quasi sempre uno scomodo, ignorato secondo piano, mentre la fama si rivolge al musicista, perché in fondo è per merito della musica se ci ricordiamo così bene le parole. O è il contrario? Un piccolo percorso dedicato alle fatiche di questo connubio tra grandi musicisti e bravi, e meno bravi, librettisti, ricostruito attraverso le lettere, le memorie di alcuni dei protagonisti di questa lunga storia, cominciata nel ‘700, e non è ancora finita!Prima emissione: 18 luglio 2023
11/14/202325 minutes, 28 seconds
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La voce delle donne: 50 anni di Suffragio Femminile in Svizzera

®Questo lavoro si è aggiudicato sabato 11 novembre 2023 il prestigioso premio di giornalismo Ermiza, destinato alle produzioni radio, TV e web della Svizzera italiana che si occupano di pari opportunità.C’era chi alla guida spericolata di un Maggiolino varcava il Ceneri coi propri bambini per preparare il materiale di propaganda, c’erano i ‘piccoli uomini’ che guardavano beffardi le donne salire le scale prima delle riunioni di partito, c’erano le mamme fiere che tornavano a casa dalle giovani figlie con il sorriso di chi ha vinto una battaglia a testa alta, c’è chi oggi non si ricorda di nulla e si chiede il perché, e c’è anche chi si è battuto in prima linea e continua a farlo perché, 'un conto sono le leggi, ma poi bisogna cambiare le cose'! Poi c’erano donne venute da fuori, incredule di fronte all’ineguaglianza tra uomo e donna in un paese come il nostro, e altre che, nate in una famiglia di nonne, zie, madre e sorelle, trovavano il suffragio universale la cosa più naturale del mondo.Per l’anniversario del voto alle donne in Svizzera, Valentina Grignoli è andata a cercare tra i ricordi delle donne cosa rimane di questa data fondamentale, e si è fatta raccontare da loro come hanno vissuto questa importante conquista. Tra le intervistate, voci note come la prima Presidente della Confederazione Ruth Dreifuss, una delle prime gran consigliere ticinesi Germana Gaggetta, e l’indimenticabile Alma Bacciarini raccontata da suo figlio Giordano Zeli, ma anche voci meno note che vanno a comporre un colorato coro di memorie senza tempo.Libri presenti nel catalogo del Sistema bibliotecario ticinese (Sbt) Gallacchi, Brenno. Una grande ingiustizia sociale : per il suffragio femminile. La Malcantonese, 1953Bacciarini, Alma. Un bilancio : testi apparsi su "Il Dovere" e "la Regione Ticino" dal 1980 al 1998. Salvioni, 1998Colombo, Gherardo. Democrazia. Bollati Boringhieri, 2011Testi vari in Sbt sul voto alle donne in SvizzeraPrima emissione: 5 febbraio 2021
11/13/202329 minutes, 15 seconds
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Il Testimone

Protagonista di questo Laser è Volodymyr Sahaidak, direttore del “Centro di riabilitazione sociale e psicologica” di Kherson, in Ucraina. La struttura da anni accoglie bambini orfani, minori i cui genitori sono in carcere o comunque impossibilitati a garantirne il sostentamento. Kherson è rimasta sotto occupazione russa da febbraio a novembre del 2022: è stata una delle città più martoriate dalla guerra. Ai nostri microfoni, Sahaidak racconta come ha fatto a salvare dalla deportazione 52 bambini, e quali sono le prove che è riuscito a raccogliere. L’uomo oggi è sotto protezione, tutelato perché testimone del processo intentato dalla Corte penale internazionale contro il presidente russo, Vladimir Putin, e la responsabile delle politiche per l’infanzia, Maria Lvova Belova. L’intervista con Sahaidak è stata anche l’occasione per ragionare, insieme allo storico Andrea Graziosi, sul fenomeno storico della deportazione di persone, ma anche sulla possibilità che il processo contro Putin e Lvova Belova venga davvero celebrato e possa portare ad un’eventuale condannaKherson, 4 giugno 2022. Soldati russi perquisiscono il Centro per i minori vulnerabili
11/10/202323 minutes, 43 seconds
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Compagno Werner, una vita per la politica (2./3)

®Laser ripropone una intervista in tre parti a Werner Carobbio, realizzata da Roberto Antonini nel gennaio 2018. L’ex consigliere nazionale socialista avrebbe compiuto 87 anni il 10 novembre. Una longevità da primato nel legislativo nazionale e cantonale, una carriera politica iniziata molto presto, quando si è iscritto alla Gioventù socialista e culminata in Consiglio Nazionale, incarico ricoperto dal 1975 al 1999. Co-fondatore del PSA, Carobbio rappresenta la forte cultura politica di un’epoca contrassegnata dal ‘68 e dalla critica del capitalismo ma anche delle forme troppo moderate di socialdemocrazia. Ha dedicato il proprio impegno alle lavoratrici e ai lavoratori e per la tutela del servizio pubblico. Tra i fondatori, nel 1969, del PSA, Partito Socialista Autonomo, di cui è stato segretario politico. Dopo l’esperienza a Berna è stato eletto in Gran Consiglio, istituzione di cui è stato presidente nel 2005. Si è ritirato dalla politica attiva nel 2011.Nell’intervista in tre parti, Werner Carobbio affronta il ruolo degli intellettuali e dei politici, racconta le diverse fasi della politica svizzera ed il ruolo del partito socialista, l’esperienza come insegnante e l’impegno a tutela delle classi lavoratrici. Prima emissione: 1° febbraio 2018
11/9/202322 minutes, 11 seconds
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Haredix

Gli Haredim sono gli ebrei ortodossi, quelli con i riccioli, i cappelli a falde larghe, le donne con le parrucche e i vestiti scuri. Le loro comunità sono microcosmi chiusi, nei quali è impossibile entrare se non per diritto di nascita, e difficilissimo uscire. Diversi giovani hanno deciso di abbandonare questa vita ed entrare nel mondo secolare. Non senza problemi. Nelle scuole degli Haredim non si studia nulla che non sia la Torah, la Legge; pertanto uscire significa non avere nozioni di altra lingua che non sia l’ebraico, ma neanche di matematica. Uscire significa tagliare i ponti con la propria vita, la propria comunità, la propria famiglia. ponti che difficilmente vengono ricostruiti. Le storie dei ragazzi che escono dalle comunità e che vengono aiutati ad inserirsi nella società laica grazie ad alcune associazioni. 
11/6/202327 minutes, 39 seconds
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Bambini, linguaggio e pandemia

Lo scorso 5 maggio l’Organizzazione Mondiale per la Sanità ha dichiarato la fine dell’emergenza sanitaria. Peccato che le conseguenze della pandemia da Sars-CoV-2 le stiamo ancora pagando. Noi, e soprattutto i nostri figli. Ritorniamo a inizio 2020. In Italia i bambini sembravano essere la fascia meno ricettiva al virus e nel caos generale quelli che ancora non frequentavano la scuola dell’infanzia o la scuola primaria sono stati in qualche modo minore oggetto d’attenzione. Da un punto di vista psicofisico, però, i bambini più piccoli, oltre ai ragazzi, sono stati gli individui maggiormente colpiti perché hanno perso anni fondamentali per il loro sviluppo. Hanno perso esperienze, emozioni, stimoli di cui avevano bisogno in quel periodo specifico della loro vita.  Ne sono derivati disturbi del sonno, dell’attenzione, dell’alimentazione, disturbi dell’apprendimento. Oltre a ciò, la pandemia ha inciso anche sul nascere e sul l’aggravarsi di disturbi del linguaggio.  Eh, sì.. Forse per imparare a parlare bisogna parlare con gli altri?
11/2/202326 minutes, 28 seconds
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Atatürk e il centenario della Repubblica turca

Cosa resta oggi della figura di Mustafa Kemal Atatürk, a cento anni dalla nascita della Repubblica di Turchia da lui fondata? Da un secolo l’immagine del generale ottomano che fondò sulle ceneri dell’impero una Repubblica laica è ancora presente dappertutto in Turchia, nelle bandiere, negli edifici pubblici, scolpito nelle statue delle piazze e nei tatuaggi di molti turchi che amano avere sulla propria pelle la sua iconica firma. La figura di Atatürk – cognome che Mustafa Kemal decise di adottare e che letteralmente significa “il padre dei turchi” - unisce apparentemente quasi tutta la popolazione ma in realtà gruppi sociali diversi tra loro apprezzano la figura del padre della patria per motivi molto diversi tra loro, adattando i principi dell’uomo che fondò la Turchia ai loro personali valori sociali e politici. La parte più religiosa della società, per decenni marginalizzata dai militari e da politici che governavano sostenendo di essere gli eredi di Atatürk, non ha mai mostrato riverenza nei confronti della sua figura ma, anche dopo l’avvento al potere dell’islamista Recep Tayyip Erdogan, non è così semplice sentire aperte critiche nei confronti di Mustafa Kemal. Mentre la Turchia si prepara a celebrare il centenario della fondazione della Repubblica, domenica 29 ottobre, la puntata di “Laser” di oggi approfondisce quali sono stati i valori alla base della rivoluzione del padre della patria e cosa rimane oggi di tutto questo. Con i contributi dello storico Fabio Grassi, professore associato di storia delle relazioni internazionali e docente di storia dell’Europa orientale presso l’Università ‘La Sapienza’ di Roma, Nagihan Haliloğlu, docente presso il dipartimento di letteratura comparata dell’Università “Ibn Haldun” di Istanbul, e Cem Gürdeniz, ammiraglio dell’Esercito turco in pensione e noto internazionalmente per essere l’autore della teoria “Mavi Vatan”, “la patria blu”. 
10/27/202327 minutes, 42 seconds
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Arthur Schnitzler: lettere, diari, donne e eredi

