Magazine di riferimento della Rete Due sulle questioni scientifiche. Si occupa sia dei grandi temi che riguardano direttamente la nostra vita quotidiana (inquinamento, allergie, alimentazione) sia delle ricerche di laboratorio (medicinali, nuove scoperte, invenzioni) sia di questioni che coinvolgono le scienze umanistiche, psicologia, filosofia. Partecipa così, con stile divulgativo, al dibattito su alcuni fondamentali temi di società.
Sponge Cities
A causa del cambiamento climatico, sempre più spesso, ci ritroveremo ad affrontare eventi atmosferici come periodi di siccità prolungati o alluvioni che, oltre a causare danni ingenti, avranno un sempre più forte impatto anche sulle nostre città. Coperte per lo più da asfalto e cemento, le città in cui viviamo non riescono a smaltire velocemente l’acqua piovana durante i forti temporali e, se lo fanno, la disperdono senza conservarla. Per questo, da un po’ di tempo, urbanisti e architetti lavorano a un’idea diversa della gestione degli spazi urbani e hanno costruito città (e quartieri) spugna. Pensate proprio a una spugnetta da cucina (quelle che utilizziamo per assorbire l’acqua quando facciamo ordine dopo pranzo): le città spugna funzionano così. Sono città (o quartieri) progettati e costruiti per trattenere l’acqua in eccesso e riutilizzarla all’occorrenza (per esempio in periodi di siccità). Nella nuova puntata del Giardino di Albert, sentiremo la voce di uno dei più famosi architetti e progettisti di città spugna – il cinese Kongjian Yu - che lo scorso anno, proprio per un suo progetto di Sponge city, ha vinto il prestigioso Oberlander Prize. Parleremo di città spugna in Svizzera e in Europa anche con Silvia Oppliger, capo progetto “Città Spugna” per la VSA, l’Associazione svizzera dei professionisti della protezione delle acque e visiteremo, insieme all’architetto Federico De Molfetta, un quartiere spugna – il Quartiere Casarico - costruito da un paio d’anni fa circa sulle colline di Sorengo.Intervista all’architetto Kongjian Yu sul progetto Sponge city
3/2/2024 • 0 minutos, 0 segundos
Medicina, nazismo e olocausto
Il 27 gennaio, 79 anni fa, veniva liberato il campo di concentramento di Auschwitz, ed era la fine dell’Olocausto. Ecco perché oggi è il Giorno della memoria. Ma più che del ricordo, oggi dovrebbe essere un giorno per riflettere e capire cosa accadde prima e dopo quel 27 gennaio. Negli anni del potere, il regime nazista ha commesso atroci violenze contro ebrei, rom, persone con disabilità o malattie psichiatriche, prigionieri di guerra. La scienza e la medicina tedesca furono alleate di quell’orrore. Un aspetto inquietante è il ruolo che medici, operatori sanitari e scienziati ebbero nel sostegno e nell’attuazione del piano disumano di igiene razziale e sterminio della popolazione ebrea. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la conoscenza storica di questi crimini ha contribuito alla formazione dell’etica che oggi sta alla base della medicina e della sperimentazione umana. Ma i valori e l’etica sono una materia fragile, che va difesa da abusi e derive pericolose. Così nel nostro Giardino cercheremo di capire e riflettere su queste ferite, mettendo in discussione cliché, dando dignità a storie dimenticate. Lo faremo a partire da un importante documento uscito a fine 2023, un report redatto da una commissione di studiosi di storia della medicina e promosso da The Lancet - una delle riviste mediche più prestigiose al mondo. Ci chiederemo quale sia stata il ruolo dei medici negli anni del regime, quale il livello della riflessione etica, e come la conoscenza storica possa essere utile nella formazione di un medico, un presidio per la difesa dell’etica. Ne parleremo con Gilberto Corbellini, epistemologo, professore di storia della medicina all’Università La Sapienza di Roma, bioeticista, e con Sabine Hildebrandt, una delle autrici del report, professoressa di pediatria presso il Boston Children’s Hospital, docente di anatomia e storia dell’anatomia - oltre che di medicina sociale - presso la prestigiosa Harvard Medical School.
