PRELUDIO - L'inverno sta arrivando Il disastro nucleare più tremendo che sia mai avvenuto come non te lo hanno mai raccontato. La voce narrante di Michele D’Innella ci accompagnerà passo per passo in un viaggio attraverso la ricostruzione della catena di bugie, di verità taciute e di psicosi collettive che hanno lasciato una macchia indelebile sulla storia umana. Questo podcast è stato premiato agli Italian Podcast Awards 2022 nella categoria "Rising Star".
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Colonna sonora composta da Renato Podestà e utilizzata con Licenza CC. Grafiche e animazioni di Michele Maruca. Podcast originale e protetto da copyright ©
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Atto V - Quello che resta Nonostante la sua costruzione a tempo di record, il sarcofago in cemento realizzato dalle squadre di liquidatori era stato concepito come una soluzione provvisoria per far fronte all'emergenza: indebolito dal calore del nocciolo in costante fusione e dalle intemperie, tenderà a sgretolarsi sempre più in fretta. Ogni anno infatti si aprono nuove crepe, attraverso le quali si infiltra l'acqua che danneggia ulteriormente la struttura e può trascinare elementi radioattivi fino alla falda del fiume Dnipr, contaminando una regione vastissima. Per scongiurare tale pericolo, nel 1997 si è costituito un comitato internazionale con lo scopo di progettare, finanziare e costruire un nuovo e più sicuro sarcofago, la cui realizzazione è stata ultimata nel 2016 e che risulta essere la più estesa struttura mobile di acciaio mai realizzata dall’Uomo, con una lunghezza di 160 metri ed un peso totale di 36.000 tonnellate. Nel frattempo, la natura si è riconquistata gli spazi che le erano stati sottratti dalle colate di cemento nella città abbandonata di Prypiat. Quest’ultima, in seguito al calo della carica radioattiva presente nell’aria (ormai giunta quasi ovunque ad un livello accettabile per la sopravvivenza dell’uomo), è divenuta meta di numerosi turisti e di curiosi che ogni giorno popolano le sue strade deserte…
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11/16/2021 • 25 minutes, 32 seconds Atto IV - il Costo delle Bugie Le operazioni di decontaminazione e di contenimento delle radiazioni provenienti dai resti della centrale di Chernobyl costarono la vita a più di 100.000 dei liquidatori accorsi dall’intera Unione Sovietica. Il governo russo, tuttavia, pur di non ammettere le negligenze amministrative che avevano portato a quel nefasto incidente, preferì insabbiare il processo addossando interamente la responsabilità dell’accaduto agli operatori presenti in sala controllo la notte dell’incidente. Ci pensò Valery Legasov, qualche anno dopo, a svegliare le coscienze: prima di togliersi la vita, infatti, lo scienziato sovietico registrò una cassetta audio nella quale erano presenti delle rivelazioni-shock riguardo la verità sui fatti relativi alla catastrofe e sui dossier che gli era stato impedito di esibire durante il processo...
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Atto III - Eroi Silenziosi Fu un esercito di circa 600.000 persone, quello che si occupò di contenere le conseguenze disastrose dell’incidente della centrale nucleare di Chernobyl. Vennero denominati Liquidatori o Bio-Robots perchè operarono laddove anche i robot e i macchinari più avanzati andavano in tilt, a causa dell’alto livello di radiazioni. Per accorciare i tempi, si sacrificarono lavorando in prossimità del nucleo dell'esplosione, anche senza protezioni adeguate, pur consapevoli che in questo modo avrebbero avuto i giorni contati a causa dell'esposizione alle radiazioni migliaia di volte superiore alla norma. Molti di loro moriranno di tumori e leucemie nell'arco di poche settimane o mesi. Altri vedranno le terribili conseguenze del loro sacrificio manifestarsi nei loro figli. Grazie a loro, tuttavia, il reattore viene chiuso in un sarcofago di cemento armato che riuscirà a contenere i materiali radioattivi, almeno per qualche tempo…
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10/19/2021 • 23 minutes, 21 seconds È difficile immaginare una città di 45.000 abitanti come Pripyat, sorta per ospitare i lavoratori della centrale nucleare di Chernobyl e le loro famiglie, completamente deserta. Eppure, è proprio questo lo scenario che si presentò la mattina del 27 aprile 1986 quando la radio cittadina trasmise un gelido e spettrale annuncio che invitava i cittadini a prendere l’essenziale e prepararsi ad una temporanea evacuazione verso Kiev. Migliaia di persone stavano lasciando la propria casa senza sapere che in realtà non l’avrebbero più rivista… Da quel momento Pripyat è rimasta una città fantasma, con i suoi grattacieli, l’ospedale, i negozi, le scuole, i ristoranti, il centro culturale e gli impianti sportivi ormai fatiscenti e ricoperti dalla vegetazione. È anche una delle aree più famose della zona di esclusione, l’area compresa nel raggio di 30km dal disastro nucleare che provocò ricadute radioattive in tutto il mondo.
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10/5/2021 • 25 minutes, 18 seconds È la notte del 26 aprile 1986 quando uno dei reattori della centrale nucleare di Chernobyl esplode fragorosamente, il suo nocciolo fonde e dà l'avvio al più devastante incidente nucleare della storia. A partire da quella data l'umanità ha un nuovo nome da dare alla catastrofe nucleare: Chernobyl. In seguito all’esplosione si sprigiona una nube carica di particelle radioattive 500 volte più micidiale di quella prodotta delle bombe di Hiroshima e Nagasaki. I venti spargono le particelle nell'atmosfera e presto vengono contaminate intere regioni di Ucraina, Bielorussia e Russia. La nube raggiunge poi gran parte dell'Europa occidentale, contaminata anch'essa (seppure in misura minore). All'inizio le autorità sovietiche cercano di nascondere l'accaduto, ma dopo alcuni giorni la verità emerge in tutta la sua drammaticità…
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9/21/2021 • 25 minutes, 31 seconds