Nella produzione di un autore, la corrispondenza e i diari costituiscono una preziosa possibilità di guardare per così dire dietro le quinte della creazione.L’Accademia Austriaca delle Scienze sta lavorando da tempo sulle opere di Arthur Schnitzler, e anche sui diari e sul vasto corpus delle sue lettere.Al microfono di Flavia Foradini, Martin Anton Müller racconta l’impegno a tutto campo, anche con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, per offrire sia ai ricercatori che agli appassionati ampi sguardi sul laboratorio creativo di Schnitzler, grazie alla fitta corrispondenza con colleghi e intellettuali di primo piano del tempo, e grazie ai diari tenuti fino a pochi giorni prima della morte, avvenuta il 21 ottobre 1931, all’età di 69 anni. Sullo sfondo scorrono la vita e la carriera del grande scrittore, che fu dapprima medico e poi fondamentale autore in quella Vienna asburgica a cavallo fra ‘800 e ‘900, così propizia alle arti e alle scienze. per approfondire:https://schnitzler-briefe.acdh.oeaw.ac.athttps://schnitzler-tagebuch.acdh.oeaw.ac.at/pdf dei diari:https://www.austriaca.at/arthur_schnitzler_tagebuchancora Schnitzler su Rete Due:Flavia Foradini, Arthur Schnitzler: uno sguardo diagnostico sul mondo
10/25/202327 minutes, 28 seconds
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Che spettacolo quel funerale

Il funerale di Stalin è addirittura stato riproposto in un film. A quelli dello scrittore Pasternak e del cantautore Vysotsky hanno partecipato centinaia di migliaia di persone sfidando il regime comunista. E quello di Yevgeny Prigozhin? Celebrato di nascosto in un cimitero di San Pietroburgo chiuso da tempo e la salma sepolta al posto di un parente, anche se l’oligarca capo della milizia privata Wagner era un eroe della Russia. Il messaggio del Cremlino era chiaro, e non bisogna leggere tra le righe per capire come siano andate le cose. I funerali dell’era sovietica – e post sovietica – ci offrono uno spunto di riflessione assolutamente originale e unico. Il Prof. Gian Piero Piretto, uno dei massimi esperti di storia della cultura russa e autore de “L’ultimo spettacolo” Raffaello Cortina editore, ci accompagna nell’ultimo viaggio (di personaggi famosi che hanno fatto l’Unione Sovietica e la Russia). Una lettura del passato e del presente attraverso alcune cerimonie funebri in grado di fornire messaggi altrimenti difficili da comprendere in Occidente.
10/24/202326 minutes, 59 seconds
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“Maniac” di Benjamín Labatut, ossia l’ossessione per la scienza

Lo scrittore cileno Benjamín Labatut, dopo il successo di “Quando abbiamo smesso di capire il mondo”, torna in libreria con un nuovo romanzo edito da Adelphi, dal titolo evocativo “Maniac”.Nella sua ultima opera Labatut torna a narrare ombre e luci della storia umana attraverso la figura del calcolatore universale, il MANIAC di John von Neumann, che diede vita a due invenzioni tra loro diametralmente opposte: la bomba atomica e l’intelligenza artificiale. È un’invenzione spartiacque per il futuro dell’umanità, racconta Benjamín Labatut, proprio perché la macchina “pensante” è capace di ergersi a divinità e di sfidare la limitatezza umana.
10/17/202326 minutes, 2 seconds
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Cento di questi Disney

Pochi giorni fa è stata inaugurata all’ExCel di Londra la mostra “Disney 100”, che celebra un importante compleanno: il 16 ottobre 1923, 100 anni fa, Walt Disney fondò infatti la compagnia insieme a suo fratello Roy. Una mostra ampia, che permette di guardare e toccare il mondo Disney. Costumi, bozzetti originali, scenografie, oggetti di scena, che provengono tutti dagli Archivi Disney, diretti da Becky Cline. È lei a raccontare come viene raccolta e preservata la storia di Disney e come è stata pensata questa mostra. Che tra le altre cose spiega quanto Walt Disney sia stato un innovatore del cinema d’animazione, come racconta anche Luca Raffaelli, giornalista ed esperto di fumetti e cartoni animati. Infine la scrittrice di fantasy Licia Troisi esplora il mondo narrativo disneyano con le sue molte anime.
10/16/202326 minutes, 38 seconds
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L’uomo sotto l’olmo

A ridosso della piramide Cestia e delle mure Aureliane a Roma, accanto alla trafficata via Ostiense e nei pressi del quartiere Testaccio, si può visitare un luogo antico in cui trovare pace. E non perché sia soltanto un cimitero, come in effetti è, ma perché tutti gli elementi fondamentali della natura sono lì in equilibrio fra loro: Terra, Acqua, Aria, Fuoco.Parla allora di respiro l’attore Giuseppe Cederna e parla di energia l’autore Alessandro Rubinetti, entrambi frequentatori di un posto che permette di ritrovare l’altro elemento prezioso dei nostri tempi, il tempo. Quanto tempo abbiamo per trovare la nostra voce e ascoltare le altre?Artisti fra gli artisti, sussurrano al microfono i loro percorsi di poesia e memoria. E mentre si ragiona di oggi si scopre la storia di ieri, dal 1716: conosciuto anche come cimitero protestante o “degli inglesi”, il cimitero ospita cittadini stranieri di confessione protestante o greco scismatica così come cattolici di famiglie di diversa confessione o che si sono distinti per l’impegno civile o artistico, come spiega la direttrice Yvonne Mazurek, consapevole custode di un luogo unico, dove passato e presente convivono e in cui si torna per rinnovata curiosità e necessità di sosta.Colpisce la varietà di specie vegetali, le forme architettoniche e scultoree, le incisioni coi nomi dei più noti artisti inglesi e tedeschi, ma anche americani, scandinavi, russi, greci. Svizzeri come i pittori Salomon Corrodi e suo figlio Arnold, italiani come Carlo Emilio Gadda, Amelia Rosselli, Antonio Gramsci, Andrea Camilleri e da poco anche l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.Mi dice l’uomo sotto l’olmo: “Il mondo dei morti è un mondo vivo, e se c’è una cosa che sento qui è che non devi essere amante della morte per venire in un cimitero, devi essere amante della vita”.
10/13/202323 minutes, 54 seconds
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La cultura del bambino

Il patetismo dell’infanzia culmina oggi nell’alone di eccezionalità che circonda la procreazione. L’infertilità diffusa induce molte coppie a ricorrere alle tecniche di procreazione medica assistita, che carica la sacralità della vita che sorge di una componente scientista. Si sono moltiplicate le cliniche, che garantiscono pacchetti tutto compreso con una garanzia dal nome eloquente: Bimbo in braccio. Si sono aperti gigantesche questioni etiche come l’utero in affitto, la monogenitorialità, le famiglie arcobaleno, ecc.La trasmissione si propone di indagare come sia mutata la nostra consapevolezza della nascita attraverso le testimonianze di uno psicanalista e di una bioeticista, che ci parleranno dell’infertilità psicogena e delle interminabili peripezie affrontate dalle coppie per la procreazione.
10/11/202325 minutes, 12 seconds
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La cultura del bambino

Oggi il bambino è circondato da un alone patetico, che non c’è sempre stato, perché è nato alla fine del Settecento con la sensibilità che avrebbe condotto al Romanticismo. Trine e merletti, carillon rarefatti, incanto per la tenerezza del neonato, negozi sempre più vasti dedicati al bambino e ai suoi prodotti, servizi per la prima infanzia avrebbero caratterizzato gli ultimi due secoli. In passato le fiabe parlano di bambini abbandonati da genitori che non riuscivano a mantenerli o dello stesso nome dato a più bambini, perché si sapeva che uno solo sarebbe sopravvissuto. Anche i quadri li rappresentavano come adulti in miniatura e non si esitava a mandarli al lavoro appena possibile, dalle miniere alla cura dei greggi.Attraverso esempi, suoni, citazioni e testimonianze ricostruiremo questo affascinante cammino verso l’immagine del bambino come lo intendiamo noi, fino ai «genitori elicottero» e al «bambino di tiranno» di cui si parla nel dibattito pedagogico odierno.
10/10/202324 minutes, 34 seconds
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Jon Fosse, scrivere l’indicibile