27/1/2024 • 0 minutos, 0 segundos
AI limiti dell’intelligenza artificiale
Come regolamentare l’intelligenza artificiale a beneficio della società è il titolo della conferenza tenutasi al Campus USI/SUPSI lo scorso 18 dicembre, in occasione della consegna del Grand Prix Möbius Multimedia Lugano 2023, della omonima Fondazione, per la promozione della cultura digitale. Il relatore, insignito del riconoscimento, era Roberto Viola, Direttore Generale per le politiche digitali della Commissione europea di Bruxelles. La conferenza si è tenuta, per una fortunata coincidenza a pochi giorni dall’accordo, in seno all’UE, su un regolamento europeo che fissa dei limiti all’uso incontrollato dei sistemi di intelligenza artificiale (IA). Si tratta del primo regolamento internazionale sull’IA al mondo. Ne abbiamo approfittato per incontrare Roberto Viola e porgli alcune domande sul futuro dell’Intelligenza artificiale, di cui tanto si discute, tra timori di un suo incontrollato sviluppo e grandi speranze di innovazione a vantaggio dell’umanità.
20/1/2024 • 0 minutos, 0 segundos
Messaggeri nello spazio
Sono i messaggeri dell’Universo, i neutrini, misteriose particelle subatomiche, si formano nell’atmosfera, nel Sole, o in seguito a catastrofici eventi nelle profondità dell’Universo, viaggiano nello spazio senza subire interferenze e portando preziose informazioni. Sono particelle elusive, prive di cariche, infinitamente piccole, ma che oggi, grazie a potenti strumenti installati nelle profondità del mare o nel cuore delle montagne, siamo in grado di rilevare, ottenendo importanti informazioni nell’ambito dell’astrofisica multi-messaggera che si affida a simili “sonde” per comprendere com’è fatto l’Universo. In Sicilia, a Portopalo di Capopassero, lembo estremo dell’Europa, crocevia di traffici, tratte umane e interessi politici internazionali, sorge un importante centro di ricerca, uno dei siti dei Laboratori nazionali del Sud, qui, al largo della costa, 100 km a sudovest, alla profondità di 3500 metri, si sta costruendo un’infrastruttura di ricerca all’avanguardia, uno dei rilevatori europei più importanti nella rilevazione dei neutrini, ma anche per condurre ricerche in ambito geofisico e di biologia marina, il suo nome è KM3NET. A parlarcene, nel nostro Giardino, sarà Giacomo Cuttone, dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, incontrato a Catania, proprio nella sede dei Laboratori Nazionali del Sud e Carla Di Stefano prima ricercatrice dei Laboratori Nazionali del Sud, da vent’anni coinvolta nel progetto KM3NET.
13/1/2024 • 0 minutos, 0 segundos
Essere umani… fra dati e AI
Vi sentite minacciati dall’idea di una super intelligenza artificiale? Pensate all’AI come a una sorta di creatura divina o, piuttosto, come a un complesso strumento tecnologico? Ci affidiamo sempre più a tecnologie “intelligenti”, a cui cediamo, con poca attenzione, moli di dati, già prima della nostra nascita, dati che alimentano quel variegato sistema fatto da piattaforme social come Facebook e Instagram che qualcuno ha definito capitalismo della sorveglianza, da cui le grandi tech companies ricavano lauti guadagni. Lasciamo che algoritmi di AI generino rappresentazioni del nostro mondo, basandosi sui dati dei nostri profili; affascinati e intimoriti, subiamo una tecnologia, che ci appare meravigliosa, che ci fa da specchio e in cui finiamo per cercare noi stessi. Le parole dell’antropologa, Veronica Barassi, professoressa all’Università di San Gallo e dello scienziato cognitivo, Gerd Gigerenzer, direttore dell’Harding Center for Risk Literacy dell’Università di Potsdam, ospiti del Giardino di Albert, ci permetteranno di porre uno sguardo critico su tutto questo, aiutandoci, alla fine, a capire qualcosa di più su noi stessi in quanto esseri umani.