Solitario e lontano dal mondo. L’accademia svedese nel 2023 ha assegnato il premio Nobel ad uno scrittore e autore teatrale norvegese: Jon Fosse, 64 anni. È possibile definirlo come uno scrittore totale, che ha abbracciato tutti i generi. Per questo non ama essere etichettato in nessun modo. Fosse riesce a proporre nei suoi lavori uno stato d’animo irrequieto, inquieto e a tratti addirittura ipnotico. Una vita appartata che affida il suo sguardo sul mondo alla letteratura, una scrittura dalle parole lucide e basilari che incantano lettori e spettatori di tutto il mondo. “Laser” affronta lo stile dello scrittore e l’impatto dell’autore teatrale con il Prof. Franco Perrelli, docente, specialista del teatro scandinavo e contemporaneo e traduttore delle prime opere di Fosse, Valter Malosti, regista, autore e attore teatrale, Premio UBU 2004 con l’allestimento di “Inverno” e un intervento della Margherita Podesta Heir, che sta curando per la casa editrice “Nave di Teseo” il volume “Io è un altro, Settologia parte III-V” nelle librerie dal 10 ottobre.
10/9/202325 minutes, 50 seconds
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Il mio Vajont

Domani, 9 ottobre, ricorrono i sessant’anni della tragedia del Vajont. Quasi duemila persone morirono a causa dell’esondazione della diga del Vajont. L’enorme massa d’acqua travolse alcuni paesi e si riversò nella valle del Piave. Era ampiamente prevista la frana che invase il bacino idroelettrico e causò il dramma. LASER ripropone il documentario realizzato in occasione del cinquantesimo anniversario. Una storia che riguarda anche la Svizzera e il Ticino (numerosi familiari delle vittime erano emigrati nella Confederazione o si trasferirono qui in cerca di lavoro) e con la quale l’Italia non ha mai fatto i conti. Tra le testimonianze anche quella di Alessandro Canestrini, avvocato che difese i sopravvissuti della tragedia e che ricorda come – per quel disastro - non fu mai fatta davvero giustizia.
10/8/202326 minutes, 37 seconds
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Italo Calvino a Parigi

Si autodefiniva “un eremita a Parigi”, per ricordare soprattutto la propria timidezza ed una certa ritrosia ad apparire in pubblico. Ma Italo Calvino non era barricato in casa, impegnato solo a scrivere o a immaginare romanzi e racconti. Lo scrittore italiano conduceva una vita molto intensa, frequentava altri scrittori e intellettuali della città con i quali scambiava impressioni e idee ed era un assiduo frequentatore della biblioteca nazionale. “Non era un personaggio facile, poteva essere molto allegro in certi ambienti ma non amava la frequentazione degli ambienti letterari parigini”, afferma di lui lo scrittore e giornalista Bernardo Valli, che lo ha conosciuto nella capitale francese quando entrambi erano firme di prestigio del Corriere della Sera. Unica eccezione, la lunga amicizia con gli scrittori dell’Oulipo, sigla di Opificio di letteratura potenziale, che ha portato avanti anche dopo il rientro in Italia. L’esperienza parigina, durata dal 1967 al 1980, contribuirà rendere Italo Calvino uno scrittore di fama internazionale, ancora oggi studiato e amato da intere generazioni di lettori anche oltre i confini italiani.Con le testimonianze di Bernardo Valli, scrittore e giornalista, Fabio Gambaro, scrittore ed ex direttore dell’istituto di cultura italiano a Parigi, Michele Carini, docente universitario all’Università di Lilla e Marcel Bénabou, storico e segretario dell’Oulipo.
10/5/202327 minutes, 34 seconds
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Calvino prima di Calvino

Il romanzo d’esordio di Italo Calvino “Il sentiero dei nidi di ragno” è ambientato in luoghi e in un periodo che lo scrittore conosce molto bene, ovvero il Ponente ligure durante la resistenza.Italo Calvino faceva parte della Brigata Garibaldi, scriveva sulla “Voce della democrazia”, organo ufficiale della sezione di Sanremo del comitato di liberazione nazionale, quindi divenne condirettore de “la nostra lotta” organo del partito comunista locale. Una convinzione politica che lo porterà a rifiutare le offerte del Corriere della Sera di avviare una collaborazione, ancora prima della pubblicazione del suo primo romanzo.Solo più tardi Calvino rivedrà le proprie posizioni politiche, ma non rinuncerà mai alla residenza nel comune di Sanremo, nonostante le esperienze a Parigi, Torino e Roma. E proprio a Sanremo è conservato il “fondo Calvino” presso la Biblioteca civica. Alla morte della madre, Calvino donerà oltre 12 mila pubblicazioni, tra cui libri, fotografie, periodici ed una dettagliata collezione botanica – i genitori erano i responsabili della locale stazione sperimentale - ancora oggi consultata dagli studiosi di agricoltura.Con Daniela Cassini, studiosa di politica locale e autrice di lavori su Calvino, Loretta Marchi, responsabile del Fondo Calvino e Marco Macchi, guida di “Liguria da Scoprire”.
10/4/202325 minutes, 38 seconds
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La donna è un’isola

È tra le penne più affermate della letteratura scandinava. Auður Ava Ólafsdóttir si distingue nel panorama letterario per originalità e capacità di coinvolgere il lettore nell’affrontare territori sconosciuti, non solo geografici ma anche sentimentali ed emotivi. Vincitrice di numerosi riconoscimenti in patria e all’estero, la Ólafsdóttir presenta al pubblico di Rete Due un ritratto del proprio lavoro e dell’ambiente nel quale sono ambientati i romanzi. Dalla società patriarcale islandese degli anni ’60 del secolo scorso agli scorci di una terra inospitale ed affascinante, fino al privilegio e al rischio di estinzione di una lingua millenaria, come l’islandese, da sempre isolata da contaminazioni esterne ed ora minacciata dall’arrivo del turismo anglofono e dalla necessità anche per gli islandesi di confrontarsi con il resto del mondo.
10/2/202325 minutes, 43 seconds
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La strada per Casablanca

Il Marocco sta diventando una tappa di medio-lungo termine delle rotte migratorie intra-africane. E’ difficile fare stime ma tra regolari e irregolari, il Regno maghrebino ospiterebbe oltre 70.000 cittadini provenienti dall’Africa sub-sahariana. La diaspora senegalese è tra le più numerose e ben inserite. Attraverso le testimonianze di alcuni residenti senegalesi in Marocco, questo episodio di Laser racconta la vita delle comunità sub sahariane nel Paese, che nel 2018 è stato nominato “Champion of Migration” dall’Unione africana, un riconoscimento che sembra posizionarlo come modello virtuoso di integrazione dei migranti, in netto contrasto con quanto accade in altri stati del Nord Africa.Un modello certamente ambizioso, ma ancora ambiguo. Da un lato, un Marocco che si vuole affermare come paese di accoglienza, offrendo ai migranti opportunità di impiego e accesso ai servizi pubblici essenziali. Dall’altro, il “gendarme” che blocca le frontiere europee e che fatica a regolarizzare i migranti. Un modello che porta benefici geopolitici, alimentando il soft power di Rabat, ma anche economici sotto forma di fondi dall’Unione europea e di manodopera a basso costo per settori chiave come l’agricoltura.Questo progetto è stato supportato dal Pulitzer Center
9/29/202325 minutes, 51 seconds
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Israele al bivio

Nei suoi 75 anni di storia lo Stato di Israele non aveva mai vissuto una crisi politica come questa. Le manifestazioni di protesta si sono susseguite ogni sabato, dal gennaio scorso, nel tentativo di bloccare la riforma della giustizia voluta dal governo di Benjamin Netanyahu che intende delegittimare la Corte Suprema e consegnare, di fatto, il sistema giudiziario nelle mani dell’esecutivo. Una misura che molti israeliani considerano profondamente antidemocratica. Alla fine di luglio la Knesset, il parlamento di Israele, ha approvato la prima parte della riforma senza curarsi delle imponenti proteste di piazza che hanno bloccato Tel Aviv, Gerusalemme e il resto del Paese, coinvolgendo centinaia di migliaia di persone di ogni età, estrazione sociale e provenienza politica.Cosa accadrà d’ora in avanti, considerando che la protesta è destinata a proseguire? E quali cambiamenti sono all’orizzonte per lo Stato di Israele? A Tel Aviv ne abbiamo parlato con lo storico israeliano Danny Orbach, con il rabbino Roberto Arbib e con i giornalisti Meron Rapoport e Paola Caridi.
9/28/202324 minutes, 24 seconds
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La Francia e l’Africa

In una recentissima intervista televisiva, il presidente Francese Emmanuel Macron è ritornato sull’impegno francese in Africa e sui recenti colpi di stato in numerose ex colonie francesi.Macron ha parlato del concetto di “françafrique”, un legame che chi non vive nelle realtà interessate fatica addirittura a definire, ma che ha segnato la vita politica, diplomatica, economica e perfino culturale delle nazioni coinvolte. Parigi ha sempre avuto un canale privilegiato nei confronti delle ex colonie della regione del Sahel, provando anche a garantire una stabilità economica con una moneta sostenuta dalla Francia, ma continuando ad utilizzare risorse economiche e materie prime dei paesi “amici”. Ma dalla prospettiva africana, spesso questo legame si è trasformato in un cappio, che ha bloccato sviluppo e democrazia e il tentativo di altre nazioni (Stati Uniti, Russia e Cina soprattutto) di interferire nella vita politica delle realtà africane ha solo portato ad un aggravamento delle relazioni con Parigi. L’antropologo Jean Loup Amselle, direttore emerito della Scuola di alti studi in scienze sociali di Parigi, profondo conoscitore della realtà del Sahel e della storia della presenza francese in Africa, ha appena pubblicato in italiano “L’invenzione del Sahel” (Meltemi).
9/27/202324 minutes, 54 seconds
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Alla ricerca del cobalto sulle Alpi