16/12/2023 • 0 minutos, 0 segundos
Alla scoperta di Gaia Blu
Chi salverà la biodiversità, la più grande ricchezza che abbiamo? La vita, animale e vegetale, si manifesta in una fantastica molteplicità di forme e colori e questa varietà è il nostro più grande tesoro. Luoghi come il Mediterraneo sono scrigni di biodiversità, minacciati dalle attività dell’uomo, dai cambiamenti climatici e dalla diffusione di specie aliene. Nel romanzo La storia infinita, di Michael Ende, si parla di un mondo fantastico, Fantàsia, minacciato dal Nulla che lo sta distruggendo, e di un ragazzino di nome Bastian, che insieme al suo alter ego Atreyu e al drago Falkor, riuscirà a salvarlo; da quel romanzo, negli anni ‘80, fu tratto un film di successo: nel nostro racconto intorno alla biodiversità, troveremo anche rimandi a questa storia. Nel 2022 il CNR, il più importante ente di ricerca italiano, ha ricevuto dallo Schmidt Ocean Institute, fondato nel 2009 dall’ex CEO di Google, Eric Schmidt, e dalla moglie Wendy, una nuova nave oceanografica, la Falkor, diventata poi Gaia Blu, un gioiello di tecnologia, che fra le varie attività avrà il compito di supportare la ricerca intorno alla biodiversità marina, soprattutto nel Mediterraneo. In occasione del Festival della scienza di Genova, la nave è stata attraccata al Porto vecchio e così siamo andati a scoprirla, accompagnati da alcuni ricercatori del CNR. A tutto ciò si lega anche la nascita di un nuovo importante centro di riferimento per lo studio, la salvaguardia e il ripristino della biodiversità, il National Biodiversity Future Center (NBFC), creato grazie al finanziamento stabilito dal governo italiano del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, un piano che rientra nel programma dell’Unione europea Next Generation Europe, 750 miliardi di euro destinati a promuovere la ripresa europea dopo il COVID-19, in chiave green e di sviluppo digitale. Di tutto questo parliamo nel Giardino di Albert, accompagnati dalle suggestioni di un racconto che continua a far sognare, quello di Bastian e del drago Falkor.
9/12/2023 • 0 minutos, 0 segundos
Sconfinare verso Marte e oltre
In occasione della recente edizione di “sconfinare festival 2023” a Bellinzona, dal 12 al 15 ottobre, abbiamo incontrato Amedeo Balbi, professore associato di astronomia e astrofisica all’Università di Roma Tor Vergata, uno tra i più noti e seguiti divulgatori scientifici italiani con i suoi libri e il suo sempre aggiornato canale YouTube .“Oltre a fare ricerca e insegnare, mi piace raccontare la scienza e spiegare come funziona l’universo. L’ho fatto attraverso libri, giornali, radio e tv, e ora anche su questo canale, dove troverete i miei video divulgativi”, scrive Balbi sulla pagina di presentazione il cui logo è un’affermazione che può essere letta come domanda: cosa sappiamo dell’universo. A Bellinzona, lo scienziato divulgatore italiano, molto seguito anche nella Svizzera italiana, si è interrogato sulla questione se esiste un futuro per l’umanità fuori dalla Terra. La conferenza, moderata da Giovanni Pellegri, è stata l’occasione per ascoltare le riflessioni di Amedeo Balbi seguendo il filo dei temi affrontati nel suo ultimo libro dal titolo “Su un altro pianeta; c’è un futuro per l’umanità fuori dalla Terra?”. Per il Giardino di Albert abbiamo cercato di seguire questo filo, parlandone con l’autore.