®È un elemento importante per la realizzazione delle batterie delle auto elettriche. Il cobalto viene estratto però soprattutto nella Repubblica Democratica del Congo, una realtà travolta dalla corruzione e instabile dal punto di vista militare e politico. Per “aggirare” la possibile penuria della fornitura di un componente essenziale dello sviluppo di una economia realizzata con fonti rinnovabili, le nazioni post-industriali e industrializzate cercano il Cobalto altrove, in territori guidati da governi più stabili e dove è più solida la certezza del diritto.Vecchie miniere di cobalto dismesse perché poco remunerative tornano improvvisamente interessanti. Una di queste è situata tra Torino e il confine con la Francia, ancora in territorio piemontese.Tra la necessità di tutelare l’ambiente e l’opportunità economica offerta, istituzioni e popolazione si interrogano sul presente e il futuro del territorio interessato dal possibile nuovo sviluppo minerario.Prima emissione: 9 maggio 2023
9/25/202326 minutes, 32 seconds
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Le donne di Tehran

9/22/20230
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Le donne di Tehran

In Iran le donne hanno sempre avuto un ruolo importante, prima e dopo la Rivoluzione Islamica del 1979.Il fatto di dover rispettare delle regole che discendono da una rigida interpretazione della religione islamica non ha intaccato la loro centralità.Negli ultimi mesi le donne iraniane hanno avuto anche un altro ruolo. Hanno guidato la mobilitazione contro il regime. Da settembre 2022 – la morte di Mahsa Amini - fino alla scorsa primavera ci sono state manifestazioni e proteste praticamente in tutte le città e in tutte le regioni del paese, e le donne sono state in prima fila. Ma soprattutto, anche se molte volte la mobilitazione è stata alimentata da istanze locali, la questione femminile è stata il collante che ha tenuto insieme la spinta anti-governativa in tutto l’Iran. E il simbolo di questa spinta è diventato il capo scoperto. Niente velo, come richiederebbero invece le regole della Repubblica Islamica.Cosa pensano, cosa sognano, come vivono le donne iraniane a pochi mesi da quella grande mobilitazione? Che paure hanno? Quali sono le loro priorità? Fino a dove sono disposte a spingersi per raggiungere i loro obiettivi?Questo radio documentario – realizzato grazie a un rarissimo viaggio in Iran per dei giornalisti occidentali - vi farà sentire le voci e le storie di diverse donne, non tutte allineate contro il potere dei religiosi.Il minimo comun denominatore è comunque la consapevolezza che in un modo o nell’altro - a prescindere dall’età, dalla posizione politica e dallo status sociale - bisogna rimanere al passo con i tempi. Cosa che però in Iran non è semplicissima.
9/22/202322 minutes, 58 seconds
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Nome di copertura: Cariberto (1./2)

9/21/20230
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Nome di copertura: Cariberto (2./2)

9/21/20230
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Una vita di passioni. Incontro con Gianni Vattimo

9/20/20230
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Vivere in paradiso

®Musiche originali di Andrea Manzoni."Akunnaaq" significa cielo, ma anche Paradiso. Siamo attorno al 68esimo parallelo Nord. Tolomeo scrisse che non poteva esserci vita sopra il 66esimo parallelo. Ma da queste parti non dovevano averlo letto quando hanno fondato il minuscolo e sperduto villaggio dell’isola groenlandese. Una cinquantina di piccole case colorate e con i tipici tetti spioventi artici aggrappato su di un promontorio roccioso separato dal mondo da quaranta chilometri di mare. In questi mesi di banchisa. Akunnaaq è un porto ghiacciato e neve tutt’attorno. La popolazione ammontava a 115 abitanti nel 2013, 70 nel 2018 ed è diventata di 66 nel 2020. 51 nel 2023. Resisterà questo villaggio? E come si vive in paradiso ai tempi della crisi climatica?Prima emissione: 24 marzo 2023
9/18/202327 minutes, 54 seconds
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La nostra memoria, le nostre storie

9/15/20230
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L'oceano borderline (2./2)

9/14/20230
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L'oceano borderline (1./2)

I ricercatori del World Economic Forum hanno calcolato che nel 2010 il disagio psichico è costato all'economia mondiale circa 2,5 trilioni di dollari e prevedono che questa cifra salirà a ben 6 trilioni entro il 2030: 6.000 mila miliardi di dollari! Ovviamente si tratta di numeri che non hanno impatto nella sola economia ma che descrivono con forza l'ampia portata di un fenomeno che, pur in modalità differenti, può coinvolgere ogni giorno le vite di molte persone. È infatti facile intuire che laddove soffre il singolo individuo, soffre chi vi sta in relazione, soffre la società… e viceversa. Secondo lo psichiatra e psicoterapeuta Luigi Cancrini, un grosso spazio dell'insieme che compone tale articolato fenomeno è occupato da ciò che egli stesso ha definito come un vero e proprio oceano: l'oceano borderline, uno spazio ben più ampio dei continenti dalle nevrosi e dalle psicosi, che proprio da quell'oceano sono separati. In queste due puntate di Laser sarà lo stesso Professor Cancrini a guidarci in questo viaggio sulla linea di confine che si staglia tra salute e malattia psichica.I. Confini, superfici del disagio psichico e funzionamento borderlineII. La terapia come luogo di cura e prevenzione, verso un necessario cambio di paradigmaLuigi Cancrini (Roma, 1938) è psichiatra e psicoterapeuta di formazione psicoanalitica e sistemica. Ha fondato negli anni Settanta il Centro Studi di Terapia Familiare e Relazionale, una delle più importanti scuole di Psicoterapia in Italia, di cui è tuttora Presidente. Dal 1995 fino al Dicembre 2014 è stato direttore scientifico delle Comunità Terapeutiche di Saman, dal 1998 al 2018 è stato Direttore scientifico del Centro di Aiuto al Bambino Maltrattato e alla Famiglia del Comune di Roma e dal 2009 è Direttore Scientifico delle Comunità per Minori Domus de Luna in Sardegna. Dal 2006 al 2008 è stato deputato del Parlamento Italiano per il Partito Comunista Italiano e Vicepresidente della Commissione Infanzia. È direttore responsabile della collana Alpes (Bi)sogno di Psicoterapia. BIBLIOGRAFIA:L'oceano borderline. Racconti di viaggio di Luigi Cancrini (Raffaello Cortina Editore, 2006)Ascoltare i bambini. Psicoterapia delle infanzie negate di Luigi Cancrini (Raffaello Cortina Editore, 2017)La terapia focalizzata sul transfert per il disturbo borderline di personalità di Frank E. Yeomans, John F. Clarkin, Otto F. Kernberg (Giovanni Fioriti Editore, 2017)Corpi borderline. Regolazione affettiva e clinica dei disturbi di personalità di Clara Mucci (Raffaello Cortina Editore, 2020)La personalità borderline. Una guida clinica di John G. Gunderson (Raffaello Cortina Editore, 2010)Una vita degna di essere vissuta di Marsha Linehan (Raffaello Cortina Editore, 2021)Trattamento cognitivo-comportamentale del disturbo borderline. Il modello DBT di Marsha Linehan (Raffaello Cortina Editore, 2021)
9/13/202327 minutes, 15 seconds
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L'oceano borderline (1./2)

9/13/20230
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Ucraina-Europa, il lungo viaggio

9/12/20230
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Il Mondo nuovo – Storie e uomini del 1973

9/11/202328 minutes, 36 seconds
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Il Mondo nuovo – Storie e uomini del 1973

9/11/20230
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Gisella e la Repubblica partigiana dell'Ossola

9/8/202326 minutes, 4 seconds
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Gisella e la Repubblica partigiana dell'Ossola

9/8/20230
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E i musei d'arte?

9/7/202327 minutes, 25 seconds
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E i musei d'arte?

9/7/20230
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Adriano Olivetti, il visionario

9/6/202324 minutes, 14 seconds
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Adriano Olivetti, il visionario

9/6/20230
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La difficile arte del negoziato

9/5/202325 minutes, 20 seconds
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La difficile arte del negoziato

9/5/20230
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La Russia non esiste

9/4/202326 minutes, 32 seconds
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La Russia non esiste

9/4/20230
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147 - La giovane generazione in crisi

9/1/202326 minutes, 8 seconds
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147 - La giovane generazione in crisi

9/1/20230
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Dall’Austria con… Partecipazione

8/31/202325 minutes, 13 seconds
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Dall’Austria con… Partecipazione

8/31/20230
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L'asteroide questa volta siamo noi

8/30/202325 minutes, 19 seconds
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L'asteroide questa volta siamo noi

8/30/20230
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L’olivo sospeso di Seggiano

8/29/202324 minutes, 34 seconds
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L’olivo sospeso di Seggiano

8/29/20230
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Identità ebraica

8/28/202328 minutes, 10 seconds
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Identità ebraica

8/28/20230
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Libano: rotaie arruginite

8/25/202328 minutes, 11 seconds
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Libano: rotaie arruginite

8/25/20230
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La guerra e la bomba ecologica

8/24/202323 minutes, 48 seconds
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La guerra e la bomba ecologica

8/24/20230
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Carlo Petrini, dal cappone di Morozzo all’ecologia integrale

8/23/202322 minutes, 22 seconds
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Carlo Petrini, dal cappone di Morozzo all’ecologia integrale

8/23/20230
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Picasso lo straniero

8/22/202327 minutes, 51 seconds
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Picasso lo straniero

8/22/20230
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Il primo Museo multimediale della lingua italiana

8/21/202325 minutes, 10 seconds
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Il primo Museo multimediale della lingua italiana

8/21/20230
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Tunisia: tutta l'acqua in un bicchiere

8/18/202324 minutes, 51 seconds
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Tunisia: tutta l'acqua in un bicchiere

8/18/20230
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Revolusi, la conquista delle libertà

8/17/202325 minutes, 23 seconds
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Revolusi, la conquista delle libertà

8/17/20230
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Lettera da Kabul

8/16/202326 minutes, 33 seconds
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Lettera da Kabul

8/16/20230
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Guidebook

8/14/202324 minutes, 38 seconds
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Guidebook

8/14/20230
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Come la moda è diventata intrattenimento

8/10/202324 minutes, 10 seconds
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Come la moda è diventata intrattenimento

8/10/20230
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Le cattedrali della modernità

8/9/202326 minutes, 24 seconds
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Le cattedrali della modernità

8/9/20230
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William Friedkin

8/8/202317 minutes, 16 seconds
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William Friedkin

8/8/20230
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Il lago sconosciuto

8/7/202325 minutes, 9 seconds
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Il lago sconosciuto

8/7/20230
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Il ritorno dell'Isotta

8/3/202322 minutes, 24 seconds
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Il ritorno dell'Isotta

8/3/20230
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Una corona e un mantello per essere Re: da Napoleone a Carlo III

8/2/202325 minutes, 14 seconds
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Una corona e un mantello per essere Re: da Napoleone a Carlo III

8/2/20230
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Africa "ne(g)ra"

7/31/202328 minutes
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Africa "ne(g)ra"

7/31/20230
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Donne in campo

7/28/202328 minutes, 22 seconds
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Donne in campo

7/28/20230
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La Guerra al confine

7/27/202325 minutes, 59 seconds
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La Guerra al confine

7/27/20230
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Incontro con Laurie Anderson

7/26/202327 minutes, 5 seconds
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Incontro con Laurie Anderson

7/26/20230
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Il viaggio, la memoria, la scrittura

I due incontri con Marc Augé mirano a evidenziare la multiforme ricerca dell’etnologo francese, diventato figura di riferimento per un’antropologia della tarda modernità. Basti ricordarne alcune opere: “Un etnologo nel metrò” e quello che l’ha reso celebre nel mondo, “Nonluoghi. Introduzione a una antropologia della surmodernità”; poi “Il senso degli altri. Attualità dell’antropologia”, “Il mestiere dell’antropologo”, fino all’ultimo, “Futuro” (2012). Ma in questi due incontri, curati da Antonio Ria, si intende soprattutto evidenziare le tematiche di due sue recenti opere: “Straniero a me stesso. Tutte le mie vite di etnologo”, edito da Bollati Boringhieri, e “Diario di un senza fissa dimora. Etnofiction”, pubblicato da Raffaello Cortina, che ha segnato un nuovo genere letterario. Si tratta dunque di un’antropologia che non riguarda tanto popoli e paesi lontani, ma l’attuale società occidentale. Augé ha sempre dato anche molta importanza alla scrittura, alla forma letteraria dei suoi libri, che sono diventati un capitolo importante del rapporto fra antropologia e letteratura. Un altro tema “forte” è la “relativa” estraneità dell’etnologo: l’essere “straniero a se stesso”, ponendosi quasi a metà strada tra sé e gli altri. E, di conseguenza, il tema del viaggio, col non essere mai al proprio posto: quindi un’idea di luogo che si identifica quasi con lo sradicamento, con l’itineranza. Ma i “luoghi” non sono solo spazi fisici, terreno di studio e di ricerca. “Luoghi” significa anche “relazioni sociali, forme simboliche”: che possono diventare anche “gli spazi collettivi a bassa intensità”, quindi i suoi famosi “nonluoghi”. Una vita e una ricerca dunque, che diventano necessariamente “territorio della memoria”: in esso viaggio, scrittura e memoria sono “indissociabili”.
7/25/202325 minutes, 54 seconds
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Il viaggio, la memoria, la scrittura

7/25/20230
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Ucraina-Europa, il lungo viaggio

7/24/202326 minutes
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Cambogia: il patrimonio forestale in bilico

7/21/202321 minutes, 56 seconds
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Cambogia: il patrimonio forestale in bilico

7/21/202321 minutes, 56 seconds
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Il calcio femminile, tra passione e difficoltà

7/20/202325 minutes, 44 seconds
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Il calcio femminile, tra passione e difficoltà

I mondiali di calcio femminile si disputano quest'anno a luglio in Australia e Nuova Zelanda, ma che sfide deve ancora affrontare questo sport? La storia del calcio femminile inizia alla fine dell'Ottocento, ma è da subito la storia di una passione negata: è uno sport considerato “non adatto alle signorine”. In Svizzera nel 1964 Madeleine Boll fu la prima calciatrice ad essere ufficialmente tesserata, ma solo per un errore burocratico della federazione. In Italia la prima squadra femminile nasce nel 1933, ma qui le ragazze devono affrontare anche le resistenze del fascismo, come racconta la giornalista Federica Seneghini, autrice del libro "Giovinette. Le calciatrici che sfidarono il duce". Se il calcio femminile vuole crescere, c'è bisogno di dare alla bimbe la possibilità di giocare fin da piccole, come spiega Joanna Borella, alias Mister Jo, che allena le ragazze di un quartiere multietnico di Milano. Infine la testimonianza di un giovane calciatrice del Lugano, Eleonora Castellani, divisa tra studio e pallone.
7/20/202325 minutes, 44 seconds
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Prima la musica. Prima le parole (2./2)

Prima la musica o prima le parole? Chi ama l’opera forse non si pone questa domanda, le due cose sono strettamente legate e sembrano nate insieme, senza sforzo. In realtà il lavoro del librettista è spesso un ingrato gioco d’equilibrio e in più  gli tocca quasi sempre uno scomodo, ignorato secondo piano,  mentre la fama si rivolge al musicista, perché in fondo è per merito della musica se ci ricordiamo così bene le parole. O è il contrario? Un piccolo percorso dedicato alle fatiche di questo connubio tra grandi musicisti e bravi, e meno bravi, librettisti, ricostruito attraverso le lettere, le memorie di alcuni dei protagonisti di questa lunga storia, cominciata nel ‘700, e non è ancora finita!
7/19/202327 minutes, 58 seconds
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Prima la musica. Prima le parole (2./2)

Prima la musica o prima le parole? Chi ama l’opera forse non si pone questa domanda, le due cose sono strettamente legate e sembrano nate insieme, senza sforzo. In realtà il lavoro del librettista è spesso un ingrato gioco d’equilibrio e in più gli tocca quasi sempre uno scomodo, ignorato secondo piano, mentre la fama si rivolge al musicista, perché in fondo è per merito della musica se ci ricordiamo così bene le parole. O è il contrario? Un piccolo percorso dedicato alle fatiche di questo connubio tra grandi musicisti e bravi, e meno bravi, librettisti, ricostruito attraverso le lettere, le memorie di alcuni dei protagonisti di questa lunga storia, cominciata nel ‘700, e non è ancora finita!
7/19/202327 minutes, 47 seconds
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Prima la musica. Prima le parole (1./2)

Prima la musica o prima le parole? Chi ama l’opera forse non si pone questa domanda, le due cose sono strettamente legate e sembrano nate insieme, senza sforzo. In realtà il lavoro del librettista è spesso un ingrato gioco d’equilibrio e in più  gli tocca quasi sempre uno scomodo, ignorato secondo piano,  mentre la fama si rivolge al musicista, perché in fondo è per merito della musica se ci ricordiamo così bene le parole. O è il contrario? Un piccolo percorso dedicato alle fatiche di questo connubio tra grandi musicisti e bravi, e meno bravi, librettisti, ricostruito attraverso le lettere, le memorie di alcuni dei protagonisti di questa lunga storia, cominciata nel ‘700, e non è ancora finita!
7/18/202325 minutes, 38 seconds
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Prima la musica. Prima le parole

Da martedì 18 a mercoledì 19 luglio 2023Prima la musica o prima le parole? Chi ama l’opera forse non si pone questa domanda, le due cose sono strettamente legate e sembrano nate insieme, senza sforzo. In realtà il lavoro del librettista è spesso un ingrato gioco d’equilibrio e in più gli tocca quasi sempre uno scomodo, ignorato secondo piano, mentre la fama si rivolge al musicista, perché in fondo è per merito della musica se ci ricordiamo così bene le parole. O è il contrario? Un piccolo percorso dedicato alle fatiche di questo connubio tra grandi musicisti e bravi, e meno bravi, librettisti, ricostruito attraverso le lettere, le memorie di alcuni dei protagonisti di questa lunga storia, cominciata nel ‘700, e non è ancora finita!undefined
7/18/202325 minutes, 28 seconds
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Le ragioni del viaggio