2/12/2023 • 0 minutos, 0 segundos
Alla ricerca di nuove varietà di mele
La mela è - a livello mondiale - il terzo frutto più prodotto (solo banane e meloni vengono prodotti in quantità superiore). Il primo produttore mondiale di mele è la Cina, seguita dalla comunità Europea. E la Svizzera? Beh, la mela non è soltanto il frutto più coltivato in Svizzera ma anche quello più apprezzato dalla popolazione: gli svizzeri mangiano circa 16 chili di mele pro capite all’anno! I consumatori svizzeri desiderano mele croccanti, succose, aromatiche e naturali, i produttori, invece, cercano varietà che possano soddisfare le esigenze di mercato e che siano, soprattutto, resistenti a malattie e parassiti. Ed è per questo che la selezione di nuove varietà di mele rientra nei programmi di Agroscope, il centro di competenza della Confederazione per la ricerca agronomica.
Con questa puntata del Giardino di Albert, esploriamo le modalità di creazione di nuove varietà di mele e il ruolo che potrebbero rivestire i nuovi metodi e le nuove tecnologie di selezione. Ospiti di Alessandra Bonzi: Andrea Patocchi, capogruppo del gruppo di ricerca miglioramento genetico delle specie frutticole di Agroscope e Giovanni Broggini chimico e membro del gruppo di ricerca di selezione molecolare delle piante del Politecnico federale di Zurigo.
25/11/2023 • 0 minutos, 0 segundos
ODI ET AMO
18/11/2023 • 0 minutos
Dai sogni alle esperienze premorte
Sogno, son desto?Dai sogni alle esperienze premorte.
11/11/2023 • 0 minutos, 0 segundos
Per uno spazio della memoria informatica della Svizzera italiana
L’Associazione per la Storia dell’informatica della Svizzera italiana, AStISI, si impegna dal 2021 per la conservazione in spazi adeguati del suo ricco e per molti versi unico, patrimonio di materiale informatico, che risale ai primordi dell’era dei personal computer. Anche per questo, lo scorso 14 ottobre all’USI di Lugano, AStISI è stata insignita - nella persona del suo presidente e cofondatore Carlo Spinedi del Premio Möbius Speciale per la Storia dell’informatica nell’ambito del Premio Möbius Multimedia Lugano 2023 per la cultura digitale. La cerimonia di consegna del riconoscimento è stata l’occasione di lanciare un appello pressante, da parte del Professor Spinedi, per una nuova collocazione e nuovi spazi adeguati alla divulgazione e alla conservazione di questo ricco patrimonio, che rischia di andare disperso dopo la decisione del Canton Ticino di chiudere per inagibilità i locali fin qui messi a disposizione all’Associazione. È stata però anche l’occasione per incontrare il professor Carlo Spinedi, tra i padri delle scienze informatiche in Ticino fin dagli anni Settanta del secolo scorso e il vice presidente di AStISI, il professor Angelo Consoli, responsabile dell’area di ricerca in Cybersecurity della SUPSI (Scuola Universitaria professionale della Svizzera italiana). Uno sguardo al passato per capire il presente e in particolare gli scopi divulgativi di AStISI.
4/11/2023 • 0 minutos, 0 segundos
Fusione nucleare
La ricca serie di interventi durante il Premio Möbius Multimedia Lugano 2023 all’Università della Svizzera italiana gli scorsi 12, 13 e 14 ottobre è stata l’occasione per incontrare uno dei massimi esperti a livello europeo di fusione nucleare. Ambrogio Fasoli, è professore di fisica, Direttore dello Swiss Plasma Center al Politecnico federale di Losanna dove è vicepresidente per la ricerca. Al pubblico del Premio Möbius ha proposto una presentazione dal titolo “Fusione nucleare: cose difficili spiegate bene; una delle più grandi sfide tecnologiche della nostra era è a portata di mano grazie alla rivoluzione digitale”. Di questa alternativa allo sfruttamento dell’atomo per ottenere grandi quantità di energia si parla sempre di più negli ultimi anni. Al punto che è stato creato un consorzio europeo EUROfusion, che sovrintende allo sviluppo della fusione nucleare in Europa, con obiettivo al 2050 per la realizzazione delle prime centrali nucleari a fusione nucleare e non più a fissione come le attuali che producono scorie pericolose. Abbiamo parlato con Ambrogio Fasoli, che dal 2024 assumerà la guida esecutiva di EUROfusion, per capire a che punto siamo e in quale direzione ci stiamo muovendo per arrivare nei prossimi decenni a disporre sulla Terra dell’energia racchiusa al centro del nostro Sole.