7/17/202327 minutes, 38 seconds
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Le ragioni del viaggio

7/17/202327 minutes, 38 seconds
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Gerlinde Kaltenbrunner. La "regina degli Ottomila"

7/14/202327 minutes, 46 seconds
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Gerlinde Kaltenbrunner. La "regina degli Ottomila"

7/14/202327 minutes, 46 seconds
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Il museo aperto a tutti (2./2)

Belga di Bruges, 48 anni, è la prima donna a dirigere il Kunsthaus di Zurigo, il più grande museo della Svizzera. Una carriera di giornalista e critica d’arte, poi di conservatrice e direttrice di musei in Olanda, professore di arte e cultura all’Università Radboud di Nijmegen (Nimega), Ann Demeester è entrata in carica nell’ottobre del 2022, nel bel mezzo della tempesta innescata dalle polemiche sulla collezione Bührle. Una crisi che la nuova direttrice intende affrontare con uno sguardo diverso rispetto al suo predecessore. Perché per Ann Demeester il museo non è una fortezza, ma un luogo aperto a tutti. Incontro.
7/13/202326 minutes, 21 seconds
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Il museo aperto a tutti (2./2)

Belga di Bruges, 48 anni, è la prima donna a dirigere il Kunsthaus di Zurigo, il più grande museo della Svizzera. Una carriera di giornalista e critica d’arte, poi di conservatrice e direttrice di musei in Olanda, professore di arte e cultura all’Università Radboud di Nijmegen (Nimega), Ann Demeester è entrata in carica nell’ottobre del 2022, nel bel mezzo della tempesta innescata dalle polemiche sulla collezione Bührle. Una crisi che la nuova direttrice intende affrontare con uno sguardo diverso rispetto al suo predecessore. Perché per Ann Demeester il museo non è una fortezza, ma un luogo aperto a tutti. Incontro.
7/13/202326 minutes, 11 seconds
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Il museo aperto a tutti (1./2)

Belga di Bruges, 48 anni, è la prima donna a dirigere il Kunsthaus di Zurigo, il più grande museo della Svizzera. Una carriera di giornalista e critica d’arte, poi di conservatrice e direttrice di musei in Olanda, professore di arte e cultura all’Università Radboud di Nijmegen (Nimega), Ann Demeester è entrata in carica nell’ottobre del 2022, nel bel mezzo della tempesta innescata dalle polemiche sulla collezione Bührle. Una crisi che la nuova direttrice intende affrontare con uno sguardo diverso rispetto al suo predecessore. Perché per Ann Demeester il museo non è una fortezza, ma un luogo aperto a tutti. Incontro.
7/12/202326 minutes, 19 seconds
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Il museo aperto a tutti (1./2)

Belga di Bruges, 48 anni, è la prima donna a dirigere il Kunsthaus di Zurigo, il più grande museo della Svizzera. Una carriera di giornalista e critica d’arte, poi di conservatrice e direttrice di musei in Olanda, professore di arte e cultura all’Università Radboud di Nijmegen (Nimega), Ann Demeester è entrata in carica nell’ottobre del 2022, nel bel mezzo della tempesta innescata dalle polemiche sulla collezione Bührle. Una crisi che la nuova direttrice intende affrontare con uno sguardo diverso rispetto al suo predecessore. Perché per Ann Demeester il museo non è una fortezza, ma un luogo aperto a tutti. Incontro.
7/12/202326 minutes, 9 seconds
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Donna, vita, libertà, Shirin Ebadi

7/11/202322 minutes, 48 seconds
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Donna, vita, libertà, Shirin Ebadi

7/11/202322 minutes, 39 seconds
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Serio… ma sexy!

7/6/202327 minutes, 43 seconds
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Pensare la guerra pensare la poesia

7/5/202327 minutes, 25 seconds
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Quando in Svizzera piove

7/3/202328 minutes, 22 seconds
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Le stanze dell'arte

6/30/202327 minutes, 7 seconds
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Gino e Michele, la scrittura della comicità

6/27/202328 minutes, 10 seconds
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Andrei Kurkov: diario della guerra in Ucraina

6/23/202324 minutes, 34 seconds
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L'Africa e il grano che non c'è

6/21/202325 minutes, 44 seconds
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Rose e gigli. Padre Giovanni Pozzi, filologo e letterato

In occasione del centesimo anniversario della nascita ricordiamo il celebre italianista Padre Giovanni Pozzi, tra i più autorevoli specialisti della letteratura barocca. Nato a Locarno il 20 agosto 1923, dopo gli studi all’Università di Friburgo con Gianfranco Contini e Giuseppe Billanovich, occupò per un trentennio la cattedra di letteratura italiana nello stesso ateneo. Il suo magistero è poi proseguito in forme diverse a Lugano, fra il convento e la Biblioteca Salita dei Frati. La ricerca scientifica di Padre Pozzi ha privilegiato alcuni settori della critica letteraria: la letteratura umanistica, il barocco, la “topologia” (lo studio dei cosiddetti luoghi comuni), la linguistica, lo strutturalismo, la semiologia, i rapporti tra testo e immagine, la letteratura mistica e la didattica dell’italiano. Ha curato la monumentale edizione dell’Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna. Tra le sue pubblicazioni, fondamentali le edizioni critiche e commentate delle "Dicerie sacre e della Strage degli Innocenti" di Giovan Battista Marino, pubblicate presso Einaudi e dell'"Adone", edito per i Classici Mondadori. Ha inoltre dato alle stampe molteplici saggi per Adelphi: "La parola dipinta; Sull'orlo del visibile parlare"; "Alternatim"; "Tacet". Negli ultimi anni si è dedicato allo studio della scrittura di alcune mistiche italiane nell’antologia "Scrittrici mistiche italiane", curata con Claudio Leonardi e nei volumi "Le parole dell’estasi", il "Libro dell’esperienza" della beata Angela da Foligno (entrambi da Adelphi), oltre a "Grammatica e retorica dei santi", presso le edizioni Vita e pensiero. Ne abbiamo parlato con alcuni studiosi intervenuti al convegno internazionale di studi "La costanza del risultato, l’ardimento dell’interpretazione" che si è svolto recentemente all’Università della Svizzera italiana e alla Biblioteca Salita dei Frati.
6/20/202330 minutes, 45 seconds
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Il viaggio di Mariam

6/19/202325 minutes, 48 seconds
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Val Poschiavo, inizio Novecento: un intreccio di storie

6/16/202328 minutes, 10 seconds
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Incontro con Anja Kampmann

6/15/202321 minutes, 40 seconds
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Aire de epoca – sguardi sulla scena argentina contemporanea

6/14/202328 minutes, 10 seconds
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Milena Vukotic: al servizio dei personaggi

6/13/202320 minutes, 41 seconds
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Alain Touraine e la società post-industriale

6/12/202327 minutes, 54 seconds
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Cambogia: la lenta morte del Grande Fiume

6/8/202323 minutes, 23 seconds
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Quando arriva il caldo sul ghiacciaio Perito Moreno

6/6/202323 minutes, 34 seconds
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Kenya e deforestazione

11/23/20220
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L’intramontabile mito della vespa

8/20/20210
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Game Over: fuga nel mondo dei videogiochi

8/19/20210
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Libano, traffico di organi

8/17/20210
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Il Piccolo Teatro di Milano

8/16/20210
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Strehler, i primi 100 anni

8/13/20210
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Ciao sindaco!

8/12/20210
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Gli stilisti afro-italiani che stanno rivoluzionando la moda italiana

8/9/20210
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Storie notturne (2./2)

8/6/20210
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Storie notturne (1./2)

8/5/20210
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Viaggio nelle lingue italiane

7/30/20210
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Viaggio nelle lingue italiane

7/28/20210
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Viaggio nelle lingue italiane

7/27/20210
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Viaggio nelle lingue italiane

7/26/202125 minutes, 50 seconds
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Universo AOI

7/23/202122 minutes, 10 seconds
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Jost Reinhold: testimone della duplice tragedia tedesca

7/21/202126 minutes, 19 seconds
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Loro di Genova

7/19/202125 minutes
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Tutto per l’Argentina di ieri e di oggi

7/16/202127 minutes, 3 seconds
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Itaca

7/13/202126 minutes, 41 seconds
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Milano città d’acqua

7/12/202126 minutes, 14 seconds
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Incontro con Edgar Morin (2./2)

Mercoledì 7 e giovedì 8 luglio 2021®Edgar Morin, uno dei maggiori pensatori della nostra epoca, compie 100 anni. La sua vita è contrassegnata dalla ricerca incessante delle relazioni che intercorrono, nascoste, tra le diverse discipline. Il filosofo e sociologo francese, quasi volesse sfidare inconsciamente il peso degli anni, non ha mai rallentato il suo lavoro, intenso e continuo, per snidare i rapporti che intercorrono tra storia, biologia, neuroscienze, antropologia, economia, politica. Solo uno sforzo transdisciplinare è a suo giudizio in grado di farci uscire da una settorializzazione accecante: il pensiero complesso è quello in grado di orientare la mente verso una conoscenza che ci consenta di percepire, per lo meno in parte, i contorni del mondo nel quale viviamo e che è viepiù percorso da minacce e paure. La complessità è anche un’etica della mente: solo uscendo dagli schemi binari - il sì e il no, il bene e il male - si potranno liberare quelle idee e forze creative per far fronte alla tormenta ecologica, economica, sociale che si abbatte sulle nostre società e che compromette il futuro del pianeta. Edgar Morin, nome adottato durante la resistenza dall’ebreo di Salonicco Edgar Nahoun, non è solo uno dei grandi intellettuali della nostra epoca. La sua figura è quella di un pensatore veramente libero, capace di andare contro corrente, di sfidare le mode e le scuole di pensiero. Capace di indicarci, in un’epoca di smarrimenti, un metodo per pensare e pensarci diversamente. Roberto Antonini lo aveva incontrato 10 anni fa, in occasione del suo novantesimo compleanno.
7/8/202127 minutes, 4 seconds
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Le bambine senza stella arrivano lontano (2./2)

Fine studiosa della psiche, Silvia Vegetti Finzi da anni dedica la sua ricerca al mondo interiore, in particolare a quello della maternità, dell’infanzia, dell’adolescenza, e ama definirsi una “bambinologa”. Ha insegnato Psicologia Dinamica all’Università di Pavia, ha esplorato l'universo familiare, le dinamiche della coppia, i rapporti genitori-figli. È un’attenta studiosa del femminile e ha fatto parte del Movimento femminista italiano impegnandosi nel lavoro intellettuale presso l’Università delle donne Virginia Woolf di Roma e con il Centro Documentazione Donne di Firenze.Tra i suoi numerosi incarichi è pubblicista del Corriere della Sera, vicepresidente della "Casa della Cultura di Milano", membro del comitato scientifico del Vidas, dell’Associazione delle giornaliste Giulia, della Casa delle donne di Milano.Insignita del premio nazionale "Cesare Musatti" per le sue opere sulla psicoanalisi, ricordiamo, tra le numerose pubblicazioni: "Storia della Psicoanalisi"; "Il romanzo della famiglia"; "Il bambino della notte"; "Volere un figlio"; "Psicoanalisi al femminile"; "Storia delle passioni". Le sue ultime pubblicazioni sono: "Una bambina senza stella" e "L’ospite più atteso". Collabora con le Associazioni ticinesi "Ava Eva e Nascere bene". Da anni cura per "Azione" la rubrica di posta "La stanza del dialogo".Incontriamo Silvia Vegetti Finzi per ripercorrere alcuni momenti significativi della sua vita.
7/6/202122 minutes, 16 seconds
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Le bambine senza stella arrivano lontano (1./2)

Fine studiosa della psiche, Silvia Vegetti Finzi da anni dedica la sua ricerca al mondo interiore, in particolare a quello della maternità, dell’infanzia, dell’adolescenza, e ama definirsi una “bambinologa”. Ha insegnato Psicologia Dinamica all’Università di Pavia, ha esplorato l'universo familiare, le dinamiche della coppia, i rapporti genitori-figli. È un’attenta studiosa del femminile e ha fatto parte del Movimento femminista italiano impegnandosi nel lavoro intellettuale presso l’Università delle donne Virginia Woolf di Roma e con il Centro Documentazione Donne di Firenze.Tra i suoi numerosi incarichi è pubblicista del Corriere della Sera, vicepresidente della Casa della Cultura di Milano, membro del comitato scientifico del Vidas, dell’Associazione delle giornaliste Giulia, della Casa delle donne di Milano.Insignita del premio nazionale Cesare Musatti per le sue opere sulla psicoanalisi, ricordiamo, tra le numerose pubblicazioni: Storia della Psicoanalisi; Il romanzo della famiglia; Il bambino della notte; Volere un figlio; Psicoanalisi al femminile; Storia delle passioni. Le sue ultime pubblicazioni sono: Una bambina senza stella e L’ospite più atteso. Collabora con le Associazioni ticinesi Ava Eva e Nascere bene. Da anni cura per Azione la rubrica di posta La stanza del dialogo.Incontriamo Silvia Vegetti Finzi per ripercorrere alcuni momenti significativi della sua vita.
7/5/202127 minutes, 26 seconds
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Afghanistan

7/2/202125 minutes, 14 seconds
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Ocean Space

7/1/202125 minutes, 32 seconds
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Sulle orme di Lutero

6/22/202125 minutes, 26 seconds
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In ricordo di Kenneth Kaunda

6/21/202124 minutes, 5 seconds
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Il San Gottardo degli scrittori

6/18/202124 minutes, 16 seconds
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Ho un messaggio per te

6/17/202126 minutes, 11 seconds
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Tra la Limmat e il Naviglio

6/15/202122 minutes, 7 seconds
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Matrimoni precoci

6/14/202126 minutes, 43 seconds
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Castel Romano

Uno sgombero in atto, da parte del comune di Roma, mette fine a un campo storico della comunità rom in provincia di Roma, quello di Castel Romano. Una soddisfazione per molti degli abitanti che vivono in zona, una incognita e una tragedia per quelli che nel campo, ci vivono e che non sanno bene dove andare. In tutto questo, gli abitanti del campo hanno sofferto più di un anno di isolamento forzato, dovuto alla pandemia di coronavirus. Tra bambini impossibilitati a fare la didattica a distanza, donne in carcere, volontari, percorsi di riabilitazione, ci sono i tentativi di riscatto di Douman, venduto dalla Bosnia, con una vita passata tra tende, roulotte e baracche, e che spera in un futuro diverso e migliore per i suoi figli.
6/11/202126 minutes, 1 second
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Bangui. Repubblica centrafricana

Nel cuore dell'Africa, il paese che "non esisteva" come alcuni lo descrivono, non trova pace e stabilità, in balia di milizie e interessi stranieri. Negli ultimi anni, la Repubblica centrafricana, uno dei paesi più poveri al mondo, sembrava finalmente ricominciare a vivere, quando nel dicembre del 2020, dopo le ultime elezioni presidenziali, è scoppiata una nuova ribellione composta da vari gruppi di ribelli che hanno assediato Bangui, mettendo in difficoltà il governo. Per alcuni è una guerra di potenze, tra la Francia e la Russia, che si contendono una zona strategica del continente. Per altri invece è una caccia alle ingenti risorse naturale che dispone il sottosuolo. Che che ne sia, chi soffre è sempre la popolazione civile, accusata di essere complice dei ribelli o massacrata da questi ultimi. Le esazioni, atroci, si moltiplicano, una delle peggiori crisi alimentari del momento è in aumento. E non si vede la luce alla fine del tunnel.
6/10/202129 minutes, 36 seconds
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Sci Club Melezza (1967-2020)

Per definizione lo “sci club” è un’istituzione retta da due pilastri: la neve e l’associazionismo. Se viene a mancare uno dei due, si claudica. Se vengono a mancare entrambi non è più possibile stare in piedi. È successo nelle Centovalli, a sud delle alpi elvetiche, dove dopo 53 anni lo Sci Club Melezza si è sciolto. Come è potuto accadere?Ripercorriamo le stagioni invernali di questo club attraverso le voci di alcuni dei suoi protagonisti: Paolo Madonna, Andrea Fenaroli, Gabriella Angeloni-Cossi, Giovanni Comizzoli, Milton Generelli, Pierangelo Maggetti, Ennio Maggetti.Informazioni e souvenir fotografici: www.scmelezza.ch
6/7/202127 minutes, 9 seconds
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Gli anni ’20: una pausa di “ricreazione” (5./5)

Sono stati chiamati “Anni ruggenti“ e, in effetti, gli anni Venti del Novecento hanno rappresentato un decennio talmente “dirompente” dal punto di vista sociale, culturale e politicoda meritarsi quell’appellativo.Quel giovedì primo gennaio che inaugurò il decennio, nelle speranze di tutti, fu infatti considerato il momento di svolta rispetto agli anni che si chiudevano, anni che avevano visto realizzarsi la carneficina della Prima Guerra mondiale. Tali speranze, unite al desiderio di lasciarsi alle spalle i tempi bui appena trascorsi, fecero sì che soprattutto nei paesi occidentali (ma non solo), si affermasse la voglia di cambiamenti radicali in ogni ambito della vita.Non si può però ricordare quel decennio solo come “l’età del jazz” e della spensieratezza, perché non fu così. Le contraddizioni insite in ogni periodo storico, e quindi anche in quel decennio, rendevano impossibile qualsiasi illusione sull’inizio di quell’era di pace che molti auspicavano. Non ci si può dimenticare, ad esempio, che in quegli stessi anni si affermò il fascismo in Italia e che la crisi conseguente al crollo della Borsa di Wall Street nel 1929, nel decennio successivo avrebbe gettato nel caos le economie di mezzo mondo rendendo facile l’avvento del nazismo in Germania e poi la Seconda Guerra mondiale. Ecco perché in molti hanno parlato degli anni Venti come di un decennio di ricreazione: un inconsapevole momento di “respiro” tra la fine della prima guerra mondiale e le crisi degli anni Trenta.Di questi anni Romano Giuffrida ne ha parlato con Bruno Cartosio, americanista; Gianpiero Piretto, storico della cultura sovietica; Gaia Perini, docente di storia e cultura della civiltà cinese; Massimo Storchi, storico; Gino Ruozzi, docente di letteratura italiana; Elisabetta Trincherini, storica dell’arte; Mauro Casadei Turoni Monti, storico della musica; Massimo Bacigalupo, storico della letteratura inglese e americana; Maurizio Franco, musicologo; Enrica Morini, docente di moda contemporanea; Lorenzo Gandini, docente di estetica del cinema.
6/4/202126 minutes, 10 seconds
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Gli anni ’20: una pausa di “ricreazione” (4./5)