28/10/2023 • 0 minutos, 0 segundos
“Tutto il corpo è cervello”, Nazareth Castellanos
Il corpo è sempre di più al centro dell’attenzione di chi studia il cervello; se fino a pochi decenni fa, il lavoro del neuroscienziato si limitava a studiare la testa e il suo prezioso contenuto, il cervello, oggi è sempre più chiaro il legame fra il cervello e il resto del corpo, con cui comunica di continuo, attraverso un senso interno chiamato interocezione. Intestino, stomaco, polmoni e, più di tutti, il cuore dialogano con il cervello, e addirittura è su questo dialogo che si basa la nostra soggettività e percezione. La divisione fra mente e corpo, fra res cogitans e res extensa, così come era stata pensata dal filosofo e matematico francese Rene Descartes è superata e a pensarlo sono in tanti, a partire dal neuroscienziato Antonio Damasio che nel 1994 pubblicò un celebre saggio “L’errore di Cartesio”. Di tutto ciò si occupa anche Nazareth Castellanos, fisica di formazione, con un dottorato in neuroscienze e oggi a capo di un team di neuroscienziati per studiare le interazioni fra il cervello e i principali organi del nostro corpo. Le sue ricerche aprono prospettive nuove ed entusiasmanti sul cervello, sulla mente e sulla nostra soggettività. Di recente ha pubblico un bel libro intitolato “Tutto il corpo è cervello” (Ponte alla Grazie), a lei e alle sue ricerche abbiamo dedicato il nostro Giardino.
21/10/2023 • 0 minutos, 0 segundos
Il male detto e l’editoria scientifica
Acuto o cronico, fisico o psicologico: il dolore non risparmia nessuno (o quasi). Ognuno di noi vive e percepisce il dolore a proprio modo e lo affronta in modo diverso. È quindi difficile, se non impossibile, valutare, misurare e definire il dolore in modo oggettivo. Il dolore può essere considerato un senso? La nostra idea di dolore cambia con l’esperienza? Che storie ci raccontano la scienza e la ricerca del dolore? E il dolore ha un significato evolutivo? Tutte queste domande aprono prospettive nuove e pongono ulteriori interrogativi che ruotano attorno alla questione centrale, ovvero che cosa chiamiamo dolore. Roberta Fulci, giornalista scientifica e redattrice di Radio 3 Scienza, ha pubblicato un saggio che indaga proprio il dolore. Si intitola “Il male detto. Che cosa chiamiamo dolore”, ed è una pubblicazione presentata la settimana scorsa con una conferenza a Bergamo scienza, un evento di divulgazione scientifica nato nel 2003 che si svolge ogni anno proprio a Bergamo.Alessandra Bonzi ha dialogato con lei e con Agnese Collino - membro della supervisione scientifica di Fondazione Veronesi e responsabile del Comitato Organizzativo Scienza e Innovazione di BergamoScienza, con cui ha parlato anche di editoria scientifica.