Sono stati chiamati “Anni ruggenti“ e, in effetti, gli anni Venti del Novecento hanno rappresentato un decennio talmente “dirompente” dal punto di vista sociale, culturale e politicoda meritarsi quell’appellativo.Quel giovedì primo gennaio che inaugurò il decennio, nelle speranze di tutti, fu infatti considerato il momento di svolta rispetto agli anni che si chiudevano, anni che avevano visto realizzarsi la carneficina della Prima Guerra mondiale. Tali speranze, unite al desiderio di lasciarsi alle spalle i tempi bui appena trascorsi, fecero sì che soprattutto nei paesi occidentali (ma non solo), si affermasse la voglia di cambiamenti radicali in ogni ambito della vita.Non si può però ricordare quel decennio solo come “l’età del jazz” e della spensieratezza, perché non fu così. Le contraddizioni insite in ogni periodo storico, e quindi anche in quel decennio, rendevano impossibile qualsiasi illusione sull’inizio di quell’era di pace che molti auspicavano. Non ci si può dimenticare, ad esempio, che in quegli stessi anni si affermò il fascismo in Italia e che la crisi conseguente al crollo della Borsa di Wall Street nel 1929, nel decennio successivo avrebbe gettato nel caos le economie di mezzo mondo rendendo facile l’avvento del nazismo in Germania e poi la Seconda Guerra mondiale. Ecco perché in molti hanno parlato degli anni Venti come di un decennio di ricreazione: un inconsapevole momento di “respiro” tra la fine della prima guerra mondiale e le crisi degli anni Trenta.Di questi anni Romano Giuffrida ne ha parlato con Bruno Cartosio, americanista; Gianpiero Piretto, storico della cultura sovietica; Gaia Perini, docente di storia e cultura della civiltà cinese; Massimo Storchi, storico; Gino Ruozzi, docente di letteratura italiana; Elisabetta Trincherini, storica dell’arte; Mauro Casadei Turoni Monti, storico della musica; Massimo Bacigalupo, storico della letteratura inglese e americana; Maurizio Franco, musicologo; Enrica Morini, docente di moda contemporanea; Lorenzo Gandini, docente di estetica del cinema.
6/3/202125 minutes, 39 seconds
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Gli anni ’20: una pausa di “ricreazione” (3./5)

Sono stati chiamati “Anni ruggenti“ e, in effetti, gli anni Venti del Novecento hanno rappresentato un decennio talmente “dirompente” dal punto di vista sociale, culturale e politicoda meritarsi quell’appellativo.Quel giovedì primo gennaio che inaugurò il decennio, nelle speranze di tutti, fu infatti considerato il momento di svolta rispetto agli anni che si chiudevano, anni che avevano visto realizzarsi la carneficina della Prima Guerra mondiale. Tali speranze, unite al desiderio di lasciarsi alle spalle i tempi bui appena trascorsi, fecero sì che soprattutto nei paesi occidentali (ma non solo), si affermasse la voglia di cambiamenti radicali in ogni ambito della vita.Non si può però ricordare quel decennio solo come “l’età del jazz” e della spensieratezza, perché non fu così. Le contraddizioni insite in ogni periodo storico, e quindi anche in quel decennio, rendevano impossibile qualsiasi illusione sull’inizio di quell’era di pace che molti auspicavano. Non ci si può dimenticare, ad esempio, che in quegli stessi anni si affermò il fascismo in Italia e che la crisi conseguente al crollo della Borsa di Wall Street nel 1929, nel decennio successivo avrebbe gettato nel caos le economie di mezzo mondo rendendo facile l’avvento del nazismo in Germania e poi la Seconda Guerra mondiale. Ecco perché in molti hanno parlato degli anni Venti come di un decennio di ricreazione: un inconsapevole momento di “respiro” tra la fine della prima guerra mondiale e le crisi degli anni Trenta.Di questi anni Romano Giuffrida ne ha parlato con Bruno Cartosio, americanista; Gianpiero Piretto, storico della cultura sovietica; Gaia Perini, docente di storia e cultura della civiltà cinese; Massimo Storchi, storico; Gino Ruozzi, docente di letteratura italiana; Elisabetta Trincherini, storica dell’arte; Mauro Casadei Turoni Monti, storico della musica; Massimo Bacigalupo, storico della letteratura inglese e americana; Maurizio Franco, musicologo; Enrica Morini, docente di moda contemporanea; Lorenzo Gandini, docente di estetica del cinema.
6/2/202125 minutes, 47 seconds
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Gli anni ’20: una pausa di “ricreazione” (2./5)

Sono stati chiamati “Anni ruggenti“ e, in effetti, gli anni Venti del Novecento hanno rappresentato un decennio talmente “dirompente” dal punto di vista sociale, culturale e politicoda meritarsi quell’appellativo.Quel giovedì primo gennaio che inaugurò il decennio, nelle speranze di tutti, fu infatti considerato il momento di svolta rispetto agli anni che si chiudevano, anni che avevano visto realizzarsi la carneficina della Prima Guerra mondiale. Tali speranze, unite al desiderio di lasciarsi alle spalle i tempi bui appena trascorsi, fecero sì che soprattutto nei paesi occidentali (ma non solo), si affermasse la voglia di cambiamenti radicali in ogni ambito della vita.Non si può però ricordare quel decennio solo come “l’età del jazz” e della spensieratezza, perché non fu così. Le contraddizioni insite in ogni periodo storico, e quindi anche in quel decennio, rendevano impossibile qualsiasi illusione sull’inizio di quell’era di pace che molti auspicavano. Non ci si può dimenticare, ad esempio, che in quegli stessi anni si affermò il fascismo in Italia e che la crisi conseguente al crollo della Borsa di Wall Street nel 1929, nel decennio successivo avrebbe gettato nel caos le economie di mezzo mondo rendendo facile l’avvento del nazismo in Germania e poi la Seconda Guerra mondiale. Ecco perché in molti hanno parlato degli anni Venti come di un decennio di ricreazione: un inconsapevole momento di “respiro” tra la fine della prima guerra mondiale e le crisi degli anni Trenta.Di questi anni Romano Giuffrida ne ha parlato con Bruno Cartosio, americanista; Gianpiero Piretto, storico della cultura sovietica; Gaia Perini, docente di storia e cultura della civiltà cinese; Massimo Storchi, storico; Gino Ruozzi, docente di letteratura italiana; Elisabetta Trincherini, storica dell’arte; Mauro Casadei Turoni Monti, storico della musica; Massimo Bacigalupo, storico della letteratura inglese e americana; Maurizio Franco, musicologo; Enrica Morini, docente di moda contemporanea; Lorenzo Gandini, docente di estetica del cinema.
6/1/202125 minutes, 52 seconds
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Gli anni ’20: una pausa di “ricreazione” (1./5)

Sono stati chiamati “Anni ruggenti“ e, in effetti, gli anni Venti del Novecento hanno rappresentato un decennio talmente “dirompente” dal punto di vista sociale, culturale e politicoda meritarsi quell’appellativo.Quel giovedì primo gennaio che inaugurò il decennio, nelle speranze di tutti, fu infatti considerato il momento di svolta rispetto agli anni che si chiudevano, anni che avevano visto realizzarsi la carneficina della Prima Guerra mondiale. Tali speranze, unite al desiderio di lasciarsi alle spalle i tempi bui appena trascorsi, fecero sì che soprattutto nei paesi occidentali (ma non solo), si affermasse la voglia di cambiamenti radicali in ogni ambito della vita.Non si può però ricordare quel decennio solo come “l’età del jazz” e della spensieratezza, perché non fu così. Le contraddizioni insite in ogni periodo storico, e quindi anche in quel decennio, rendevano impossibile qualsiasi illusione sull’inizio di quell’era di pace che molti auspicavano. Non ci si può dimenticare, ad esempio, che in quegli stessi anni si affermò il fascismo in Italia e che la crisi conseguente al crollo della Borsa di Wall Street nel 1929, nel decennio successivo avrebbe gettato nel caos le economie di mezzo mondo rendendo facile l’avvento del nazismo in Germania e poi la Seconda Guerra mondiale. Ecco perché in molti hanno parlato degli anni Venti come di un decennio di ricreazione: un inconsapevole momento di “respiro” tra la fine della prima guerra mondiale e le crisi degli anni Trenta.Di questi anni Romano Giuffrida ne ha parlato con Bruno Cartosio, americanista; Gianpiero Piretto, storico della cultura sovietica; Gaia Perini, docente di storia e cultura della civiltà cinese; Massimo Storchi, storico; Gino Ruozzi, docente di letteratura italiana; Elisabetta Trincherini, storica dell’arte; Mauro Casadei Turoni Monti, storico della musica; Massimo Bacigalupo, storico della letteratura inglese e americana; Maurizio Franco, musicologo; Enrica Morini, docente di moda contemporanea; Lorenzo Gandini, docente di estetica del cinema.
5/31/202125 minutes, 23 seconds