14/10/2023 • 0 minutos, 0 segundos
Meraviglioso mare
La Terra, il pianeta blu, è ricoperta per tre quarti di acqua, nella forma di ghiacci, fiumi, ma soprattutto mari e oceani, e la nostra vita di terrestri è legata in modo indissolubile e profondo al mare, anche per chi lo vede da lontano, e lo considera, tutt’al più, lo sfondo ideale per le proprie vacanze. Il clima, la biodiversità, ma anche la salute e l’alimentazione di noi esseri umani, oltre a decine di altri aspetti, dipendono da come stanno mari e oceani. Senza contare il fascino, le emozioni, i timori e i misteri legati al mare, i cui segreti si celano sotto il blu di una superficie che nasconde alla perfezione la meravigliosa ricchezza del mondo sommerso. Oggi che molti ecosistemi marini si stanno modificando, per effetto dei nostri comportamenti, studiare il mare è la via per capire quali scelte dobbiamo fare per il nostro futuro. Sulla cresta delle onde, seguendo opportune correnti, lasceremo il porto sicuro del nostro Giardino e salperemo insieme a Sabrina Speich, fisica e oceanografa, innamorata del mare fin da piccola, tanto da trasformare la sua passione in un lavoro ricco di soddisfazioni e avventura; con lei, docente all’École normale supérieure di Parigi, parleremo di quanto sappiamo del mare, di come lo studiamo, di quello che possiamo fare per prendercene cura, e di quanto ancora non conosciamo questo meraviglioso mondo blu.
7/10/2023 • 0 minutos, 0 segundos
Computer quantistici all’IBM Research di Zurigo
Una giornata di porte aperte rivolta ai rappresentanti della stampa svizzera all’IBM Research di Zurigo-Rüschlikon è stata l’occasione, lo scorso 20 giugno, per scoprire la diversità e la complessità delle ricerche tecnologiche che vengono condotte in uno dei centri di ricerca più prestigiosi e innovativi in Svizzera, in Europa e nel mondo. In passato quattro sui ricercatori hanno condiviso due Premi Nobel e decine sono i riconoscimenti internazionali che segnano la storia lunga quasi 70 anni di IBM Research Zurigo, che oggi ingloba 300 ricercatori di 45 nazionalità diverse. A fare gli onori di casa è stato il Vicepresidente di IBM Europa e direttore di IBM Research Zurigo Alessandro Curioni. La giornata è servita per conoscere le nuove frontiere del cosiddetto “Quantum computing” e anche per farci illustrare da Fabio Scafirimuto, Responsabile Education and outreach in computing quantum di IBM Research Zurigo, cosa sono i computer quantistici. Il loro avvento potrebbe davvero rappresentare un salto… quantico nelle capacità digitali della nostra civiltà. I ricercatori di IBM sono impegnati a trovare soluzioni per rendere i computer quantistici stabili, affidabili e sicuri nell’ecosistema digitale del futuro. Le ricerche condotte finora sono incoraggianti, anche dopo la pubblicazione sulla prestigiosa rivista “Nature” di uno studio condotto proprio a Zurigo. Resta ancora molto da fare e da scoprire, tenendo sempre presente che sono le macchine al servizio del progresso umano e non viceversa.
30/9/2023 • 0 minutos, 0 segundos
In Volo
23/9/2023 • 0
La materia dell’Universo
16/9/2023 • 0
Effetto Oppenheimer
9/9/2023 • 0 minutos, 0 segundos
Effetto Oppenheimer
9/9/2023 • 0
Tutti al Campiello: donne resistenti, miti antichi, illusioni provinciali
9/9/2023 • 1 hora, 0 minutos, 0 segundos
Scienziate per l’ambiente
2/9/2023 • 0 minutos, 0 segundos
Scienziate per l’ambiente
2/9/2023 • 0
Il racconto delle rocce
1/7/2023 • 0
Trafficanti di natura
17/6/2023 • 0
Segnali dallo spazio
10/6/2023 • 0
Space Exchange Switzerland: un’attrazione… spaziale
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Mosche soldato e spreco di cibo
26/8/2021 • 0
Plastica a mare
12/8/2021 • 0
A riveder le stelle?
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Donne e scienza: si può abbattere il soffitto di cristallo?
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Case di terra in 3D
15/7/2021 • 0
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2021: Anno internazionale della frutta e della verdura